1925, R. Cuminetti e Albina G.Protti
REMIGIO CUMINETTI
Ho scritto questa breve nota per Il sale della terra, a cura di Emilio Gardiol, Panerose editore, Pinerolo 2023
18 agosto 1916
In nome di S.M. Vittorio Emanuele III Per grazia di Dio e volontà della Nazione Re d’Italia Il Tribunale Militare Territoriale di Alessandria ha pronunciato la seguente Sentenza nella causa contro:
Cuminetti
Remigio di Lazzaro nato il 1° luglio 1890 a Piscina (Pinerolo), collaudatore
meccanico, soldato nel 33° Regg. Fanteria, detenuto dal 31.5.1916 Imputato di
Rifiuto
d’obbedienza in tempo di guerra ai sensi degli articoli … perché in Cuneo … il
29 maggio 1916…[il] Comandante del Corpo … gli ordinò di indossare la
divisa al che il Cuminetti si rifiutò dicendo che la fede di Cristo ha per
fondamento la pace tra gli uomini, la fratellanza universale, che egli quale
convinto credente in quella fede non poteva né voleva indossare una divisa che
è il simbolo della guerra, e cioè l’uccisione dei fratelli (così egli chiamava
i nemici della patria)…. fu il Cuminetti messo alla prigione… e con violenza lo
si obbligò a vestire la divisa. Ma appena furono allontanati i soldati egli
senz’altro si svestì e più volle indossarla…
Il fatto materiale del ripetuto rifiuto che assunse
una forma tanto più grave in quanto con esso non solo si veniva a commettere
una disubbedienza, ma si veniva ad oltraggiare quell’onorata divisa che oggi
ogni italiano vorrebbe vantarsi di indossare in nome della patria e della
civiltà, è stato riconosciuto e provato in ogni sua forma.
… Ed è perciò in applicazione dell’art. 113 ultimo
capoverso che il Tribunale condanna il Cuminetti alla pena di anni tre e mesi
due di reclusione militare.
Cuminetti era operaio alla RIV di Villar Perosa, veniva da una famiglia cattolica e nel 1910 si era unito in Pinerolo ad uno dei primo gruppi italiani di “Studenti Biblici” come si chiamavano allora i Testimoni di Geova. In fabbrica si era rifiutato di portare al braccio la fascia tricolore degli operai militarizzati, che l’avrebbe automaticamente esentato dal servizio militare. Riformato e in congedo illimitato nel marzo del’16, due mesi dopo è richiamato e dichiarato sano, abile e arruolato. Segue un’odissea di carceri, manicomi e spedizione forzata al fronte. Dopo la guerra, nel marzo del ’19, è riformato in seguito a rassegna per paranoia organica varietà mistica.
Fin dal 1903 a Pinerolo era stampato
l’organo ufficiale La Vedetta di Sion e l’Araldo della Presenza di Cristo,
dalla Tipografia Sociale di Alberto Pittavino che sarà poi l’editore di
Piero Gobetti.
Cuminetti muore all’ospedale
Molinette di Torino il 18 gennaio del ’39.
La persecuzione fascista, con
l’appoggio e l’incentivo della Chiesa Cattolica, è andata ormai in crescendo.
L’attivissima moglie di Remigio, Albina, verrà condannata dal Tribunale
Speciale a 11 anni, altri al confino. In Germania finiranno in campo di
concentramento, come testimonia per le donne di Ravensbrück, Margarete Buber Neumann, comunista, che ha avuto il
privilegio di gustare il sapore del Novecento prima nel gulag sovietico poi nel
lager nazista.
Si sarebbe
stupito Remigio Cuminetti a trovarsi qualche decennio dopo Pinerolo Città
della Cavalleria?
foto dell’Assemblea
di Pinerolo, 1925. Cuminetti, terzo da destra, tiene la mano sulla spalla della
neo sposa Albina G. Protti
Cuminetti /
Protti, 1938
altre schede: Giorgio Accastelli Isidoro Azzario Ettore Bignone
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