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MONTESSORI GLOBAL


  1. IL DESTINO DI
  2. MARIA MONTESSORI
 promozioni, rielaborazioni,
censure, opposizioni al Metodo



I N T E RV E N T I   D I
GIOVANNA ALATRI
CLAUDIO CANAL
ELISABETTA CICCIOLA
GIACOMO CIVES
MARCO ANTONIO D’ARCANGELI
ALEJANDRO DIEGUEZ
RENATO FOSCHI
ALICE GRAZIADEI
ERICA MORETTI
PAOLA TRABALZINI

A C U R A D I
R. FOSCHI • E. MORETTI • P. TRABALZINI




Fefè Editore
Roma 2019















MONTESSORI GLOBAL
UN MADE IN ITALY DI SUCCESSO

di Claudio Canal

Un miliardo di dollari per scuole montessoriane. Li elargisce l’uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos, fondatore di Amazon e di tutte le estensioni aziendali che ne derivano. L’annuncio è stato dato con un twitt del 13 settembre 2018. Un altro miliardo per i senza casa1. Il capitalismo predatorio nella sua maschera compassionevole.
Edoardo Talamo, direttore dell’Istituto Romano dei Beni Stabili di Roma, nel 1906 invita Maria Montessori ad aprire una scuola per i figli dei lavoratori impegnati nella costruzione di nuovi palazzi nel quartiere popolare san Lorenzo. L’anno successivo in via dei Marsi si apre la prima Casa dei bambini.

Un secolo e Montessori è diventato un brand, una delle grandi marche dell’export italiano di successo, inarrestabile negli ultimi decenni. Nella teorica del branding2 non è contemplato un prodotto che si autopromuova universalmente senza una qualche spinta organizzata o una rete megafono. Senza offesa, è stato così per la pizza, si è affermata senza un marchio di fabbrica in promozione, come invece la Coca Cola, senza sostituirsi o cancellare, integrandosi con altri gusti e attirando su di sé ingredienti diversi senza mai abrogare l’originale. Semioticamente e saporitamente salda. Era successo anche per il fascismo, prodotto tipico della filiera italiana che ha ammaliato menti, cuori, apparati politici e culturali, senza una casa madre dedita alla diffusione.

La parola montessori fa vendere, detto crudamente. Una parola magica che mette in moto una macchina mitologica potente, in tutto il mondo. Chiunque se ne può impadronire e applicarla alla sua scuola, agli oggetti, agli arredamenti, alle teorie educative. Maria Montessori non aveva “brevettato” il suo metodo e il suo complesso pensiero viene spesso tradotto in catechismo dalla risonanza facile o in massime da stampigliare in bella vista nel sito web che presenta la scuola, del tipo: L'ambiente deve essere ricco di motivi di interesse che si prestano ad attività e invitano il bambino a condurre le proprie esperienze, oppure Il bambino è una speranza e una  promessa per l’umanità, come si legge nel sito RafflesMontessori  di Singapore3.

La parola montessori è evocatrice. L’aveva capito  Maria Montessori stessa nella sua intensa attività internazionale di propaganda del “metodo”. Una parola che è una specie di richiamo erotico che rimanda a stati di calma, curiosità, leggerezza, autonomia, gioco, benessere, colori, socialità. Non esattamente ciò che ispira di primo acchito la parola scuola. Un divario semantico che è in buona parte un costrutto mediatico e politico e non rappresentazione della realtà. La dichiarazione universale dello stato di crisi della scuola pubblica non è innocente, interna com’è alle politiche neoliberiste di austerità, di privatizzazione, di dislocazione di risorse, di ideologia aziendale, di frenesia algoritmica.

Montessori, da nome proprio sta diventando nome comune di un prodotto, come  biro [il suo inventore László József Bíró]. Tuttavia non è un semplice flatus vocis, un generico ed evanescente distintivo sonoro, ma un contrassegno che anima esseri viventi, quasi esclusivamente donne, che hanno intenzioni non frivole di trasformazione del mondo attraverso l’educazione e disponibilità a suscitare benessere nell’infanzia trasferibile poi all’umanità adulta. Una piattaforma sognante un bel sogno.
C’è anche il business, naturalmente, su cui tornerò.
Un mercato pedagogico in profonda agitazione che ha alla base  una startupper di un secolo fa di cui si conserva in bianco e nero l’immagine di donna matronale dai capelli bianchi, vestita con una certa ingombrante sontuosità, circondata da bambine e bambini seriamente sorridenti.
Quanto di più stridente ci possa essere con lo sfavillante immaginario contemporaneo e forse proprio per questo fonte di piacere e di attrazione.






