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SOLONE DEL LIBRO

IL SANTONE DEL LIBRO
LETTURA DI STRADA

Un flop? Un successo? Si vedrà in futuro? Si tribola a Tempo di libri di Milano.
Da veri sabaudi a Torino si sghignazza senza darlo a vedere. E sta per ripartire il Salone del Libro con ricchi premi e cotillons.
E’ una vita che mi sveno per i libri che mi stanno cacciando di casa, scontenti di stare anche sotto il letto. La mia librìdo dovrebbe essere al massimo. Invece no. L’ottimo direttore Nicola Lagioia sforna le cifre del prevedibile successo torinese: i metri quadri di superficie espositiva dei padiglioni, i titolari di stand, le case editrici presenti, gli innumerevoli incontri ecc. Tutto un crescendo rossiniano. E io non godo, disturbato da altri numeri.
     - Nel 2016 gli editori italiani hanno pubblicato 66.505 libri, cioè 182 novità al giorno [nel mio piccolo, anch’io ho contribuito a questa elefantiasi]. Cui vanno aggiunti 74.020 ebook.
Boom dell’industria del macero.
-                       Si impastino questi dati con quelli della lettura dei libri: nel 2016 in Italia sono circa 33 milioni le persone con più di sei anni che non hanno letto nemmeno un libro in un anno, ovvero il 57,6 per cento della popolazione. Rispetto al 2015 c’è stato un ulteriore implacabile aumento del 3,1% dei non-lettori. Il genere a cui appartengo brilla di luce propria: il 64,5 per cento dei maschi non legge, contro il 51,1 per cento di donne. E’ la famosa decrescita infelice.
Non trovo luminare né veggente che mi chiarisca il mistero della guerra di Troia tra il mercato del libro e la lettura del medesimo. E mi torna in mente una mia vecchia fissazione. Non è il libro che manca di cure e di badanti, è la lettura che andrebbe coltivata, innaffiata e imboccata con più impegno e inventiva.
A questo punto risfodero, come da inveterata abitudine, la mia modest proposal che riscuote un meritato successo tra la cerchia dei miei 12/15 amici e amiche.

LETTURA DI STRADA

 
Modesta Proposta

Tu, Salone, prendi gli scrittori e le scrittrici, quelli che sanno tenere la penna in mano e sono contenti di alloggiare in alberghi due/tre stelle,
i poeti e le poete in rima e in stima,
traduttori e traduttrici esperti di lingua italiana,
editori incantati dai libri che pubblicano,
pensatori e pensatrici che sappiano cos’è il dolore del pensiero,
testimoni del mondo e non di se stessi,
narratori che non abbiano frequentato la scuola H,
grafici e writers abili disegnatori dell'anima,
blogger vivificatori e non molestatori di rete,
giornalisti che si ricordino ancora com’è fatto un libro,
librai e bibliotecarie dal delicato profumo di carta, ecc.
Prendili e mandali a intrattenersi discutendo con bambini e bambine delle quarte elementari,  poi con le  terze classi degli Istituti Professionali e con i loro insegnanti, e così via, classe dopo classe, scuola dopo scuola,  finché siano riusciti a contaminare istituti comprensivi, sede centrale e succursali, distretti,  case circondariali, plessi,  CPIA ex CTP, IFTS e ITS, CFP, statali e paritarie, in tutta la città e dintorni, con annessi genitori, zie, bidelli, tecnici, fornitori e addetti alle pulizie. Falli dialogare, meditare, bisticciare, godere, non per le effimere due ore degli “eventi”, ma per tre o quattro giorni di seguito con l’impegno di rivedersi l’anno successivo, soddisfatti o rimborsati.
Dopo questo primo tour accompagnali nei bar, preferibilmente quelli malfamati, nelle pizzerie di quartiere, nelle palestre, nei mercati e supermercati, dai kebabbari, nelle profumerie, estetiste, parrucchieri e farmacie, ricoveri, parrocchie, moschee e culti pentecostali.
Aiutali, tu Salone, a portare i borsoni pieni di libri e di tablet con ebooks. I sopravvissuti portali nei giardinetti, ai pronto soccorso, alle poste e in qualche capannone ancora attivo, a dire la loro sull’ultimo libro letto o scritto. Qualche musicante di contorno non guasterebbe.
Documenta video/audio ogni fase, ogni incontro e diffondilo come un virus intestinale.
Tutto questo, caro Salone, costa un decimo, che dico? un centesimo di quello che si tira fuori per la nota kermesse al Lingotto, tradizionale e riformata.

Fai una indagine campione sulla lettura in città e dopo tre anni di questo salone diffuso e peregrino fanne un’altra, fai la riverenza e se i dati sono ancora negativi si corre ad alta velocità a Milano.   
LETTURA DI STRADA

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