Quisquiglie virali n. 9
Dialogo balconico asintomatico e autoimmune
Parinot:
ti stai annoiando anche tu?
Tutun:
come no!
P:
oggi però ho arrancato fino a rifiuti non
recuperabili. Domani faccio un camino
espiritual al solo
organico.
T:
e poi la via della carta, il trekking della plastica, il sentiero di vetro e lattine? Un programma
intenso. Poi ricominci il tour dla mnis,
come diciamo noi locali.
P:
c’ho la resilienza inclusa. Oggi se non ce l’hai, non sei nessuno.
T:
la puoi indossare come vuoi, va bene su tutto.
P:
Ti devo però confessare che avrei voglia di andare ad un funerale vero. Fosse anche
il mio. Gente che si incontra, un po’ commossa, un po’ curiosa. Che si
abbraccia, si appiccica o se ne sta in disparte. Che si parla addosso
sospirando, lacrimando sul serio o fingendo lucciconi, ammutolita o ciarliera. Se
prima c’è la Messa, ancora meglio. Requiem
Aeternam, organo, incenso. Un po’ di allegria ci vuole, anche ai funerali.
T:
come ti capisco: ha finito di soffrire,
aveva il volto disteso, mi ricordo quando, sempre i migliori, ci mancherà
molto… Son frasi che rincuorano.
P:
ora questo è vietatissimo. I morti sono diventati clandestini, più degli immigrati. E non vederli offusca la vita. La buia vita. Loro che hanno un contratto a
tempo indeterminato.
T: Una Fuga di Morte, come diceva uno che se ne intendeva. Così fanno assembramenti, e senza mascherine, nei nostri sogni agitati dove nessuno li può multare.
P:
ma chi le fa le multe alle paperette che girovagano per la città, ai caprioli
che si rincorrono? O il cinghialotto che solo me ne vo per la cittàaa. Senza autocertificazione.
T:
ti piace scherzare.
P:
certe volte mi sento in dovere, Vostro Onore.
T: non
ho capito se tu, in questi sovrumani silenzi che ci circondano, sei granito o
canna al vento?
P:
???
T:
hai convinzioni precise e ferree o cambi idea un giorno sì e un giorno no? Hai
delle condizionalità, come si dice in europeese.
P:
Ho delle infiammazionalità alle gengive e l’assicurazionalità auto da pagare.
Comunque, cambio idea un minuto sì e un minuto no. Se ascolto il Nobel di passaggio, mi convince, l’IgNobel che dice il
contrario mi convince ancora di più, il
virologo di fama, non parliamone e il virologo di fumo mi fa impazzire. Alla fine ho un crepacuore di idee e sono ancora più impaurito. E tu?
T:
io penso che ci vorrebbe un Convegno Globale Apocalittico tipo assemblea
dell’ONU, ma molto più kolossal, in cui radunare per una novena i Nobel delle
discipline, le rock star della virologia, epidemiologia, macro/
micro economia, statistica, intelligenza artificiale e naturale, sapientoni e
ignorantoni, infermiere di prima linea, il circo equestre dei capi di governo e
una qualche stimatissima agorà ateniese, prostitute disperate, fabbricanti
esagerati di fake news, bill gates e signora, monaci buddisti, chiromanti, mio
nipote smanettone ecc. Alla fine del match: né vincitori né vinti, a somma
zero, come si dice. Tornano a casa, si ricomincia tutto da capo ma con
profondissima quiete. Terra ultima.
P: tu vuoi sentire il suon di lei,
della stagione presente e viva. Troppo bello. Troppo poetico. Troppo capogiro. E poi è un’idea sfruttatissima. Quante task
forces strapiene dei tuoi preferiti si
stanno già agitando una in coda all’altra? Zeppe di maschi col testosterone a 1000. Mi aspetto di veder finalmente alzarsi in volo
uno stormo di F35, quelli che con uno solo costruisci 4 ospedali comprensivi di
macchinari, medici, infermieri, addetti alle pulizie e cappellani. Un frecce tricolori che vada finalmente a bombardare il carogna virus,
il nemico numero uno dell’umanità. Ce l’avranno un avvistatore laser antivirus
o no?
T:
dio bond! ridi, ridi pagliaccio. Hai mai sentito parlare di Caporetto o dell’8 settembre?
Eccoli, ci stiamo naufragando di nuovo e non è per niente dolce. Col general Cadorna e il maresciallo Badoglio che si
cagano addosso. Per non dire di Sua Maestà. Tutti insieme appassionatamente.
P:
Proprio così. Senti un po’, ma tu manderesti il tipo del piano di sopra al
governo o a far l’assessore alla sanità? E la madamin del
terzo piano?
T:
e tu manderesti qualcuno dei tuoi “amici” di FB?
P:
a te lo posso dire: non manderei neanche me stesso che non ci capisco un’acca.
T: bin ciapà, diciamo noi. Se tu avessi letto il romanzo Diario
della guerra al maiale di Adolfo Bioy Casares, amico di Borges e più
interessante del medesimo, ora ti butteresti tra i tuoi amati pintoni di grignolino
e chi s’è visto s’è visto. Ti dico solo che nel romanzo ad un certo punto a
Buenos Aires, improvvisamente, parte la caccia al maiale cioè a chi ha superato
i cinquant’anni. Da abbattere. E Ignacio Vidal che cerca di sottrarsi alla cattura
barricandosi in casa senza soccombere alla paura. Ti dice niente?
P:
Mi dice, mi dice. Il tuo romanzo ha già avuto vasta applicazione negli ospizi
nostrani, rifiuti-non-recuperabili. Non so a Buenos Aires. Qui macellazione
garantita. Senza se e senza ma. Mani in alto! Ringiovanimento automatico della popolazione
italiana. Giovinezzaaa, giovinezzaaa, primavera di
belleeezzaaa.
T: caruccio.
E’ andato via il
sole. Me ne torno dentro. A domani.
P:
Ciao. C’è la mia serie preferita.
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