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restiamo umani

 RESTIAMO UMANI


Non è un film horror. La realtà è horror.

Stragi orribili in risposta a stragi orribili in risposta a stragi orribili.

La necropolitica. Anzi, solo la necro senza politica.

La dittatura della morte. La sua ombra ovunque. Procurata, invocata, perseguita, sognata, singola, collettiva.

 

In Italia la gloriosa tradizione calcistica si incarna concitata nella curva sud contro curva nord, Forza Israele!  Forza Palestina! Stop. Nomi geografici, toponimi, che si trasfigurano in metafisiche a cui aggrapparsi per non vedere o per voler vedere troppo. Accecati, comunque.

 

La supremazia tecnomilitare di Israele sta facendo sfoggio di se stessa su 2 milioni e più di gazawi. Li ammutolirà tra macerie e corpi dilaniati, come tante volte negli anni passati. Numeri ogni volta spaventosamente sempre più grandi. Sono solo animali. Nuove tecnologie di annientamento messe ben in vista.

Quando questa operazione militare speciale sarà conclusa la supremaz. tecnomilit.  tornerà in Cisgiordania a sradicare ulivi, ad accompagnare dolcemente le incursioni dei coloni, a moltiplicare i posti di blocco, ad arrestare chi gli pare, a centrare alla testa chi si ribella, a espropriare terre. L’ordinario colonialismo di cui va fiera da decenni.

Nel frattempo si dedicherà a piazzare sul mercato internazionale gli infallibili sistemi di rilevamento e intelligence di cui è leader nel mondo, un po’ meno in patria.

 

Hamas, regime che governa lo pseudo Stato di Gaza, potrà di nuovo inneggiare ai suoi martiri, come insegna la tradizione degli infedeli cristiani [Semen est sanguis christianorum]. Potrà gridare vendetta, sognare nuovi sgozzamenti e nuovi colpi alla nuca. Eccitarsi al sangue. E gridare a squarciagola Allahu akbar invece di Filastin al-hurrah-Palestina libera , come hanno fatto autofilmandosi  i suoi miliziani durante il lungo raid. E’ fare torto alla conclamata strategia e alla storia di Hamas ridurla ad un movimento irredentista che nel suo risorgimento anticoloniale aspira ad uno Stato palestinese indipendente accanto allo Stato di Israele. Chiedere agli interessati per saperne di più.

 

L’incursione omicida/suicida di Hamas ha deviato il corso della storia mediorientale, e non solo. Cambiano attori e paraboliche del grande gioco. Saltati gli accordi di Abramo, si ricomincia da capo, chi è la più bella del reame mediorientale?  il principe saudita -quello che scioglie nell’acido i suoi critici- deve ripensare la sua carriera politica, i sornioni ajatollah iraniani si godono lo spettacolo e ingolfano le carceri di oppositrici in attesa della prossima mossa, il dittatore egiziano si propone come mediatore e amicone dei palestinesi tenendo da sempre blindato il valico di Rafah, unica via d’uscita per i gazawi. Sunniti, sciiti, alawiti esultano uniti non si sa per quanto tempo, spiazzati Erdogan e tutti gli altri, compresa l’UE, spiazzata per natura. Netanyahu dice “grazie Hamas,  hai salvato per il momento la mia amatissima poltrona permettendomi di indossare finalmente i panni del Gran Giustiziere”.

 

Un fantasma si aggira per il Medio Oriente, il funerale/il lutto.

 

I miei dubbi sullo statuto delle vittime.  

Non credo alla vittimologia, cioè al fatto che le vittime in quanto tali siano autorizzate a fare ciò che gli pare avendo patito dei torti. All’ombra dello sterminio nazista i governi israeliani hanno sempre pensato di avere mano libera sui palestinesi. Arafat era identificato con Hitler ecc. Europa, Stati Uniti hanno più o meno tacitamente appoggiato questa convinzione.

Neppure i palestinesi e Hamas, in quanto vittime di persecuzione israeliana, hanno automaticamente diritto di praticare qualsiasi violenza ammantandola per guerra di liberazione. Nonostante l’enorme sproporzione di potenza militare e simbolica, resta in funzione una simmetrica deumanizzazione reciproca che è la fabbrica dell’orrore a cui assistiamo impotenti.  

 

Naturalmente questo lo penso io, che sono nessuno. Ma lo penso e lo sento con una certa estenuante virulenza. A Gaza, Gerusalemme, Nablus, Tel Aviv ho conosciuto donne e uomini non subordinati al risentimento, al rancore del ricordo. Capaci di alimentare provviste di futuro riconciliato. Non credo di averlo solo sognato.

 

Antropologia bellica

I ragazzi e le ragazze sequestrate mentre, beata gioventù, ballavano all’alba nel deserto adesso vivranno nello sgomento la loro imprevista doppia identità, di israeliani strozzabili se nessuno scambio si realizza e di neo-palestinesi annientabili se il rifugio bunker verrà colpito delle bombe intelligenti israeliane. Anche le badanti filippine e i braccianti thailandesi, nepalesi ecc. rastrellati in quanto servi degli israeliani, più esattamente degli ebrei-yahudi, proveranno l’emozione di essere diventati di punto in bianco anche palestinesi grazie alle bombe pigliatutto degli israeliani.

 

Restiamo umani

Era la norma di etica politica di Vittorio Arrigoni, attivista dei diritti dei palestinesi che viveva a Gaza. Nell’aprile 2011 sequestrato, seviziato e poi strangolato da un locale gruppo islamista radicale.

 

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