  

Montessori senza frontiere

Nessuno oggi sa quante siano le scuole nel mondo che si fregiano del titolo Montessori.  Circolano cifre fantasiose, da 30.000 a 150.000. Nonostante i big data e l’intelligenza artificiale, nessuno è in grado ci calcolarle, anche se c’è chi ci prova4. Come, con rispetto parlando, stabilire quante sono le gelaterie italiane/italian ices sul pianeta. Non c’è un Vaticano per le montessori con dicasteri addetti al censimento. Quello che si sa con certezza è che stiamo assistendo ad un incremento sbalorditivo soprattutto nell’ultimo decennio.
Vai in Mongolia5 e trovi una associazione di insegnanti montessoriane avviata nel 2014, il che sottintende che ci siano diverse scuole dedicate; vai in Malawi6 e anche lì un attivo centro di formazione montessoriana; vai in una città molto interessante a 2300 metri di altitudine, Quetzaltenango, in Guatemala7, e trovi Mi Casita, una scuola montessoriana. Un video racconta anche come l’ha pensata e avviata la fondatrice. Latitudini diverse e stessa determinazione di una o più donne ad intraprendere un  progetto  educativo composito e ardito.

Montessori alla riscossa. L’eccitazione nell’ambiente dopo la promessa di Jeff Bezos è comprensibile, soprattutto negli Stati Uniti che ospitano 4/5000 scuole montessoriane. Vediamo da vicino il twit: lanciare e gestire un network di alta qualità di prescuole ispirate a Montessori in comunità trascurate. Un’organizzazione che gestisce direttamente queste prescuole…Utilizzeremo gli stessi principi che hanno guidato Amazon. Il più importante dei quali è la genuina, intensa ossessione per il cliente/consumatore [customer]. Il bambino sarà il cliente/consumatore. “L’educazione non è riempire un secchio, ma accendere un fuoco”.
Delusione: Bezos farà da sé, con una propria organizzazione e non devolverà i dollari alle organizzazioni deputate.
Sbigottimento? Bezos pensa che i bambini siano consumatori/clienti. E qui sfonda una porta aperta. La pedagogia di regime è sulla stessa lunghezza d’onda, negli Stati Uniti come in Europa: scuola come azienda con crediti e debiti, dirigenti manager, educazione e cultura come prodotti se non merci, rating e  ranking a bizzeffe … 

È legittimo dubitare seriamente che questa visione abbia qualcosa a che fare con Maria Montessori e la sua filosofia dell’educazione. Se ne gioverà invece il marchio montessori che potrà valersi ancora di più di un marketing agguerrito già sperimentato proprio grazie alla mafia montessori, come la definì bonariamente il Wall Street Journal nel 20118: Larry Page e Sergei Brin fondatori di Google, Jimmy Wales fondatore di Wikipedia, Will Wright mitico sviluppatore di video giochi, Jeff Bezos,  si autocelebrano come ex alunni di scuole montessoriane, quindi anche tu, se vuoi che i tuoi figli ecc. Il brand montessori così inteso vende un sogno ai genitori. Successo, riuscita, achievement sono i vecchi slogan dei piazzisti del mito capitalista, oggi rafforzati dai testimonials più ricchi del mondo: potete diventare tutti leader.

                                                Può bastare a spiegare la globale espansione montessoriana? Può bastare a spiegare gli appetiti imprenditoriali di molti: Montessori Marketing Made Easy promette un’azienda californiana9, Ouvrir une école Montessori: quelques pistes pour se lancer risponde una montessoriana francese10, siamo specialisti in branding e abbiamo brandizzato un Istituto montessoriano,  ribatte uno studio dell’Oregon11.

ZIMBABWE
Maria Montessori aveva progettato con cura i materiali sensoriali  che sono un istrumento sistemico di psicologia, che può paragonarsi ad una palestra di ginnastica dello spirito; ove il bambino, esercitandosi spontaneamente, progredisce nello sviluppo e perciò anche nell’acquisto della coltura12. Una pletora di produttori si contendono il mercato globale. In questo business un po’ nebuloso  non possono mancare i precisissimi cinesi che presentano i loro materiali in una trentina di lingue13.  Se poi è in formato bonsai, colori scintillanti e costa l’ira di dio, va bene anche montessorizzare  l’arredo d’interni della cameretta del pargolo, rivolgendosi, tra gli altri, al Montessori outlet oppure a Montessori for Everyone14. 




