claudio
canal
aprile 2021
DOLOR DE LA
ESPERANZA
da Luis
Borja a Roque Dalton e, in fondo, a me
Foto di Luis Borja, poeta del Salvador.
E’
morto di Covid il 3 marzo scorso. Aveva 35
anni. Ha trasgredito l’obbligo di morire di Covid da vecchi, come stabilito
da taxisti, geometri, elettrauti ecc. specializzati nottetempo in virologia
comparata e strilloni sui social della loro granitica fede.
Poeta acuminato, scoperto quasi casualmente non molto tempo fa.
La mia stanza è piena di mosche…
A Leopoldo María Panero
Leopoldo, la mia stanza è piena di
mosche.
Si posano sui libri che ci son dentro
Si mangiano i morti che giacciono su
quelle pagine
Demoliscono quei muri d’inchiostro e
volano gloriose sui sogni morti delle poesie
Leopoldo, vedo i miei amici
crocifissi dalle mosche
Ma, addio Leopoldo
te ne vai a ciò che appartieni a quel
paese intasato dai vermi
la festa delle mosche è stata fatta
nei tuoi occhi
te ne vai dove il piscio ti dà il bagno che desideravi,
Leopoldo, affogherai nella nudità di
tua madre?
Sarà ancora lo stesso il rospo che
odiavi per la sua crudeltà verso la follia?
Le mosche fanno festa Leopoldo
Le mosche se la godono cagando il tuo
cervello poeta maledetto
Leopoldo è alla tua poesia morta che cantano?
Mi cuarto está lleno de moscas…
Leopoldo, mi cuarto está lleno de
moscas
Se posan sobre los libros que están
en ella
Se comen los muertos que yacen en
esas páginas
Derriban esos muros de tinta y vuelan
gloriosas sobre los sueños muertos de los poemas
Leopoldo, veo a mis amigos
crucificados por las moscas
Pero, adiós Leopoldo
te vas a donde perteneces a ese país
atascado de gusanos
el festín de las moscas se ha hecho
en tus ojos
te vas donde los orines te dan ese
baño que deseabas
¿Leopoldo te ahogarás en la desnudez
de tu madre?
¿seguirá siendo el mismo sapo al que
odiabas por su crueldad ante la locura?
Las moscas hacen el festín Leopoldo
Las moscas se regocijan cagando tus
sesos poeta maldito
¿Leopoldo es tu poema muerto al que
cantan?
Foto di Leopoldo María Panero [1948-2014), poeta spagnolo, grande e stramaledetto.
Oltre quel luogo dove
ancora si nasconde la vita, resta
un regno, resta da coltivare
come un re la sua agonia,
da far fiorire come un regno
il sudicio fiore dell’agonia:
io che tutto ho prostituito, posso ancora
prostituire la mia morte e fare
del mio cadavere l’ultima poesia.
traduzione di Alessandro De
Francesco.
dalla rivista Poesia, Crocetti Editore (anno 2012)
Más allá de donde
aún se esconde la vida, queda
un reino, queda cultivar
como un rey su agonía,
hacer florecer como un reino
la sucia flor de la agonía:
yo que todo lo prostituí, aún puedo
prostituir mi muerte y hacer
de mi cadáver el último poema.
Da poeta a poeta. Da vita a morte, da morte a vita.
Incarcerati lo scorso anno dal presidente Nayib Bukele, 39 anni, che ha stravinto le elezioni del 28 febbraio scorso. Già sindaco
della capitale come membro del FMLN-Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale, da cui è stato espulso nel
2017.
El Salvador ! Ci sono troppi Salvatori a San Salvador, dico io, che pure sono stato nel carcere La Mariona.
Roque Dalton, a proposito di un altro presidente:
Dicono che fu un buon
Presidente
perché distribuì case a
buon mercato
ai salvadoregni che
sopravvissero…
Dicen que fue buen
Presidente
porque repartió casas
baratas
a los salvadoreños que
quedaron...
Disgregazione sociale, Uomo della Provvidenza dal braccio pesante, molto pesante, una “gloriosa” sinistra diventata irrilevante
Metà del pianeta è già così, altri paesi ci stanno
arrivando poco alla volta.
Più precisamente, Bukele si è dichiarato instrumento de Dios
I morti sono ogni
giorno più indocili.
Prima era facile con
loro
[…]
Ma cosa ci vuoi fare
i morti
sono cambiati da
allora.
Oggi diventano ironici
fanno domande.
Mi sembra che si
rendano conto
di essere sempre più la
maggioranza!
Los muertos están cada
día más indóciles.
Antes era fácil con ellos:
[…]
Pero qué va
los muertos
son otros desde
entonces.
