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Isidoro Azzario

 ISIDORO AZZARIO

Ho scritto questa breve nota per Il sale della terra, a cura di Emilio Gardiol, Panerose editore, Pinerolo 2023


Pinco Pallino, Teorie del medialismo, ed. Pollini, Milano, 1944, oppure Assalto alla luna. Critica della teoria selenitica, stesso editore, medesimo autore che si firma qui 5EX. E’ annunciata l’uscita di Antigalileo, commenti superistici ai Dialoghi dei massimi sistemi….

Un po’ più che bizzarro il noto Pinco Pallino.  In altro testo suo, Guerra al passato. Considerazioni di un uomo di strada, 1944,  si legge a pag. 26: Il dovere della Russia bolscevica sarebbe stato quello di scendere in guerra, non contro, ma a fianco delle potenze dell’Asse; nel qual caso la liberazione dell’Europa dal giogo anglosassone sarebbe stata assai più sollecita ed oggi un fatto da tempo compiuto.   

Saltando a piè pari imbarazzanti confronti con l’oggi, il testo esprime un’opinione diffusa all’epoca tra alcune componenti interne ed esterne al Partito Comunista d’Italia.

Il Pinco Pallino e 5EX in questione non è altri che Isidoro Azzario, nato a Pinerolo da Federico e Teresa Gottero  il 24 maggio del 1884, che scrive insieme al genero Amilcare Pollini. Non una vita sottovuoto quella di Isidoro, ma scalpitante di idee e di passione politica. Non è inebriato di se stesso, fa il capostazione, il sindacalista dei ferrovieri, dirige Il Sindacato Rosso, è tra i fondatori del Partito Comunista a Livorno, entra nel Comitato centrale insieme a Palmiro Togliatti, è a Mosca nel 1922 per la Terza Internazionale. Nella foto ricordo sta al centro quasi sorridente, con Camilla Ravera, Amedeo Bordiga, Luigi Longo ed altri pezzi da novanta del partito, alcuni dei quali ne diventeranno fieri oppositori. Il fascismo sta per complicare l’esistenza di Azzario, sorvegliato speciale comincia l’andirivieni della galera e poi del confino. Anche il partito va in confusione per le contrapposte linee sul Che fare? nei confronti del regime fascista. 

Con tutti i dirigenti del partito Azzario tornerà in URSS nel 1926 per discutere, tra l’altro, dell’eventuale fusione con il PSI. In certe lettere alla compagna, Ester Ferrari, levatrice, cerca teneramente di districarsi con le poste internazionali perché non è solo lui ad essere in moto perpetuo, ma anche lei, che è al seguito delle tournées  mondiali di una famosa cantante lirica dell’epoca, Toti Dal Monte.

Un buio spartiacque si installa nella sua vita. Da Mosca va in America Latina per incontri sindacali, dall’Argentina alla Colombia. Pure lì gli viene fatto assaggiare il sabor latino del carcere. Azzario è scomodo anche a se stesso. Nel transatlantico di ritorno forse scrive con la vernice abbasso il fascismo, viva il comunismo, per questo è sottoposto a durissime sevizie. Sbarcato nell’ottobre del 1927 in Italia, ha davanti a sé anni di calvario, le condanne del Tribunale Speciale, i ricoveri nei manicomi criminali e non, le carceri comuni, il confino prima a Ponza poi alle Tremiti.

Nel 1943 è sfollato a Germignaga in provincia di Varese dove abita la figlia Gina, ammalata di tubercolosi muore nel ‘48.  Viene riassunto dalle ferrovie e continua l’attività sindacale fiancheggiando la corrente anarchica. Alterna straordinaria intelligenza delle cose con digressioni fantasmatiche, a cui si aggiungono quelle del genero, Amilcare Pollini, che dilapida i guadagni di una fortunata iniziativa editoriale con la pubblicazione di lettere e opuscoli per i potenti del mondo. Dega.speri cosa speri? Affogato in questo tormento linguistico si rivela Messia or di questo or di quello. Investito da un’auto,

muore nel 1956.

Isidoro Azzario si era ritirato dall’attività sindacale nel 1947, dedicandosi all’astronomia e a mondi fantastici, preferibili al presente. Se avesse scritto Ventimila leghe al di là del mondo sarebbe oggi un classico.

Era davvero un compagno a sé, ha detto un amico.

Muore a Luino nel 1959, smentendo Wikipedia che lo vorrebbe morto trent’anni prima.

 

  



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