preludio
claudio canal
testo originale
Contribuiscono alla dematerializzazione
almeno due processi:
1] la miniaturizzazione
incalzante dei dispositivi ha cambiato
la nostra percezione in modo tale che la materialità o, se vogliamo, la
fisicità, è diventa spettrale e i suoi rapporti col potere si sono eclissati. Questo
lo sosteneva già trent’anni fa Donna
Haraway [pag. 153].
2] mentre noi siamo sempre più
tracciati, osservati, analizzati, resi visibili, visitabili e mercanteggiabili,
si va esponenzialmente oscurando la tangibile durezza della nascita, vita e
morte dei congegni digitali, degli apparati e delle reti.
E’ un’operazione quasi magica, meraviglia numinosa, che avvicina la
tecnica alla religione o, almeno, al vangelo del nostro tempo.
Si può rendere riconoscibile il complesso industrial-digitale in cui siamo immersi?
Materie prime e seconde, forza lavoro
(corpi, esistenze), produzione, conflitti, politica, economia.
Nelle righe che seguono, qualche
spiraglio.
La tecnologia in genere e quella
digitale in modo speciale – Internet e web- praticano una dieta onnivora. Si
nutrono di molti tipi di minerali, faticano a farsi bastare la tavola periodica
degli elementi.
Qui le metafore scarseggiano. La lingua si fa meno evanescente e allusiva:
3TG [Tin/stagno,
Tantalio, Tungsteno, Gold/oro],
Conflict resources/Strategic minerals,
CRW [Critical
Raw Minerals/Materials-Materie Prime critiche],
Terre Rare/REE.
Queste ultime non sono per niente rare, soprattutto in Cina, che ne
detiene i due terzi mondiali. Si chiamano così perché in passato si pensava
fossero presenti solo in pochissimi minerali. Non ci sono però giacimenti di
terre r. perché sono “incastonate” in altri minerali a bassissime
concentrazioni. A leggere sulla tavola
periodica le canoniche 17 terre r. le
diresti battezzate dal principe De Curtis alias Totò: Europio, Gadolinio, Promezio, Tulio, Lutezio, Disprosio…
Il secondo passo è l’estrazione,
impresa molto più complessa di quanto dica la parola. Si tratta di separare gli
elementi tra di loro, che mai si presentano allo stadio puro, ma solo come
sottoprodotti. E poi raffinarli. Per farlo si richiedono macchinari ad alta
tecnologia o il palmo della mano, oltre a solventi di grande potenza che si
trasformano in grandi inquinatori dei suoli e delle falde acquifere. I minerali
in questione non sono rinnovabili.
Tutta la Terra è una silicon valley, essendo il silicio l’elemento più diffuso, dopo
l’ossigeno, ma in sregolata e inquietante riduzione. Prima di diventare il
centro operativo di un computer in forma di chip
o di cella solare di un pannello fotovoltaico deve tuttavia subire trattamenti
molto diversi fra di loro, impegnativi industrialmente ed economicamente.
Dietro al silicio, alla columbite/tantalite nota come coltan, dietro allo stagno, al litio ecc. sono incastrate:
-aziende piccole e multinazionali, che
raffinano, producono, assemblano, forniscono, distribuiscono,
-mercati legali, illegali e così così,
-persone vive, cioè forza lavoro formale,
informale, manageriale, a lavoro coatto, indentured
dicono gli anglosassoni, a servitù e paraschiavistica,
-sfruttamenti estremi e ricchezze
smisurate,
-listini di borsa, banche,
criptomonete e fondi finanziari,
-organizzazioni paramilitari di
controllo e organismi di tutela,
-geopolitica spicciola e altolocata, alleanze
insospettabili e venti di guerra, supremazia e sudditanza.
Trump voleva comprarsela la
Groenlandia.
Tutte le fasi storiche del
capitalismo pressate come un sandwich in mala convivenza.