Hoy se ponen irónicos
preguntan.
Me parece que caen en
la cuenta
de ser cada vez más la
mayoría.
Roque Dalton
E qui è a tutto volume il mio attaccamento a Dalton.
Desde luego que sí es
un país chiquito/ como un hurácán en un frasquito / oloroso a café a vegetación
y acantiládos
Sì, certo che è un
paese piccolo / come un uragano in una bottiglietta / che profuma di caffè di
vegetazione di scogliere Heriberto Montano
Per vederne un po’, qui
Paese di vulcani, di matanzas/massacri, di a volte poesia a volte dolore, di rivoluzioni oniriche, di torve oligarchie, di testimoni innocenti e martiri evangelici, di allegrie improvvise, di notti mascoline, di cani felici, di sapienza negli occhi, di cherubini e cherubine
Chi ricorda Marianela?
Lo spurgo della memoria funziona benissimo, qui e là.
Chi ricorda Ignacio Ellacuria?
Io me lo ricordo.
Questa è la foto che gli ho scattato all’UCA
[Università Centroamericana di San Salvador, di cui era rettore] nel gennaio
1987 prima di intervistarlo. Aveva appena terminato la sua relazione sul
conflitto nel paese, individuando lucidamente le responsabilità delle
oligarchie economiche e militari. Neppure due anni dopo sarebbe stato
massacrato, con altri cinque confratelli gesuiti, la cuoca con la figlia
piccola, da uno squadrone della morte formato da militari dell’esercito
regolare.
Il processo ad uno degli esecutori del massacro
si è svolto in Spagna nel 2020,
trent’anni dopo
Chi ricorda Roberto D’Aubuisson, organizzatore e mandante dell’assassinio di mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, e non solo?
Io me lo ricordo.
Non ho una foto perché al “pranzo elettorale”
organizzato da Arena –il suo
partitastro- non era possibile scattarle
e io ero lì “per caso” a bermi una
cerveza.
Avrei fatto meglio, se l’avessi saputo allora, cercare la sorella di D’Aubuisson, Marisa Martínez, del direttivo della Fondazione O. Romero. Ha percorso da sempre una strada in senso contrario a quella del fratello.
Me lo ricordo io, che non l’ho mai incontrato.
O forse sì, senza saperlo. A Praga, da U Fleků, mistica birreria in cui trascriveva frammenti di
discorsi di giovani per montarli in poema, come faceva Leoš Janáček, ma questa
è un’altra storia.
Io sono incurabilmente Daltonico. Vedo in lui tutti i colori della poesia latinoamericana.
Il famoso realismo tragico.
È bello essere comunista,
anche se procura molti mal di testa.
È che il mal di testa dei comunisti
si presuppone storico, vale a dire
che non arretra davanti alle
pastiglie analgesiche
ma solo davanti alla realizzazione
del Paradiso in terra.
Così stanno le cose.
Sotto il capitalismo ci fa male la
testa
e ce la strappano via.
Nella lotta per la Rivoluzione la
testa
[ è una bomba a scoppio ritardato.
Nella costruzione socialista
pianifichiamo il mal di testa
il che non lo fa diminuire, anzi
tutto al contrario.
Il comunismo sarà, tra le altre cose,
un’aspirina grande come il sole.
Sobre
dolores de cabeza
Es
bello ser comunista, / aunque cause muchos dolores de cabeza./ Y es que el dolor de cabeza de los
comunistas
se
supone histórico, es decir / que no cede ante las tabletas analgésicas/ sino
sólo ante la realización del Paraíso en la tierra.
Así
es la cosa. Bajo el capitalismo nos
duele la cabeza / y nos arrancan la
cabeza. / En la lucha por la Revolución
la cabeza [
es una bomba de retardo. En la
construcción socialista/ planificamos el dolor de cabeza / lo cual no lo hace
escasear, sino todo lo contrario. El
comunismo será, entre otras cosas, / una
aspirina del tamaño del sol.
Questa
invece sì:
La testa contro il muro
(Conclusione filosofico-morale)
La materia è dura.
La materia è indistruttibile
e dunque
la materia non capisce,
la materia
è crudele.
La cabeza
contra el Muro
(Conclusión
filosófico-moral.)
La materia
es dura,
la materia
es indestructible
por lo tanto
a materia es
incomprensiva,
la materia
es cruel.
La notte del 10 maggio 1975, con l’accusa di essere un infiltrato della CIA, Dalton viene ucciso con un colpo di pistola alla testa mentre dorme. Ha 39 anni. Joaquín Villalobos, fondatore dell’Ejército Revolucionario del Pueblo (ERP), di cui Dalton faceva parte, Alejandro Rivas Mira e Vladimir Rogel Umaña sono gli esecutori. Non si sono mai trovati i suoi resti.
