CLAUSURE A VENIRE
"La clausura violata" è il titolo che Samuele Silva ha dato al suo servizio fotografico realizzato nel 2021 alla Motta Grossa. Passeggiare tra i ruderi di un monastero è un'attività che fomenta pensieri multipli. Si va dallo sfasciacarrozze, al compianto del passato e a tutte le possibili variabili intermedie.Le monache erano lì dal 1903 e se ne sono andate nel 1998, anche frettolosamente si direbbe.
Hanno precorso i tempi di un processo che oggi è inarrestabile, soprattutto nella sua variante monasteri femminili. Nella stessa località della Motta Grossa, cioè Pinerolo (Torino), le Visitandine, che erano giunte nel 1634 dalla Francia, preparano in questi tempi la loro partenza.
I monasteri dismessi è una voce interessante di Google per essere informati del fenomeno e per le interpretazioni da farci sopra.
C'è un bel libretto del 2021, Tomaso Montanari Chiese Chiuse, Einaudi, che andrebbe aggiornato e ampliato. Se guardiamo la Germania, i Paesi Bassi, l'Inghilterra, la Francia... è un continuo chiudere o demolirle. Digitare churches closed in europa.
"Cartusianlover" un blog dedicato ai monasteri. Servizio fotografico di qualche anno prima.Questa premessa un po' lunga introduce la mia conferma:
ci sono stato alla Motta Grossa. Non per rovistare né per esercitarmi in graffiti. Ero giovane, abitavo a Pinerolo, non ero un cistercense e neppure donna, questo convento di clausura mi attraeva. Isolato, in un sobborgo di una borgata, nessun rapporto con la città. Aveva tutte le caratteristiche del fascino.
Ti davano un loculo, la "cella", bussavano alla porta e depositavano il pranzo/cena in apposita cassetta di legno, non vedevi nessuno perché erano cistercensi sul serio.
Vedevi i tre, o due, non ricordo, maschi nella forma di preti irlandesi che officiavano. Le donne mai. Le sentivi gioiosamente cantare in Chiesa separate da una griglia di legno.
Cantare, era questa la cosa che forse mi aveva più volte portato lì. Ero imbevuto dall'attività dell'abbazia di Solesmes, il loro portare il gregoriano a quella melodia senza ritmo, che fluiva libera dalla battuta.
Solesmes l'ho vista solo in cartolina, ma ascoltavo i loro dischi, che si erano mischiati nel mio famelico orecchio a
Visage di
Luciano Berio con
Cathy Berberian che faceva la parte della leonessa.
Il mio ascolto delle monache si poneva tra questi estremi, un caos voluto. Nel Nocturnus in particolare, assonnato com'ero, sentivo un gregoriano che si era bagnato sì a Solesmes, ma non disdegnava ogni tanto frasi polifoniche o ritmi ben squadrati in risposta a una intonazione del celebrante. Era un alternatim che le monache praticavano consapevoli o no. Intuivano che il "gregoriano" aveva una storia millenaria non imbalsamata in un inizio fittiziamente "puro", che c'erano stati secoli in cui il canto delle Chiesa ufficiale si veniva trasformando per non essere scacciato dal mondo.
E io me ne stavo lì a integrare Solesmes con Luciano Berio e Cathy Berberian!
Samuele Silva
E' la secolarizzazione. Chiese chiuse, in vendita, monasteri abbandonati. Crisi delle vocazioni. La fede non c'è più.
Poi, esci fuori e tutti siamo piegati di fronte ad un altare che è uno schermo. Sul tram, alle poste, in ospedale, in pizzeria, sulle strisce.
Ognuno seguace di una religione propria. A Torino, Lagos, Philadelphia, Shanghai. Chiamala algoritmo, social, intelligenza artificiale, piattaforma, app. Ti nutrono religiosamente offrendoti il mondo bello e quello brutto. Tutto compreso.
Ognuno seguace di una propria fede. Che ribadisce i tic personali e del clan di appartenenza. Di cui si imparano i sacramenti, gli inni, i fedeli e gli infedeli. Insomma, un culto. Tutti con un credo diverso, e nello stesso tempo uguale dappertutto.
Una religione che non prevede atei ed eresie, semmai i Giuda Iscariota, che appartengono allo smartphone dell'odiato vicino.
La fede ha cambiato forma. Anche quelli che "non avevano fede", adesso ce ne hanno una. Tecnologicamente connessa. Possono combattere il caos del mondo o alimentarlo. Fa lo stesso. Basta che ci sia sempre più fede, che gli utenti si convertano in credenti, che la Rete sia sempre più una Teologia.
Anche chi è venuto alla Motta Grossa in rovina a esibire i propri graffiti, parlava una lingua che intendeva solo la sua cerchia. Gli bastava. Cercava un senso a quello che faceva, cioè quello che la fede ha sempre cercato di fare.
I monasteri svaniscono. Fuori è pieno di moltitudini di clausure personali in attesa. Io, come tutti, ne sono un esempio. Parlo di trasformazioni delle fede generata dalla Rete e la Rete mi sostiene, mi fornisce un pulpito ed un uditorio. La mia piccola chiesa in cui posso pontificare come voglio. Il narcisismo fa la sua parte, l'astio idem, se esci dalla tua cuccia digitale.
Dando addio a questo ricordo di gioventù noto che il mondo a Nord e a Sud si sta sbarazzando della "democrazia", qualsiasi cosa volesse dire, e confida molto di più del suo contrario, chiamatelo come volete.
C'entra qualcosa la nuova fede?
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