EDU SCOPPIO
C’è agitazione di questi tempi nelle scuole medie superiori italiane. Esce l’Eduscopio della Fondazione Agnelli, giornalisti e presidi compulsano le classifiche, serie A, serie B, serie C. Lacrime ed applausi per i promossi ed i bocciati, come ogni anno. I cronisti a bordo campo a fare il tifo. Uno scrive, testualmente, il podio se lo prendono XX, XZ (che pochi mesi fa ha ospitato il Presidente Mattarella), di cui non era ancora note le doti taumaturgiche.A superare tutti i borderò è il quotidiano cittadino che si inventa, tra l’altro,
un bel secondo posto ad un inesistente Liceo Linguistico Curie a
Pinerolo, un quinto al fantomatico Porporato di Torino, un ottavo all’immaginario Gioberti
di Grugliasco e, poverino, il decimo al Majorana-Marro di Torino, in realtà in piena forma a
Moncalieri. E’ abbastanza scontato, spero proprio, che l’elenco sballato sia
risultato di una legittima ripicca del precario giornalista
compilatore e
non di Eduscopio. Sulla cui scadente
attendibilità scientifica ha scritto da tempo parole definitive la piattaforma Roars.
Che cosa sonda, dunque, Eduscopio? Sonda il prestigio, di cui, tra l’altro, è diretto promotore con le sue implacabili graduatorie annuali.
Qual è il più prestigioso
ristorante di Torino, il Cambio, naturalmente. Quello in cui si mangia
meglio? Personale più simpatico e accogliente? Rapporto prezzo e qualità
ottimale? La toilette più linda? No, è il più prestigioso. Chiedi in giro.
D’altra
parte Eduscopio non può fare diversamente, salvo rifiutare le regole del
gioco, a cui non mi pare portato. Da che cosa comincia il tabellone? Dal Liceo classico e finisce con
gli Istituti professionali. Da un secolo, la struttura gerarchica della
scuola italiana è tutta lì, con qualche smottamento interno non sostanziale. Un
ordine mentale indistruttibile, si direbbe.
Il
quotidiano locale gioisce perché il classico D’Azeglio è tornato in cima
alla classifica. Era stato retrocesso? Chissà come sarebbero oggi contenti Cesare
Pavese, Giulio Einaudi, Massimo Mila, Giancarlo Pajetta, Leone
Ginzburg, Norberto Bobbio, Primo Levi, Fernanda Pivano, Piero Angela… che
lì hanno studiato. A proposito di prestigio.
Invito
rivolto all’Eduscopio: nel prossimo sondaggio faccia lo sforzo di dirci quanti e quante frequentano le Scuole/Corsi Professionali
anche detti, mi pare, Formazione professionale per obblighi d’istruzione,
rivolti a ragazzi e ragazze dai 14 ai 24 anni, in corsi dalla durata da uno a
quattro anni. No, non qual è il migliore. Solo il numero, studenti, docenti,
tecnici, personale, tipi di corso, materie, sbocchi scolastici e lavorativi,
enti gestori, finanziamenti e costi generali, progetti formativi ecc. Che la coordinazione di questi enti sia
demandata alle Regioni e non al Ministero e al Ministro dell’Istruzione e del Merito, di
questi tempi è un meraviglioso vantaggio.
vedi anche il post dedicato a Eduscopio del 2017
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