Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da dicembre, 2009
PREMIO GRINZANE, AGAIN N. 5 Chi credeva chiuso il Luna Park del GRINZANE - specchio della politica e, in buona parte, della cultura torinese - dovra' ricredersi. La prima asta per prendere ciò che resta del Grinzane - ma non il marchio, che la gang Soria tiene stretto - era stata favorevole, il 24 novembre, alla Fondazione Lattes [vedi post precedente]. L'altro pretendente, Giovanni Aringoli, rappresentante del Premio Capalbio , ricorre e il presidente della sesta sezione del Tribunale civile indice una nuova asta per il 15 dicembre. A questo punto entra a tutto volume la colonna sonora I Tre Porcellin: il detto Aringoli perde l'aereo da Roma per Torino e non arriva per le 17,00 all'apertura della buste, anzi della busta, quella della Lattes . Toto' , G. Aringoli, e Peppino De Filippo , il suo avvocato, spediscono fax e telefonate per dire che stanno arrivando, sono sotto casa. Quando atterrano alle 18,30 si accorgono di aver dimenticato 'a caparra di 30.000 ...
emilio guarnaschelli e nella masutti UNA PICCOLA PIETRA Nel marzo 1988 , dopo un pomeriggio trascorso a conversare con Mario Guarnaschelli , pubblicavo il seguente articolo su Il Manifesto [per INGRANDIRE, cliccare sopra]. Il Muro di Berlino era ancora in piedi e l'Unione Sovietica pure. L'avevo conosciuto alla presentazione del libro Una piccola pietra. Con lui avevo incontrato Nella Masutti e Dante Cornel i , il "redivivo tiburtino" che, sopravvissuto a venti anni di gulag, avrebbe dedicato il resto della sua vita a documentare le persecuzioni subite dagli esiliati italiani nell'URSS staliniana. Allora, Dante, mi regalo' tutti i suoi libri, pubblicati, meno uno, a proprie spese. Adesso sono tutti morti, ma la storia di Emilio Guarnaschelli non è liquidabile con facilità: il suo innamoramento del paese del Socialismo, il suo arrivo a Mosca nel 1933, la sua delusione ragionata, la sua persecuzione feroce e, infine, la sua fucilazione come controrivo...
OSTAGGIO PERFETTO: AUNG SAN SUU KYI disegno di Kho Khaing OSTAGGIO PERFETTO è uno spettacolo teatrale che ho scritto e interpretato con Vesna Šćepanović al Caffé Basaglia di Torino, novembre 2009. Un tentativo di ricostruire l'itinerario umano e politico di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, ed eterna carcerata della giunta militare birmana. Scrive Aung San, in un testo di lucide considerazioni politiche: Non è il potere che corrompe, ma la paura. Il timore di perdere il potere corrompe chi lo detiene e la paura del castigo del potere corrompe chi ne è soggetto. Gran parte dei Birmani conosce i quattro A-GATI, le quattro forme di corruzione. CHANDA-GATI, la corruzione indotta dal desiderio, alla ricerca di favori a vantaggio di chi si ama. DOSA-GATI: danneggiare coloro ai quali si porta rancore. MOGA-GATI è l’aberrazione causata dall’ignoranza. Ma forse il peggiore dei quattro è il BHAYA-GATY, in quanto la BHAYA [la PAURA] non solo soffoca e distrugge lentamente il senso ...
Journal.Gyaw Ma Ma Lay sulla Newsletter Myanmar n. 9 / 2009 ho riportato la recensione che ho scritto per Il Manifesto del 4 dicembre 2009 INTRECCI BIRMANI TRA SENTIMENTI E LOTTA ANTICOLONIALE Anche solo nel pronunciarli i nomi di alcune tra le scrittrici birmane contemporanee ci impongono di emettere suoni e assumere intonazioni diverse dal nostro standard acustico: Ludu Daw Amar, Nu Nu Yi Inwa, Ma Thida, Khin Khin Htoo, San San Nweh , ecc. Un buon esercizio di articolazione che ci invita alla prudenza di fronte ad una letteratura che ci è del tutto sconosciuta nonostante la sua storia secolare. L’occasione ci è fornita dalla prima traduzione italiana [dal francese] di uno dei testi più importanti della letteratura moderna birmana: Mone Ywa Mahu – E non per odio , reso con La sposa birmana [ ObarraO edizioni, Milano, 2009, pagg. 221, trad. Giusi Valent]. L’autrice, Journal-Gyaw Ma Ma Lay , nata nel 1917, è morta nel 1982, dopo una intensissima vita letteraria, giornalistica ed ed...

DEGLOBALIZZARSI

Ho pubblicato il testo che segue nella rubrica LETTURE della Newsletter dicembre n. 26 dell'OSSERVATORIO IMMIGRAZIONE IN PIEMONTE leggibile in www.piemonteimmigrazione.it/ La crisi non fa sconti a nessuno. Forse a qualcuno sì. Ma nella difficoltà c’è chi è ancora più in difficoltà. Se perdo il lavoro è una tragedia. Se a perderlo è un lavoratore o una lavoratrice stranieri rischiano in più di essere espulsi. La differenza non è da poco. L’emigrato e le sue rimesse a casa sono una speranza. Nel 2009 le rimesse sono calate. La Banca mondiale dice che erano 328 miliardi di dollari nel 2008, 304 nel 2009. Per questo molti emigrati – quanti? Non si sa – cominciano a mandare indietro le famiglie nella speranza di non dover tornare loro stessi. Loro stesse, nel caso delle “badanti” e di altri impieghi di cura. C’è tutta una vasta letteratura sulle migrazioni di ritorno (1) che però si è sviluppata in altre fasi storiche, quando i flussi migratori verso i paesi ricchi erano in costante a...