Reputation, Reputation, Reputation!
Oh, I have lost my reputation!
I have lost the immortal part of myself, and what remains is bestial.
My reputation, Iago, may reputation!
Shakespeare, Othello, Act II, Sc. 3


Nell’ontologia mondiale montessoriana  è naturale che ci siano versioni anche radicalmente diverse del progetto originale che, come tutte le creazioni significative, non promette miracoli, si evolve trasformandosi, si adatta a situazioni diverse. Una rigida ortodossia non ha mai fatto bene a nessuno.15



La mappatura dell’impresa montessoriana mette in rilievo una topografia a tre strati con diramazioni interne16.
          -   Il primo è la montessori luxury, rivolta alle élites internazionali che confermano con la scuola di eccellenza il loro status e il loro prestigio. Montessori come stemma dell’araldica di classe.  
Nella capitale giordana, Amman, ad esempio, c’è la Modern Montessori School-Jordan 17, dal giardino d’infanzia fino alle scuole medie. Una moderna e ampia sala teatrale, piscina interna, palestra strepitosa, gite scolastiche a Roma e Firenze. Ad Abidjan, Costa d’Avorio, la Ivory Montessori School 18, nel cui sito sono presenti 91 immagini di bambini e bambine. Sette sono neri, tutti gli altri adorabili marmocchi rosa. A quale utenza si sta rivolgendo la scuola?
A Phnom Penh, capitale della Cambogia, in seguito trasferito a trenta chilometri, il Seametrey Children’s Village  fondato da Muoi You, appare un resort tropical-pedagogico paradisiaco19. Nel sito la voce fees/tasse, anche se indicata, non si rende visibile.
Potrebbe definirsi tranquillamente Scuola Istituzionale Militare Patriottica   invece che Montessori Unidad Educativa a Guayaquil, in Ecuador20. Un montessori industrial a Lucknow, in India, dove la City Montessori School vanta il Guiness dei primati per avere più di 56.000 allievi21. L’investimento in montessori dà i suoi frutti.

            -    Il secondo strato è il più folto e quello che sta mostrando la sua vitalità espansiva. Risponde ad una domanda polivalente: felicità infantile in un orizzonte di riuscita scolastica e sociale. A sollecitarlo ceti di media borghesia acculturata.
Per rappresentare la geopedagogia globale montessoriana ci vorrebbe una grande esplorazione sistemica e non un carotaggio un po’ casuale. Si dovrebbero tenere assieme realtà storiche consolidate e nuovissime imprese, come nel caso degli Stati Uniti in cui la prima propagazione fu dovuta proprio alla presenza e all’impegno di Maria Montessori 22 , poi complicata negli Anni Sessanta da dispute legali sulla titolarità del nome tra la Association Montessori International [AMI] e la American Montessori Society [AMS] 23. In Germania sono tre le grandi associazioni che fanno riferimento all’AMI e si contendono con altre il rapporto e l’accreditamento di più di mille scuole montessoriane 24.  Essere membri di una Associazione/Fondazione o essere “solo” accreditati può fare la differenza nel marketing scolastico, in Giappone come in Francia, dove il boom montessoriano ha creato scompiglio anche a livello mediatico25. Meno rumorosa la  montessoriana Casa dei Fiori 26 a Kabul  fondata da Mostafa Vaziri, un medico del Nepal, che così sintetizza il progetto:  noi abbiamo adattato i caratteristici e critici principi dell’approccio montessoriano. Anche se non abbiamo accesso a tutti i classici materiali montessoriani, ne abbiamo tuttavia alcuni e per certi abbiamo improvvisato o usato manufatti disponibili nel nostro ambiente.
La pagina FaceBook27 della Palestine Montessori School di Ramallah rappresenta bene una scuola innovativa accessibile alla media e alta borghesia locale. Il Montessori Training Institute 28 di Accra, Ghana, schiera soddisfatto le numerose diplomate pronte, si spera, a prendere servizio nel paese. Il Montessori Public Fund 29di San Pietroburgo ha svolto ai primi di agosto 2018 il primo corso russo per assistenti montessoriane. Auguri.
Tra le 39 frequentanti del corso di diploma dell’Institutul Montessori di Bucarest 30 compare un uomo, inteso come maschio. Una spia, un residuo d’altri tempi o, finalmente, il presagio di un futuro meno atrofizzato?31 Attentissime platee di donne in abiti colorati seguono i seminari della Pakistan Montessori Association 32.

