Pinco
Pallino, Teorie del medialismo, ed. Pollini, Milano, 1944, oppure
Assalto alla luna. Critica della teoria selenitica, stesso editore,
medesimo autore che si firma qui 5EX. E’ annunciata l’uscita di Antigalileo,
commenti superistici ai Dialoghi dei massimi sistemi….
Un po’ più che bizzarro il noto Pinco
Pallino. In altro testo suo, Guerra
al passato. Considerazioni di un uomo di strada, 1944, si legge a pag. 26: Il dovere della
Russia bolscevica sarebbe stato quello di scendere in guerra, non contro, ma a
fianco delle potenze dell’Asse; nel qual caso la liberazione dell’Europa dal
giogo anglosassone sarebbe stata assai più sollecita ed oggi un fatto da tempo
compiuto.
Saltando a piè pari imbarazzanti
confronti con l’oggi, il testo esprime un’opinione diffusa all’epoca tra alcune
componenti interne ed esterne al Partito Comunista d’Italia.
Il Pinco Pallino e 5EX in questione non è altri che Isidoro Azzario, nato a Pinerolo da Federico e Teresa Gottero il 24 maggio del 1884, che scrive insieme al genero Amilcare Pollini. Non una vita sottovuoto quella di Isidoro, ma scalpitante di idee e di passione politica. Non è inebriato di se stesso, fa il capostazione, il sindacalista dei ferrovieri, dirige Il Sindacato Rosso, è tra i fondatori del Partito Comunista a Livorno, entra nel Comitato centrale insieme a Palmiro Togliatti, è a Mosca nel 1922 per la Terza Internazionale. Nella foto ricordo sta al centro quasi sorridente, con Camilla Ravera, Amedeo Bordiga, Luigi Longo ed altri pezzi da novanta del partito, alcuni dei quali ne diventeranno fieri oppositori. Il fascismo sta per complicare l’esistenza di Azzario, sorvegliato speciale comincia l’andirivieni della galera e poi del confino. Anche il partito va in confusione per le contrapposte linee sul Che fare? nei confronti del regime fascista.
Con
tutti i dirigenti del partito Azzario tornerà in URSS nel 1926 per discutere,
tra l’altro, dell’eventuale fusione con il PSI. In certe lettere alla compagna,
Ester Ferrari, levatrice, cerca teneramente di districarsi con le poste
internazionali perché non è solo lui ad essere in moto perpetuo, ma anche lei,
che è al seguito delle tournées mondiali
di una famosa cantante lirica dell’epoca, Toti Dal Monte.
Un buio spartiacque si installa nella
sua vita. Da Mosca va in America Latina per incontri sindacali, dall’Argentina
alla Colombia. Pure lì gli viene fatto assaggiare il sabor latino del
carcere. Azzario è scomodo anche a se stesso. Nel transatlantico di ritorno
forse scrive con la vernice abbasso il fascismo, viva il comunismo, per
questo è sottoposto a durissime sevizie. Sbarcato nell’ottobre del 1927 in
Italia, ha davanti a sé anni di calvario, le condanne del Tribunale Speciale, i
ricoveri nei manicomi criminali e non, le carceri comuni, il confino prima a
Ponza poi alle Tremiti.
Nel 1943 è sfollato a Germignaga in
provincia di Varese dove abita la figlia Gina, ammalata di tubercolosi muore
nel ‘48. Viene riassunto dalle ferrovie
e continua l’attività sindacale fiancheggiando la corrente anarchica. Alterna
straordinaria intelligenza delle cose con digressioni fantasmatiche, a cui si
aggiungono quelle del genero, Amilcare Pollini, che dilapida i guadagni di una
fortunata iniziativa editoriale con la pubblicazione di lettere e opuscoli per
i potenti del mondo. Dega.speri cosa speri? Affogato in questo
tormento linguistico si rivela Messia or di questo or di quello. Investito da
un’auto,
muore nel 1956.
Isidoro Azzario si era ritirato
dall’attività sindacale nel 1947, dedicandosi all’astronomia e a mondi
fantastici, preferibili al presente. Se avesse scritto Ventimila leghe al di
là del mondo sarebbe oggi un classico.
Era davvero un compagno a sé, ha detto un amico.
Muore a Luino nel 1959, smentendo Wikipedia
che lo vorrebbe morto trent’anni prima.
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