Joaquín Villalobos da tempo vende i suoi servigi come
“esperto di sicurezza” ai governi che pagano meglio.
Julio Cortázar
che qui legge una poesia di Roque
Poesia,
perdonami per averti aiutato a capire
che non sei fatta solo di parole
Poesía
Perdóname por haberte ayudado a
comprender
que no estás hecha sólo de palabras.
Roque Dalton legge le sue poesie
Come non bastassero le cateratte di uccisioni in una guerra civile disperata ed estrema, 1980/1992, quasi 100.000 morti e 7000 desaparecidos/as, il 6 aprile 1983 a Managua veniva assassinata dai suoi compañeros la comandante Ana Maria, 54 anni, guerrigliera leader del FMLN salvadoregno. Una cupa divergenza strategica. Nella danza macabra sei giorni dopo, ancora a Managua, il “suicidio” del comandante Marcial, fondatore del FMLN.
Un dio di cemento guidava alcuni settori guerriglieri
fino a portarli al divoramento reciproco.
Ofertorios de la
aberración
avrebbe detto Roque D., se non fosse stato divorato anche
lui.
Quando saprai che sono
morto di’ sillabe strane. Pronuncia fiore, ape, lacrima, pane, tormenta -
Cuando sepas que he muerto di sílabas extrañas. Pronuncia flor, abeja, lágrima, pan,
tormenta. Roque D.
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Il passato non è solo
/ banalmente incantatore. E’, soprattutto, / nuovo.
Perché lo viviamo
ciecamente. R.D.
Nella nota 11 del poema in prosa e versi Los Hongos, dedicato ad Ernesto Cardenal, scritto a L’Avana, Praga, Parigi tra il 1966 e il 1971, Roque D. scrive:
Il Padre José Maria González Ruíz , che ho
citato molto – e ditemi voi cosa c’è di curioso se lo ringrazio – è ora
Canonico Elettore della Cattedrale di Malaga, biblista e uno dei teologi
moderni più brillanti, autore di Il
Cristianesimo non è un umanesimo e Dio è gratuito, ma non superfluo.
Luglio
1966 “servivo messa” a padre José
Maria González Ruíz [1916-2005] nella vecchia chiesetta di Praly Ghigo
[Torino]. Tra i banchi ad assistere a questa mattutina liturgia cattolica alcuni
partecipanti al campo internazionale Il
cristiano di fronte alla rivoluzione che si teneva al Centro Ecumenico
Valdese Agape, in maggioranza protestanti, dall’Europa, dal Sud del mondo e da
“oltrecortina”. In fondo alla minuscola navata, un po’ distaccato, l’allora
vicedirettore di Agape Sandro Sarti,
Maestro di tutti e di nessuno.
Ebbi
la malaugurata idea di proporre la relazione tenuta di J.M.G.R. e altri testi ad un giovane e promettente
editore cattolico. Ne fece un pasticciaccio brutto.
Ma
González Ruíz tornò e i suoi libri furono tradotti in
italiano.
Sarebbero
ancora più nutrienti oggi di allora, se qualcuno li sfogliasse.
L’ambiguità politica del cristianesimo
è comprensibile
Nella linea dell’incarnazione può
essere rivoluzionario
Invece la religione del Dio Padre è
conservatrice Roque D.
In fondo
I fans di Nayib Buyele, i Nayilibers, gli hanno dato la maggioranza assoluta anche in parlamento. Il Presidente è molto attivo su Twitter.
Parla al popolo. Parla con il popolo.
El
pueblo non è sempre amabile nelle sue scelte. Certe volte sbaglia di grosso.
Ma
le ragioni che stanno dietro alle sue scelte non sono né stupide né
irrazionali.
Su
queste bisognerebbe schiarirsi le idee, fino in fondo.
Scavi
Quello che segue è un trascurabile reperto archeologico. Parla di un altro Mondo, di un altro discorso sul Mondo [oltre che del mio lato vanesio].
Il Manifesto, dicembre
1987
N. 2
N. 6
Chi ha avuto il fegato di arrivare fin qui, merita il premio fedeltà :
due musiche di Maria de Baratta [1890-1978], compositrice salvadoregna, etnomusicologa: danza sagrada e Nahualismo
e
L’amore,
ha
il colore
dei
miei sandali…
Vado
scalza!
El
amor,
es
del color
de
mis sandalias…
¡Voy
descalza!
Claudia Herodier 1899 -1974
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