Goya, Bobalicon
NETANYAHU E SABBATAI ZEVI
Siamo impotenti contro Netanyahu –Mileikowsky nome originale- e la sua gang di banditi al governo. Fanno quello che vogliono. Noi ci mettiamo a polemizzare se sia meglio usare il termine genocidio oppure gridare allo sterminio o all’annientamento o all’ecatombe. Loro non hanno questi problemi linguistici. Hanno problemi logistici, come spedire droni a bombardare le tende, l’esercito a spianare Gaza con i bulldozer, i piloti a centrare medici, giornalisti e affamati, i coloni a condurre la guerra parallela per la terra in Cisgiordania, subdominio poco per volta gazificato.
Netanyahu
& C. non hanno nessuna vergogna. Bombardare come si deve. Come fosse un
rituale da portare a termine. Se ne fanno un vanto. I soldati cliccano ì selfies
di fronte alle loro distruzioni e ridono a crepapelle. Gaza diventa la “Riviera
Gaza” per ospitare il palazzinaro Trump che va matto per gli affari immobiliari,
e i gazawi deportati in Sud Sudan o in qualche altra amena località.
Io
ricordo un’altra Gaza. Più povera ma forse più allegra. Era qualche decennio fa. Cambiato
il mondo e cambiati noi. Netanyahu ritiene che finirà sui libri di storia come il
nuovo Condottiero che ha risolto il problema palestinese e quello del Medio
Oriente, il che è anche probabile, visto l’aria che tira oggi a nord come a sud
del mondo. A Tianjin il Sud Globale a guida cinese (SCO-Shanghai Cooperation
Organization) ha dichiarato “strongly
condemned the actions that have led to numerous casualties among the civilian
population”. Se Ursula von der Leyen gli trasmetteva una qualunque “ferrea
condanna europea”, lo SCO risparmiava carta. A seguire la parata militare che ha
raggiunto vette stratosferiche, ma di questa coreografia discutiamo un’altra
volta.
Mi
chiedo dove il forsennato Netanyahu & C. abbia avuto la noncuranza di ammazzare
quelli che “non sono esseri umani”*, cioè i palestinesi. Cinquanta
a bombardamento quotidiano, anche di più. Colonialismo, suprematismo, razzismo, apartheid, in versione anni duemila.
Ma c’è una storia antica che agita l’inconscio
dei leader israeliani, e non solo loro. Ha spaccato l’intero mondo rabbinico
dall’Impero Ottomano alla Polonia, all’Italia. Magari sono arrivate voci da leggende famigliari di quella che è una leggenda in sé. Forse le madri gli hanno
raccontato, tra seduzione e disprezzo, la storia di due eretici del giudaismo.
Per farla breve: Sabbatai Zevi (1625/1676) e il suo “profeta” Nathan di Gaza
(1643/1680), nel secolo successivo Jacob Frank (1743/1780),** annunciati come Messia.
Hanno agitato ben bene le acque e alla fine si sono convertiti uno all’islam e
l’altro al cattolicesimo, seguiti da una masnada di sostenitori tra popolani, nobili
e rabbini.
Dicevano
tante cose, ma la smagliante verità stava lì: bisogna affrontare “l’abisso”. Nella
perdizione è la salvezza. Non c’è legalità né legge. Nelle più infime
profondità dell’abominio bisogna condurre la distruzione, santificando il
peccato, l’unica virtù. Solo in questo modo la redenzione è garantita. Viene
fuori un mondo rovesciato in cui i vecchi miti vanno estinti.
Sembra
di sentire la voce di Netanyahu e dei suoi messianici ministri. Solo un po'
secolarizzata. Estinzione della popolazione palestinese, la vera trasgressione da
compiere, l’autentico peccato da portare a compimento. Neonati e bambini,
donne, uomini, inseguiti e inceneriti dai droni bestemmiati. Dopo, la salvezza.
Questa la mia malferma spiegazione.
Se mai verrà condotto in galera, a quale religione si convertirà Netanyahu?
*La
rabbia del vento, S. Vizhar, Einaudi, 2005, p.17, l’autore lo fa dichiarare a
un soldato mentre distruggono un villaggio palestinese. Pubblicato nel 1949. L’autore
fin da subito vede come sarà l’esercito più morale del mondo.
Nel
1892 scriveva ‘Ahad Ha-‘Am-Uno del Popolo (Asher Zvi Ginzberg), fondatore del
Sionismo Culturale in Israele contro Theodor Herzl:
“…si comportano infatti cogli arabi con
ostilità e crudeltà, invadono ingiustamente il campo altrui, li umiliano senza
alcun motivo plausibile e per di più si vantano delle proprie azioni senza che
nessuno intervenga per far cessare una tendenza così vergognosa e pericolosa…il
popolo arabo …se tratterrà l’ira in silenzio, per lungo tempo, in realtà
serberà rancore facendo progetti di vendetta come pochi altri.” Trevisan Semi,
Emanuela (1977) "La verità da 'Eres Yisra'el" di 'Ahad Ha-'Am. Annali
: Rivista del Dipartimento di Studi Asiatici e del Dipartimento di Studi su
Africa e Paesi Arabi, 37 (Supplemento n. 10 al Vol. 37 fasc. 1 (Annali)).
Istituto Universitario Orientale, Napoli.
Non
così facile da reperire in Italia.
** Si ammucchiano i libri dedicati all’argomento. Al colmo ci sta Gershom Scholem, l’amico di Walter Benjamin, e a seguire una caterva di studi.
Da noi non è più in catalogo einaudiano “Sabbatay Sevi. Il Messia Mistico” di Scholem.
“I
libri di Jakub o Il Grande Viaggio” l’ha composto la scrittrice polacca, già
premio Nobel 2018 per la letteratura,
Olga Tokarczuk. In più di novecento pagine costruisce un romanzo dedicato a
Frank e al messia femminile Eva.
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