Passa ai contenuti principali
COLONIZZARE LA MENTE



La foto e la locandina documentano un microscopico tentativo di dar voce ai soggetti del colonialismo italiano, come è spiegato più diffusamente qui. Un impegno  senza speranza. Lo sguardo superficiale, autoassolutorio e limitativo continua ad essere la pratica dominante anche di chi dovrebbe invece produrre conoscenza. La voce dei colonizzati resta ancora ampiamente ignota e ignorata [vedi qui un esempio].                         Poi, gradevolmente stupito,  scopri che il quotidiano La Stampa ha allegato due mesi fa in edicola, per euro 9,90, un libro fotografico che introduce con queste parole: L’Africa Orientale Italiana 1855-1942Dopo ottant’anni tutta la verità su una pagina controversa della storia nazionale attraverso le parole dello storico Gianni Oliva e le immagini degli Archivi ANSA e dei suoi partner internazionali.  
L'editrice responsabile, Edizioni del Capricorno di Torino, rincara la dose: Nelle parole di un grande storico e nelle preziose immagini degli archivi ANSA e dei suoi partner internazionali, tutta la verità su una pagina controversa (e mai abbastanza indagata) della storia nazionale. 
Tutta la verità - mai abbastanza indagata. Modestia, portami via. L'avventura coloniale italiana è il titolo,  con un bel dromedario in copertina. In effetti si è trattato di un interminabile safari africano con inclusa caccia all'indigeno e alle sue terre. Sfogli il libro e scopri che tra le numerose foto  - di veramente inedite neppure una - non c'è un'immagine che riguardi la riconquista italiana della Cirenaica tra 1929 e 1932. Non una che rappresenti l'autentica e spietata battuta di caccia realizzata dall'esercito italiano: la deportazione di metà della popolazione, le marce forzate di donne, bambini, vecchi per centinaia di chilometri nel deserto, le razzie del bestiame fonte di sussistenza per una popolazione nomade, la cementificazione dei pozzi d'acqua, la distruzione sistematica delle moschee e dei luoghi di raduno, l'internamento di migliaia di persone  nei numerosi campi di concentramento in condizioni disumane e la conseguente loro decimazione, le fucilazioni di massa, l'arresto e l'impiccagione del leader della resistenza libica Omar el Mukhtar. Niente di niente. L'avventura  libica resta totalmente invisibile. Che dire? E' la post-verità tanto di moda?
E' impensabile che lo storico Gianni Oliva non conosca la copiosa documentazione sull'argomento. E' altrettanto impensabile che la redazione de La Stampa non sappia che cosa impacchetta col giornale. Forse sia l'uno che l'altra pensano che ai lettori del quotidiano si possa cucinare, in nome della divulgazione, qualsiasi immondizia. E' la post-informazione storica e giornalistica.Come tanti anni fa, quando, parlando del criminale di guerra Rodolfo Graziani all'opera in Cirenaica, La Stampa scriveva: Tempra magnifica di soldato e di colonizzatore, si direbbe che ha nel sangue l'antica virtù latina e romana... Maschia figura, il generale Rodolfo Graziani, riflette nel volto e nel gesto i segni del condottiero, ma negli occhi è limpida e prestigiosa l'espressione della bontà" [La Stampa, 23 febbraio 1935].


Commenti

  1. Caro Claudio, come hai ragione!
    E mi stupisco della Stampa che pure a volte riesce ad essere aperta ad interpretazioni diverse da quelle di regime. Rai Storia, anche se non posso dirne moltissimo perchè non la guardo spesso, trasmette talvolta dei documentari storici piuttosto seri.
    Proprio sulle vicende coloniali di tutte le nazioni europee, Italia purtroppo compresa, terribili rapporti piuttosto ben documentati ho visto anche recentemente su Rai Storia appunto. Ma nemmeno questa banale visione televisiva è alla portata di certi sedicenti storici, che hanno l'ardire di pubblicare bugie senza documentarsi. Buon anno.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Restiamo umani n. 11

  RESTIAMO UMANI   N. 11                                                 Gaza, prima     Se affermi che a Gaza si sta compiendo un genocidio, gli Altri ti dicono che sei un antisemita. Se affermi che a Gaza non si sta compiendo un genocidio, gli altri Altri ti dicono che sei un fottuto sionista complice. Genocidio vocabolo di distrazione di massa. Io dico che a Gaza è in atto un massacro, un annientamento, uno sterminio. Può bastare? Ridico che il 7 ottobre è stato un pogrom con i fiocchi, dove i fiocchi sono stati i nepalesi, thailandesi, filippini, palestinesi israeliani,   assassinati o presi in ostaggio. Il resto sono 379 militari israeliani uccisi, in questo caso si chiamerebbe Operazione Militare , se non ci fossero 797 civili uccisi   -tra cui bambini e donne stuprate- e 251 persone rapite, si chiama Pogrom e no...

SCONNESSI?

  Sconnessi? 03-10-2024  - di:  Claudio Canal Guardare avanti , si dice.  Guardare fisso , invece, la propria mano che sostiene un apparecchietto nero con schermo, detto  smartphone . Consultare, sbirciare, controllare, scrollare, ascoltare, pagare, scrivere, parlare, filmare… Al ristorante, per strada, in chiesa, nel passeggino, al cinema, in arrampicata, al supermercato, in auto, in classe, in ospedale, sul bus, sul water, a letto, in bici, al lavoro, ai mari e ai monti… in tasca, in mano. A testa bassa. Paesaggio umano smisuratamente  social . Ognuno di noi al guinzaglio del proprio  smartphone . Ad ogni latitudine, più o meno. Ad ogni età, neonato e pensionato, per ogni sesso. Super intersezionale. La psichiatria, che ha il naso fino, ha inventato il  problematic smartphone use   (PSU)   Ma quale  problematic ?  Obvious smartphone use . Non è un gingillo, è una Lampada di Aladino dai mille favori.  È  un  e s...

RESTIAMO UMANI N. 10

  credits THE SOUND OF GAZA Non è una nuova band, è, letteralmente, il Suono di Gaza. I raid israeliani in forma di bombardamento elencati con i gentili nomi dati da Israele formano un Haiku grazioso: Arcobaleno    e     Giorni di penitenza 2004 Piogge estive     e    Nuvole d’autunno 2006 Inverno caldo 2008 Piombo fuso 2009 Colonna di nuvole 2012 Margine di protezione 2014 Guardiani delle Mura 2021 Nella fase precedente il 7 ottobre il sound of Gaza era questo :  un ossessivo ronzìo ad alto volume generato dai droni di “sorveglianza” israeliani. Iniziata la rappresaglia Spade di ferro dopo quella data, il concerto si è trasformato nelle deflagrazioni a tappeto dei bombardamenti, dei droni armati, dei caccia e nei boati del crollo dei palazzi.  Si è completato con questi altri suoni: lascia che ti dica, amico mio, che non conosco più il sapore del sonno. I corpi dei bambini, le urla dei feriti e le loro...