G7 G8 G20 G77+1 ... G8miliardi
Le famose
bande di ragazzini. C’è quello grande e grosso che si tira dietro i suoi e
botte da orbi a chi li contrasta. In questa strada non ci dovete mettere piede! Una banda
vicina invece l’attraversa, anche se di corsa. Il capo è meno corpulento, ma sa
il fatto suo. Altri gruppetti sono incerti, con chi stare? Un po’ con l’uno un
po’ con l’altro. All’aria aperta la situazione è abbastanza caotica. Diversa da
prima dove c’era la banda più forte e non ce n’era per nessuno. In più adesso
succede che un giorno il sole è rovente e nessuno ha voglia di venir fuori
dall’ombra. Un altro diluvia che appena ti affacci in strada quasi anneghi. Un
disastro. Non si capisce più niente. Bisogna solo aspettare che i ragazzini,
ragazzine incluse, crescano. Ma cresceranno?
Sì, diventeranno grandi. Anzi G(randi)20.
Una specie di super banda che cerca di spartirsi le zone di influenza. Assenti
XI Jinping e Putin. Presente! però Giorgia M. e questo ci rincuora.
Il padrone di casa, Modi si è indaffarato
moltissimo, senza fare i pignoli su come per l’occasione ha ripulito
le periferie di Nuova Delhi. Vuole che l’India sia chiamata Bharat, e su questo
niente da dire. Sta già scritto nella Costituzione. Per noi di una certa età va
anche meglio perché nel nostro immaginario gli indiani continuano ad
essere i nativi americani (stavo per scrivere i peller…).
Poi ha ufficialmente
siglato la Global Biofuel Alliance a cui aderiscono Brasile, Stati
Uniti, Bangladesh, Argentina, Sudafrica, Mauritius, Emirati Arabi e Italia,
oltre a Bharat. Mi propongo a Giorgia come servitore della patria ai prossimi
incontri nelle Mauritius. Ci tengo ai biocarburanti.
Non è
passata inosservata la dichiarazione fatta da Stati Uniti e IBSA- India, Brasile, Sudafrica - sul potenziamento degli aiuti finanziari
al Sud Globale.
La
geografia sta slittando verso il meridione del mondo. Da un punto di vista delle
aspirazioni geopolitiche, delle prese di parola, non può non piacere. Dirà l’avvenire se sarà un
guadagno per la Terra e l’Umanità.
Nel quartiere c’è sempre qualcuno dei ben piantati che invece di farsi
vivo in piazza con lo sguardo strafottente se ne sta non si sa dove. Perfino
quelli della sua banda sono sconcertati. Cosa starà macchinando?
Xi Jinping
perché non è venuto? Se ne fotte? Il suo ruolo se lo gioca nei Brics? Cioè Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e
prossimi Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Emirati arabi uniti e Arabia saudita.
Augurandosi che non si trasformino in Bricsaeeieauas. L’erede di Mao lascia intenzionalmente il G20 all’India?
Sembrerebbe di sì.
Modi ha così
organizzato gli accordi, fossero anche
solo pacche sulle spalle, senza la
Cina. Tutta questa sua agitazione sta in piedi? Amico di tutti e di nessuno?
Putin ha fatto bene a starsene dov’è, deve salvare l’eterna anima russa con i
carrarmati e questo disturba le calorose strette di mano.
Sta finalmente cambiando la faccia geopolitica del Mondo, detta anche multipolarismo, oppure sono solo
geometrie variabili destinate ad essere ormai perennemente
variabili? In altre parole, la novità è il movimento continuo e non la
configurazione che assume?
L’IMEC è una prima risposta. Un baccanale di acronimi da imparare a memoria.
India-Middle East-Europe
Economic Corridor. Lo promuovono il principe saudita Mohammed
bin Salman Al Saud, il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed
Al Nahyan, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf
Scholz, la presidente dell’Unione Europea von der Leyen, la primo ministro
italiana Giorgia Meloni, il capo della Banca Mondiale Ajay Banga e, ovviamente,
Joe Biden e Narendra Modi. Treni, porti, fibre ottiche, pipeline, autostrade, ponti,
hub.
Applausi a
scena aperta. Uno per tutti, quello di U.v.der
Leyen: E’ un ponte verde e digitale tra i continenti e le
civiltà.
All’esterno
del G20 un encomio altissimo viene da Netanyahu Israele è al centro di un inedito progetto internazionale che unirà
infrastrutture dall’Asia all’Europa, realizzerà una antica visione e cambierà
il Medio Oriente, Israele, e influenzerà il mondo intero.
Coro
stellare per un mondo a più facce? Risposta robusta, dieci anni dopo, alla Via della Seta cinese? Entusiasmo a buon mercato? Trionfalismo
fuori posto?
Calma,
dice la Cina: Il tempo mostrerà la differenza tra un’iniziativa che abbraccia tutti con
cuore aperto [la Belt and Road Initiative cinese] e una di idee ristrette che divide le nazioni. Noi speriamo che l’IMEC
non diventi così. Risposta
secca e stizzita.
I giochi
sono aperti e soprattutto il quadrante del mondo si è messo in moto. Una cosa è
sicura, il Medio Oriente torna ad essere uno snodo delle politiche mondiali.
Se qualcuno
poi, sprovveduto di finezze geopolitiche, osserva un po’ più da vicino i Grandi
20, presenti e assenti, il modo con cui governano i loro paesi e come fanno e
disfanno le loro società, qualche brivido giù per la schiena gli corre. Allora
il sempliciotto inesperto sceglie di chinarsi sulla minuteria storica e scopre,
per esempio, che un treno merci con 36 vagoni container è partito
dal sud della Russia, ha attraversato l’Iran, già nemico
numero uno dell’Arabia Saudita, e poi dallo Stretto di Hormuz è stato travasato
via mare a Gedda, in …Arabia Saudita. A fine agosto.
Oppure viene
informato che a Ryad, capitale dell’Arabia Saudita, lo scorso 11 settembre
grazie
all’UNESCO era in visita ufficiale una delegazione del
governo israeliano, anteprima di una possibile normalizzazione tra i due Stati
mediorientali. Il candido osservatore inoltre si stupirà vieppiù nel vedere che
Erdogan, il sultano
turco, si sia subito scagliato contro il corridoio in questione proponendone
uno di gamma superiore. Provvisoriamente definito, che strano, corridoio turco.
Non stanno
mai fermi i Grandi, anche i Meno Grandi. Saltabeccano da un summit, da un
vertice all’altro un po’ qua un po’ là. Finito uno, di corsa all’altro [Brics,
21/24 agosto, G20, 9/10 settembre, G77+Cina a Cuba, dal 15 settembre]. Gli farà
bene tutto questo sbattimento? E se prendono aria? E se fanno indigestione? E
se perdono l’orientamento? E il jet lag? Cos’è, fregola di contrasto alla
depressione?
C’è un
moto ondulatorio o sussultorio nella geopolitica? Preludio ad eventi tettonici
più duri e consistenti?
Se scendo
dai vertici e lo chiedo ad una immigrata filippina a Ryad, ad un palestinese di Nablus, ad una
giornalista kurdo-turca in carcere, mi
guardano con un certo disincanto. Eppure.
Qualcuno si perde, altri mettono su famiglia, qualcuno ricorda con
nostalgia e parla male dei nuovi ragazzini di strada, certi fanno carriera.
Tutto il GMondo è paese.
...su OGzero
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