N. 1 ] Materialità a vista del complesso industrial digitale
CAVA DI SILICIO,
INDIA, Counterview,
17.07.2019 |
Distretto minerario Terre Rare, BAYAN OBO, MONGOLIA
INTERNA, CINA.
|
CAVA DI STAGNO ILLEGALE,
BANGKA, INDONESIA. Photo: Steven Wassenaar |
EVAPORAZIONE LITIO,
SALAR DE UYUNI, BOLIVIA. Ph: Psyberartist |
LAVORAZIONE STAGNO,
BANGKA, COLONIA OLANDESE,
1914, ,Photo: Tropen Museum, Ansterdam |
Con la Terra
Ho ingoiato
una luna fatta d’acciaio / ne parlano come se fosse un’unghia
Ho ingoiato
queste acque di scolo industriali, / queste carte di disoccupazione
La gioventù
chinata sulle macchine muore prima del suo tempo
Ho ingoiato
il trambusto e l’indigenza / ingoiato
ponti pedonali, vita coperta di ruggine
spandendosi
sulla terra dei miei avi / in un
ignominioso poema.
Xu Lizhi, operaio Foxconn, 2013
E’ la perenne trasformazione della
Terra. Una alchimia materialistica detta anche hardware- dura materia, alla cui realizzazione partecipa una
moltitudine di esseri umani, corpi e vite variamente inquadrate in strutture
inventate qualche secolo fa durante la rivoluzione industriale: fabbriche e macchine, che via via si sono adeguate ai tempi.
Mercato spasmodico. Ragguardevole conflittualità, presente e soprattutto futura, tra Grandi Potenze e Potenze Intermedie. Servitù delle Potenze Nonpotenze.
Dopo il trattamento, dopo
l’assemblaggio dei componenti i dispositivi digitali entrano nella supply chaine- la catena distributiva che
impiega tutti i mezzi di trasporto immaginabili, terrestri, aerei, marittimi, che
si muovono lungo una rete worldwide/mondiale
che arriva puntualmente ovunque, addirittura anche a me. Tutto il trasportato e
tutti i trasportanti sono composti da peso, massa, spessore, densità, volume,
inclusi i numerosi umani che vi si affaccendano allegri o malinconici.
Materia seconda indispensabile.
FOXCONN IN INDIA. PH: Karen Dias/Bloomberg |
INTEL CORP, USA, Ph: The Oregonian,
27.12.19 |
CARGO APPLE, Ph PocketNow 22.08 18 |
FOXCONN NAVI CONTAINER, Ph: Freight Wawes,
1.02.19 |
Yanshan,
Shanghai. Ph. Blue iStock |
Ph: The courier, 4.12.2020 |
Edgard Varèse e Le Corbusier, Poème Électronique, 1958
Soft è soft perché è malleabile. Un programma, un codice, si può correggere e riscrivere. Come qualsiasi cosa nel nostro universo, è limitato dalle condizioni materiali, cioè dall’hard.
In questa fase del ciclo la materia si esprime soprattutto come materia cerebrale. Nugoli di uomini e donne informaticƏ, ingegnerƏ elettronicƏ, programmatorƏ, hackers … costruiscono, inventano, elaborano, aggiornano i programmi che permettono ai dispositivi digitali di funzionare. Procedimento di scrittura logica, l’algoritmo, fatto di istruzioni e comandi che nel gioco input/output consente a me, che sono un mortivo digitale, di scrivere qui sopra, di cercare un’immagine e tutte le altre cose complicate che non so fare. Grazie alle notti in bianco che programmatorƏ hanno passato per montare il codice. Spesso appartenenti al proletariato cognitivo.
Anche in questa fase,
apparentemente del tutto virtuale, c’è invece una miriade di esseri umani,
qualche milione, che addestrano gli
algoritmi per migliorarne la “intelligenza”. Una manovalanza globale di lavoratrici
e lavoratori parcellizzati che svezzano le macchine, cioè i programmi di machine learning, di “intelligenza
artificiale” e sue applicazioni. A nutrirli ci pensiamo noi attraverso le
nostre quotidiane interazioni con le “piattaforme sociali” oppure le vere e
proprie fabbriche di click.
