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Ogni tanto mi prende un raptus. Mi credo Eugenio Scalfari e pontifico. Poi mi passa.

Ho letto a pagina 9 de La Stampa di sabato 14 gennaio una breve intervista - a proposito delle emissioni velenose delle auto FCA [ex FIAT] - ad un signore che insegna Economia e Gestione delle imprese alla Bocconi. Si vede subito che io non ho studiato lì. Non sono capace di dire “A lungo termine va invece considerato il problema reputazionale che può subentrare. Forse perché il mio problema reputazionale non si è mai sognato di subentrare al momento giusto. Mi piacerebbe molto poter autorevolmente affermare “I clienti giudicano soprattutto il bundling che gli viene proposto”. Io, quando vado al mercato a comprare mandarini, non riesco mai a giudicare il bundling perché non c’è anima viva che si decida a mettermelo sul peso. E non sono il solo. Ma soprattutto mi ha fatto piacere che il Professore riconosca anche lui che i tedeschi sono coglioni: “ho sempre giudicato sorprendente come una simile azienda [la Volkswagen] abbia potuto gestire la situazione ammettendo colpe gravi, inganno e fraudolenza. Vuoi mettere come siamo notoriamente molto più furbi noi italiani, Marchionne in testa: ”Non c’è dolo perché non risulta che sia stato montato volutamente un ‘defeat device’ per alterare i risultati”. Noi italici ce ne sbattiamo del defeat device che sappiamo perfettamente dove deve metterselo chi ce lo rimprovera [il dizionario comunque non mi ha spiegato bene come è fatto ‘sto defeat]. Marchionne non ha colpe “si tratta semmai di una negligenza informativa. Se tua moglie o tuo marito ti fanno le corna e, ovvio, non te lo dicono, ma tu lo scopri, non c’è dolo, caro te, è una negligenza informativa ed è inutile che ti fai venire il sangue alla testa. In conclusione, io darei un riconoscimento alla Bocconi che alleva luminari di questa stazza: “il mercato pare aver recepito la non drammaticità del problema, visto il successivo netto recupero in Borsa. Se scoppia una guerra, una catastrofe, un disastro, il mercato schizza perché annusa i soldi che si metteranno per l’occasione a girare come forsennati e, nello stesso tempo, il mercato ci ammaestra sulla non drammaticità del problema. Meno male.


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