COLONIZZARE LA MENTE

L'editrice responsabile, Edizioni del Capricorno di Torino, rincara la dose: Nelle parole di un grande storico e nelle preziose immagini degli archivi ANSA e dei suoi partner internazionali, tutta la verità su una pagina controversa (e mai abbastanza indagata) della storia nazionale.
Tutta la verità - mai abbastanza indagata. Modestia, portami via. L'avventura coloniale italiana è il titolo, con un bel dromedario in copertina. In effetti si è trattato di un interminabile safari africano con inclusa caccia all'indigeno e alle sue terre. Sfogli il libro e scopri che tra le numerose foto - di veramente inedite neppure una - non c'è un'immagine che riguardi la riconquista italiana della Cirenaica tra 1929 e 1932. Non una che rappresenti l'autentica e spietata battuta di caccia realizzata dall'esercito italiano: la deportazione di metà della popolazione, le marce forzate di donne, bambini, vecchi per centinaia di chilometri nel deserto, le razzie del bestiame fonte di sussistenza per una popolazione nomade, la cementificazione dei pozzi d'acqua, la distruzione sistematica delle moschee e dei luoghi di raduno, l'internamento di migliaia di persone nei numerosi campi di concentramento in condizioni disumane e la conseguente loro decimazione, le fucilazioni di massa, l'arresto e l'impiccagione del leader della resistenza libica Omar el Mukhtar. Niente di niente. L'avventura libica resta totalmente invisibile. Che dire? E' la post-verità tanto di moda?
E' impensabile che lo storico Gianni Oliva non conosca la copiosa documentazione sull'argomento. E' altrettanto impensabile che la redazione de La Stampa non sappia che cosa impacchetta col giornale. Forse sia l'uno che l'altra pensano che ai lettori del quotidiano si possa cucinare, in nome della divulgazione, qualsiasi immondizia. E' la post-informazione storica e giornalistica.Come tanti anni fa, quando, parlando del criminale di guerra Rodolfo Graziani all'opera in Cirenaica, La Stampa scriveva: Tempra magnifica di soldato e di colonizzatore, si direbbe che ha nel sangue l'antica virtù latina e romana... Maschia figura, il generale Rodolfo Graziani, riflette nel volto e nel gesto i segni del condottiero, ma negli occhi è limpida e prestigiosa l'espressione della bontà" [La Stampa, 23 febbraio 1935].
Caro Claudio, come hai ragione!
RispondiEliminaE mi stupisco della Stampa che pure a volte riesce ad essere aperta ad interpretazioni diverse da quelle di regime. Rai Storia, anche se non posso dirne moltissimo perchè non la guardo spesso, trasmette talvolta dei documentari storici piuttosto seri.
Proprio sulle vicende coloniali di tutte le nazioni europee, Italia purtroppo compresa, terribili rapporti piuttosto ben documentati ho visto anche recentemente su Rai Storia appunto. Ma nemmeno questa banale visione televisiva è alla portata di certi sedicenti storici, che hanno l'ardire di pubblicare bugie senza documentarsi. Buon anno.