Mega aziende, come Amazon Mechanical Turk, materialisticamente
ci sguazzano.
Viene chiamato digital labor questo lavoro invisibile
in cui la manodopera dispiega la sua energia fisica e mentale. E’
inutile che intraprenda una lunga variazione quasi una fantasia sul tema, dal
momento che sta in libreria il testo imprescindibile per chi abbia interesse a
questa articolazione del capitalismo contemporaneo: Schiavi del clic. Perché lavoriamo tutti per il nuovo capitalismo?
di Antonio Casilli, Feltrinelli, 2020
[ho presentato, si fa per dire, l’edizione originale in francese qui. Qualche osservazione sparsa qui]
le attitudini come chi preferisce
/ mancare lo scopo e ama solo / i tempi morti.
Nicoletta Bidoia, Scena muta, Ronzani, 2020
Idem per il Content Delivery Network-CND, rete per la distribuzione dei contenuti, ancora più sottoposta al mercato. Qui la mappa della Akamai Technologies, potente società globale tra le tante.
Ecc. ecc.
Per fare un cavo ci vuole la fibra di
vetro, tra l’altro, per fare la fibra di vetro ci vuole la silice,
per la silice il silicio, ognuno lavorato come si deve, così posso connettermi con
ogni luogo del pianeta e godermi film e conoscenze. Se esistono è perché
qualcuno li costruisce, i cavi. Un comparto industriale di grandissimo rilievo. Cavocrazia è stata definita. 750.000
chilometri di cavi sottomarini, vulnerabili, sabotabili, spiabili,
manipolabili, appetibili, guerreggiabili. Cosa ne pensano i pesci non si sa.
Cavo rotto, ciao Internet, come dimostra la solita densa mappa.
Il content che trasmettono sono i dati,
che poi toccano terra nei Data Centers
depositandosi, mega capannoni industriali che consumano più energia di molte
città e più acqua di diverse piscine olimpiche, emissioni di C02 che non so
dire. Si conosce invece la smisurata produzione che ne fa la blockchain per gestire le criptovalute.
Nuove Frontiere da raggiungere di corsa e valicare
con impeto, come ai bei tempi. La Terra è al servizio dello sviluppo a briglia
sciolta del genere umano.
Ed ecco tornare imperativa e
bugiarda la metafora con M maiuscola. I dati vivono tra le nuvole, clouds, là dove svolazzano cherubini e
serafini, non sulla Terra, sporca e materiale, tanto meno sott’acqua, buia e
misteriosa.
In base alla millenaria e ferrea
accoppiata Cielo e Terra, Spirito e Materia.
4] Materialità a vista del complesso industrial digitale
IXP zona Caldera,
MILANO |
INSTALLAZIONE CAVI
PRYSMIAN, NORMANDIA |
RIPARAZIONE CAVI
AKAMAI TECHN. CENTER, CAMBRIDGE, MASSACHUSSETS
Luleå LAPPONIA SVEDESE, DATA
CENTER FACEBOOK |
La discarica gli mostrava senza mezzi termini come finiva il torrente dei rifiuti,
dove
sfociavano tutti gli appetiti e le brame, i grevi ripensamenti, le cose che si
desideravano ardentemente e poi non si volevano più.
Don DeLillo, Underworld, 1997 [trad. Delfina Vezzoli]
Ph: Emmanuel Nyalete |
Ph: Krishnendu Halder, Reuters |
P |
E non soltanto si pretendeva che la terra, nella sua ricchezza, desse
messi e alimenti, ma si discese nelle sue viscere, e ci si mise a scavare i
tesori, stimoli al male
Ovidio, Metamorfosi, I, 136/38, [trad. Piero Bernardini Mazzolla]
Estrazione non è un simbolo e capitalismo estrattivo non è una metafora. Estrazione dalla Terra, estrazione dai Dati, estrazione dai Corpi. Materia, Conoscenza, Valore. Il Capitalismo è animista, estrae valore da qualsiasi entità, viva o morta.