 Nel board della MontessoriEurope 33, che ha organizzato ai primi di ottobre 2018 il proprio congresso a Sophia, Bulgaria, non c’è nessun italiano. La Kuwait Montessori Nursery 33esige di interrogare i bambini/bambine dai 2 ai 4 anni e mezzo prima di ammetterli. La Scuola elementare Montessori34 a Lublino in Polonia ha tra gli altri l’obiettivo di montessorizzare i genitori. Il London Montessori International riporta in diretta sulla sua pagina FB35 i convegni montessoriani in Malesia, Ghana ecc.
Potrei continuare a lungo con questo drone mentale che sorvola il mondo, ma aggiungerei solo brandelli ad uno sguardo d’insieme difficilissimo da costruire per la inevitabile frammentazione del logo montessoriano.

SIRIA

               -  Il terzo strato è quasi vuoto e va popolandosi con moderata sollecitudine.  Si tratta di un campo di iniziative diretto a rilanciare un progetto montessoriano svincolato dalle ossessioni della riuscita, del successo, della scalata sociale, indirizzato invece all’autoliberazione dei bambini. Seguire il bambino, come suggeriva Maria, non significa inventarsi un’infanzia eterna e fissa, metafisicamente pietrificata, bensì coglierne i mutamenti indotti, le influenze dirette e indirette della società e della cultura vigente. 

La coltivazione del narcisismo a cui sono oggi pilotati i bambini e le bambine, la pretesa del godimento immediato e replicabile all’infinito, la richiesta di prestazioni cognitive ed emotive prederminate, la sollecitazione allo sgomitamento competitivo, possono essere fruttuosamente sfidati  da azioni di contrasto montessoriano adottando una pedagogia sociale meno prona ai dettami della globalizzazione neoliberista.
Ci prova in Francia Montessori 21 36, rete di scuole solidali per l’accesso anche a chi non può permetterselo. È un primo passo. Educateurs sans Frontières 37, branca dell’AMI [Association Montessori Internationale], sviluppa con la collaborazione di ONG e di Organismi Internazionali, diversi progetti montessoriani in situazioni di disagio,  come Corner of Hope38 per rifugiati, in Kenia.  In uno slum a Mandawali, sobborgo di Delhi, opera la Alpha Montessori School 39 che riceve sostegno finanziario da una scuola montessoriana di San Diego in California.
Il parternariato con Organizzazioni non governative occidentali si rivela spesso determinante, con i problemi e i limiti che conosciamo. La tedesca Peter Hesse Stiftung ha, tra l’altro, un ampio progetto montessoriano ad Haiti40  e non si nasconde le difficoltà. In molte Balwadis indiane, scuole dell’infanzia dedicate a settori poveri della società, l’impostazione è decisamente montessoriana41.
Una esperienza significativa avviata dall’Institut Supérieure Maria Montessori nella banlieu parigina di Noisy-Le-Grand è presentata e discussa in un corposo dossier Les enfants acteurs de leur développement 42.
Mi è successo in passato di conoscere direttamente scuole dell’infanzia in contesti disagiati, a Mandalay, a Nablus, in San Salvador, a Pristina, a Battambang, ad Asmara, a Da Nang, ad Harlem (NYC), ecc. e ho pensato quanto sarebbe stato importante un pieno di Montessori a smuovere le acque e subito dopo mi sono smentito da solo.  Fa fatica ad emergere un progetto montessoriano critico, impermeabile ai tentativi di arruolamento sotto i dogmi efficientistici del neoliberismo, della autoimprenditorialità a tutti i costi, del “sii start up di te stesso”.
CHILE

