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sogni di pietra

 sogni di pietra

si chiama Nagorno Karabakh. Non riusciamo neppure a biascicarlo, figuriamoci immaginarlo. Si chiamasse Lussemburgo o Liechtenstein o Euskadi, forse daremmo un'occhiata, nonostante lo scioglilingua. C'entra Putin? Sì e no. C'entrano gli americani? Non si direbbe. Allora non m'incazzo. 

Oggi non sono in vena di pontificare. Suggerisco un romanzo che si può trovare in italiano con un po' di buona volontà. L'ha scritto Akram Aylisli, scrittore azero, nel 2013. Da allora la sua vita a Baku, capitale dell'Azerbaigian, è diventata un inferno. 

Una scrittura serrata e trasparente. Non spiega tutto, ma rende visibile la tensione tra due mondi umani. 

Akram Aylisli, Sogni di pietra, Guerini e Associati, 2015






Commenti

  1. Sono stato una quarantina di giorni in Armenia ad assistere i superstiti di un tragico teeremoto appena esploso che uccise circa 40000 armeni nell'autunno del 1989i. Vi andai come medico inserito in una missione di soccorso . Trascorrendo tutto il giorno con la gente armena, affiancato da un interprete armeno residente da lunghi anni a Venezia, dopo una ventina di giorni fui in grado di comunicare con i pazienti senza l'interprete. La lingua armena è bellissima, molto vocalica come il nostro italiano, quindi ben orecchiabile, ma completamente alieno allle lingue latine. L'unica parola un po' simile alle nostre è stamocs che significa stomaco, le altre completamente irriconoscibili; naturalmente poichè la scrittura armena nulla ha a che fare con i nostri caratteri latini il mio apprendimento fu tutto orale, pertanto inesorabilmente destinato all'oblio. Oggi ricordo si e no cinque o sei espressioni, purtroppo.
    Le donne armene sono molto intelligenti, non belle. Tanto per dare un'idea dell'eterna rivalità, dell' ostilità, dell'acrimonia tra armeni e azeri molti armeni con ferma convinzione mi spiegavano che il terremoto non era stato un fenomeno naturale bensì un sisma provocato deliberatamente dall'Azerbaigian con ordigni potenti, probababilmente atomici, per massacrare l'odiato popolo armeno .Il Nagorno Karabak, enclave armeno in territorio azero, era allora esposto alle angheria azere come nel passato e ugualmente in seguito. La persecuzione è continuata fino ad oggi, con una breve pausa, almeno formale, dopo un accordo siglato un paio di anni fa regolarmente tradito dagli azeri. Gli azeri sono mussulmani, gli armeni infedeli cristiani, di confessione non cattolica, antica e solida. I monasteri armeni antichi e quasi tutti silenti e disabitati sono incantevoli, esteticamente emozionanti, evocativi e sacrali. Non posso non parteggiare per gli armeni, compiangerli solidale, già sterminati dai turchi nelle regioni occidentali nel 1915e ora minacciati e tiranneggiati da oriente ad opera degli azeri. Il destino armeno è maledetto se si rammenta che già i Mamelucchi d'Egitto invasero la Cilicia, terra degli armeni, nel 1375 uccidendone molte migliaia e costringendoli alla fuga in ogni direzione, una vera prima immensa desolante diaspora. I mussulmani ancor più odiano visceramente gli ebrei da molti secoli, anche quella una lunghissima storia. Vedremo mai la pace tra i popoli?

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