Riuscire a pensare assieme risorse, dati, lavoro, soft e hard, non è una perdita di tempo, è una conquista. Si guadagna in
profondità e in lungimiranza, in senso del limite e della vulnerabilità.
Digitale e Media come estensione della Terra e non del soggetto umano
(McLuhan).
Questo è il materialismo che
mi ha proposto Jussi Parikka [A Geology of Media, Minneapolis, 2015].
Pacchetto di documentazione
-Lisa
Parks, Nicole Starosielski [ed.], Signal
Traffic. Critical Studies of Media Infrastructures, Un. Illinois P, 2015
-relazione
in video di Giacomo Tesio, programmatore informatico, qui, trascrizione in inglese qui.
- Lindh, M. and Nolin, J.M., GAFA speaks:
metaphors in the promotion of cloud technology", Journal of Documentation, 2017
-
A (Partial) Reading List of Papers
& Perspectives Relevant to Geology & Colonialism,2020
-
Simone Popperl, Terra
Infirma – Dead Sea Sinkholes – A Photo Essay,2020
- Terre rare. Il “nuovo oro” onnipresente e insostituibile;
- Guillaume Pitron, La guerra dei metalli rari. Il lato oscuro della transizione energetica
e digitale, LUISS Un.P., 2019;
- David S. Abraham, The Elements of Power. Gadgets, Guns, and the Struggle for a
Sustainable Future in the Rare Metal Age, Yale Un. P., 2015;
- Sophia
Kalantzakos, The Race
for Critical Minerals in an Era of Geopolitical
Realignments, 2020;
- Julie Michelle Klinger, Rare Earth Frontiers. From Terrestrial Subsoils to Lunar
Landscapes, Cornell Un.P. 2017
-
Matthew Hall, A new Cold War: mining geopolitics in the Arctic Circle, 2020
- The Geopolitics of Semiconductors, Eurasia Group, 2020
Vasileios Theodosopoulos, The Geopolitics of Supply: towards a new EU approach to
the security of supply of critical raw materials?, 2020
Nick Routley, Visualizing Global Shipping Container
Traffic, 2018
Randall
Miller, Why mineral supply may be an e-mobility roadblock, 2021
digital labor
Oltre al
fondamentale libro di A.Casilli citato nel testo:
- Ursula Huws, Labor in the Global Digital Economy. The Cybertariat Comes of Age
NYU, 2014;
- L’enigma del valore. Il digital Labour e la nuova rivoluzione
tecnologica
Effimera,
2019
- Melissa
Gregg and Rutvica Andrijasevic, Virtually Absent: the gendered histories and
economies of digital labour, Feminsit Review, 2019
- Alison Gillwald, Onkokame Mothobi, Aude Schoentgen, What is the state of microwork in Africa? A view from seven countries, 2017
IXP, cavi, clouds
- Joerg Bonarius, Internet Exchange Point (IXP) Traffic Continues to Grow, 2020
- Best Content Delivery Network (CDN) Software, 2021
- Nicole Starosielski, The Undersea Network, Duke Un. P., 2015
- Adam Satariano, How the Internet Travels Across Oceans, NYT, 2019
- Doug Brake, Submarine Cables: Critical Infrastructure
for Global Communications, 2019
- I cavi sottomarini: infrastruttura chiave
per internet e la sicurezza dei dati, 2021
- Jianyin Roachell, Cloud Colonialism: How the
U.S. and China are “dual-using” the Cloud for Geopolitical Competition, 2020
- The Global E-Waste Monitor, 2020,
- Electronic Waste and the Circular
Economy Contents, Parliament UK, 2020
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