                                     Da questa stratigrafia affiora una prima diramazione interessante: l’homeschooling/scuola parentale43 . Credo che se avessi dovuto sopportare i miei amatissimi genitori anche per la mia formazione scolastica sarei sicuramente scappato di casa (da scuola?). Questa è una affermazione riduttiva e non scientifica, ma non completamente falsa. Un nuovo filone di mercato in crescita esponenziale si sta aprendo per montessori & c. tanto che il web è invaso, ad ogni latitudine, da una manualista di tutoraggio quasi soffocante che non merita neppure il rimando in nota. Un bricolage che trasformerà chiunque in edumprenditore in tempi abbastanza veloci. Anche qui si mescolano genuine intenzioni di rinnovamento educativo con il profumo di soldi facili.
Propaggini che raggiungono vasti settori di popolazione di tradizione islamica residenti in  società multiculturali in cui una scuola domestica garante di formazione religiosa e di  inserimento sociale è un obiettivo tranquillizzante rispetto alle scuole pubbliche.
In Francia il tema agita la politica, una attiva Union Européenne pour l’Enseignement  Privé Musulman 44 si fa sentire. In Germania scuole parentali di qualsiasi tipo sono illegali. Nei paesi anglosassoni le islamic homeschools proliferano e abbondano guide e vademecum 45. C’entra qualcosa Montessori? In qualche caso sì 46, ma in genere non è dato sapere.
                                           

                                           Una seconda diramazione riprende un tema controverso: Montessori e la religione. Lo riprende e lo risolve nella pratica senza patemi. Scuole montessoriane cristiane47 scuole montessoriane dell’ortodossia ebraica48, scuole montessoriane islamiche,  molto prestanti ed espansive quest’ultime, soprattutto negli Stati Uniti49.
MARIA MONTESSORI IN INDIA
Una foto d’epoca ci propone Maria Montessori in India ad Adyar, sobborgo di Chennai [Madras]. Un quotidiano ci informa che alcuni di quei bambini e bambine si sono ritrovati decenni dopo50. Bisognerebbe sentire dalla loro viva voce quale intreccio tra pratiche religiose induiste, teosofia, cattolicesimo, nazionalismo si sono sedimentate nel mondo indiano ricco di iniziative montessoriane. Un’ipotesi postcoloniale.
  
MALESIA
Le ramificazioni montessoriane non si fermano qui: andrebbe indagato il rapporto con la tecnologia, il razzismo, le applicazioni nell’educazione degli adulti, nei malati di Alzheimer, di autismo…

Ho compulsato con attenzione alcuni recenti studi comparativistici 51 su educazione e globalizzazione. Montessori non compare, nel momento in cui tutta la terra  diventa montessorabile. Forse gli autori hanno problemi di vista. Oppure significa che questa espansione accelerata potrebbe essere solo una bolla, presto scoppierà e gli entusiasmi dovranno placarsi e trovare altri traguardi. Il brand montessori resterà una tecnica pedagogica amabile, giocosa, colorata, lontana però dal movimento di liberazione che potrebbe innescare, estranea al carattere eretico che l’infanzia molto spesso ha avuto.


vedi anche in questo blog un precedente intervento

note

1

2
Antigoni Papadimitriou [Ed.], Competition in Higher EducationBranding and Marketing. National and Global Perspectives, 2017, PalgraveMacmillan. Di grande interesse, anche se non dedicato alle scuole Montessori, soprattutto per gli studi di area; Balcani, Qatar, Mozambico ecc.

Ulrich Ermann and Klaus-Jürgen Hermanik [ed],   Branding the Nation, the Place, the Product, 2018, Routledge.  Non rivolto al mercato pedagogico, ma ricco di spunti sui casi, tra cui segnalo  Eataly e Tango argentino.

Insuperabile la finissima analisi di Arjun Appadurai in Modernità in polvere, 2001, Meltemi, nel capitolo Consumo, durata, storia

3


5
6

7

8

9
https://www.gomontessori.com/

10

11

12
Pag 31 Manuale pedagogia scientifica

Sul Manuale vedi:
E. Moretti, Recasting Il Metodo: Maria Montessori and Early Childhood Education in Italy (1909-1926),

13

14

15
María Celina Chavarría González, No todo lo que se dice Montessori lo es: Decodificación de elemento esenciales en un mundo globalizado, in Revista Electrónica “Actualidades Investigativas en Educación”, 2012, n. 2, http://www.redalyc.org/pdf/447/44723437002.pdf

16
Seguo l’impostazione  che ha dato Marie-Laure Viaud in Les écoles Montessori dans le monde. La diversité interne d’un reseau en expansion, in Revue internationale d’èducation, n. 76, décembre 2017.
L’ottimo lavoro è inficiato da una svista imperdonabile: scambia l’esperienza avviata da Loris Malaguzzi a Reggio Emilia per la pedagogia di una fantomatica  Emilia Reggia (sic).

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20

21

22
vedi il fondamentale Bringing Montessori to America. S. S. McClure, Maria Montessori, and the Campaign to Publicize Montessori Education di Gerald l. Gutek e Patricia A. Gutek, 2016, The University of Alabama Press.
In italiano il documentato:
Fabio Togno, Maria Montessori va in America. Una rilettura pedagogica di un incontro-scontro tra Attivismo pedagogico italiano  e Progressive Education americana, in Rivista Formazione Lavoro Persona, 2014, n. 10,

23
Emily Chertoff, The Great Montessori Schism, in The Atlantic, 26.12.2012, https://www.theatlantic.com/national/archive/2012/12/the-great-montessori-schism/266217/
Una storia critica del montessorismo americano:
Keth Whitescarver, Jacqueline Cossentino, Montessori and the Mainstream: A Century of Reform on the Margins, in Teachers College Record, N. 12, 2008, https://amshq.org/~/media/Files/Montessori-Education/History-Of-Montessori-Education/Montessori_Mainstream.ashx?la=en

24
Die Anfänge der Montessori-Pädagogik in Deutschland breve, ma densa ricostruzione storica,

25
Céline Alvarez, une pédagogie «business compatible»  di Laurence De Cock, in Mediapart.fr, 27.05.2017, http://ddm.joel.briand.free.fr/publi2/alvarez.pdf

26

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29

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31
In un blog non a caso intitolato The male montessorian si discutono le barriere di genere e si suggeriscono riflessioni anche attraverso bibliografie ragionate, http://www.themalemontessorian.com/

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42

43
Una scuola montessoriana per preparare montessorianamente chi vuole aprire una homeschool montessoriana: http://ageofmontessori.org/montessori-homeschool/

International Center for Home Education Research Reviews, un blog dedicato, http://icher.org/blog/

Uno studio di caso: Achmad Razi, Homeschooling: an Alternative Education in Indonesia, in
International   Journal of Nusantara Isla m,, 2, 2016

Una critica non superficiale:
Romualdo Portela de Oliveira, Luciane Muniz Ribeiro Barbosa    Neoliberalism as one of the foundations of homeschooling, in Pro-Posições, 2017,2, dossier dedicato alla homeschooling

44

45
Islamic Homeschooling for Muslims Worldwide

Sette passi per avviare la tua homeschool islamica: http://www.fitrajournal.com/review-7-steps-to-start-your-muslim-homeschool/

46

profilo FB della indonesiana Islamic Montessori Homeschooling, https://www.facebook.com/groups/1676499489282219/?fref=nf

47
due tra le tante negli USA.

Una scuola montessoriana cristocentrica  a Madrid:

Una interessante tesi di laurea, limitata come area di riferimento, ma importante per il metodo adottato:
Shamiemah Jassiem,  Montessori and Religious Education in Western Cape Preschools, 2016

48
negli Stati Uniti,
in Israele

49
Islamic Montessori & Hifz Academy
Aya Montessori

Un approfondito studio di area:
Sanaa Riaz, New Islamic Schools Tradition, Modernity, and Class in Urban Pakistan, 2014, PalgraveMacmillan,
che discute del ruolo dell’educazione montessoriana sulla soggettività islamica, pag 114 e sg.


51
Ad esempio:
Joseph Zajda [Ed], Globalisation and Education Reforms. Paradigms and Ideologies. 2018, Springer

Robert Aman, Decolonising Intercultural Education Colonial differences, the geopolitics of knowledge,and inter-epistemic dialogue, 2018, Routledge

MacLeans A. Geo-JaJa
Brigham Young. Suzanne Majhanovich [ed], Effects of Globalization on Education Systems and Development. Debates and Issues, 2016, Sense Publisher

Zaira Navarrete Cazales,  Marco Aurelio Navarro Leal,
Globalización, internacionalización y educación comparada, 2016, Plaza y Valdés Editores

Catherine Nafti-Malherbe et Mikael Palme [ed]
La marchandisation de l’éducation In Esprit Critique, 1, 2017,





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