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foto Reuters
Adesso che la tempesta nel bicchiere della Risoluzione Unesco si è placata, dico anche io la mia, consapevole dell’attesa mondiale che i miei pronunciamenti suscitano.
                 Prima considerazione, nota a chi ha letto la Risoluzione Unesco [cioè mezza dozzina di persone]: nessuno, che io sappia, ha contestato nel merito qualche articolo della medesima, dicendo che al paragrafo x o all’y veniva affermato il falso [testo in inglese  trad. italiana ] . Si è contestata la forma, cioè il modo con cui vengono chiamati i luoghi. Che è una questione importante, come dirò fra qualche riga.
Un fuoco d'artificio mondiale ha ritualmente evocato lo spettro dell’antisemitismo, cioè Adolf Hitler e  Auschwitz, c'è chi ha parlato di allucinazioni e chi ha gridato [Il Foglio, 19 ottobre 2016] alla Shoah Culturale. Sarebbe meglio non scherzare troppo quando si tratta di antisemitismo e di Shoah, ma per la pagnotta, questo ed altro.
   Cosa c'entri però l’antisemitismo con il fatto che Israele non concede il visto agli esperti dell’Unesco per il fondo manoscritti contenuto nelle moschee della Spianata delle moschee, come si dice in italiano [paragrafo 1B12];
   cosa c'entri l’antisemitismo con il divieto israeliano di ristrutturare l’edificio del AlRahma Gate, per poter riparare i danni apportati dalle condizioni meteorologiche, specialmente infiltrazioni d’acqua [paragrafo 1B14];
   cosa c'entri l’antisemitismo con il continuo rifiuto da parte di Israele di agire in accordo con UNESCO e World Heritage Committee che fanno richiesta di un incontro con gli esperti UNESCO in merito alla missione di monitoraggio della città vecchia di Gerusalemme e le proprie mura [paragrafo 1C26];
   cosa c'entri l’antisemitismo invitare Israele alla cooperazione con la Giordana, come sottoscritto in un trattato apposito, e richiedere il rispetto della Convenzione dell’Aja sulla protezione dei beni culturali in situazione di conflitto [paragrafo 1B21]   
     cosa c'entri...
   eccetera.

L’accusa di antisemitismo ormai scatta in automatico perché la Risoluzione enuncia una arcinota banalità: Israele, cioè la potenza occupante.
Apriti cielo! Tutti lo sanno, anche Israele, che infatti amministra e legifera da potenza occupante e ne va orgoglioso
soldati e coloni, zamnpress
.  Non è un’invenzione dell’Isis, degli antisemiti o degli antisionisti [versione soft dei precedenti, secondo Israele], dei palestinesi tutti, buoni e cattivi. E’ un’invenzione di Israele, iniziata cinquanta anni fa [49 per la precisione] e perfezionata nel tempo con tutti gli ingredienti dell’occupazione militare: posti di blocco, sottomissione amministrativa e legislativa, requisizione terre e coltivazioni, controllo militare, furto di acqua, carcerazione degli  oppositori, repressione,  installazioni di paesi e città abitate da coloni ecc. Tutto il vecchio repertorio coloniale messo in bella vista ma chiamato con altri nomi. 

Israele è l’unica democrazia del Medio Oriente”, scandiscono Israele e i suoi tifosi. Non ho dubbi. Be', forse uno o due li ho.  
           Anche la Francia era una onorevole democrazia negli anni quaranta e cinquanta quando in Indocina sterminava via bombardamento la popolazione vietnamita e c’è voluta una sonora sconfitta militare per sgombrare il terreno dall'occupazione militare francese, occupying Power. Era una lampante democrazia quando massacrava sul proprio territorio d’oltremare la popolazione algerina. C’è voluta anche lì una guerra per rispedire i coloni a casa, occupying Power. Vogliamo parlare della democrazia statunitense impegnata con i B52 e il napalm in Vietnam, occupying Power, e rimandata in patria dopo una sanguinosissima guerra? E così via. 
Algeri, 1960
Comunque, qui lo dico e qui lo ridico: se fossi donna preferirei vivere a Tel Aviv piuttosto che a Nablus, se fossi gay, idem.
               Si può dunque essere democrazie coloniali, non è un ossimoro. Israele ne è un tangibile esempio ma  bisogna usare parole vellutate, se no si è feroci antisemiti [Hitler, Auschwitz…]. Soprattutto non bisogna dire che il progetto coloniale israeliano ha un impianto ferreo, consolidato, tramandato di generazione in generazione di politici di tutte le fazioni, documentato fino alla noia, che è quello del Transfer :   facessero il piacere la maggioranza dei palestinesi di andarsene dalla Cisgiordania [ma anche da Israele, dove sono troppi] recandosi in Giordania o in altri accoglienti paesi arabi. L’ideale è che ci vadano per sfinimento, altrimenti noi israeliani qualche ulteriore spintarella gliela daremo e finalmente Giudea e Samaria saranno veramente israeliane e si compiranno così le profezie ecc. ecc.
                           Perché la Risoluzione Unesco che denuncia le violazioni israeliane si è tuttavia rivelata un boomerang? Perché i palestinesi, cioè l’Autorità Palestinese e i suoi diplomatici, molto spesso sono simmetrici ai loro occupanti, ma al rovescio. Si sa che non basta essere vittime, e i palestinesi lo sono da una insopportabile infinità di tempo, per aver sempre ragione. Vittima non è sinonimo di innocente.
Valico di Rafah, Alaa Elkamhawi/EPA
Primo errore [secondo me]: non fai presentare la Risoluzione da governi come l’Egitto o il Sudan, noti per l’assoluto disprezzo dei diritti  dei loro cittadini e non solo. Noti anche per l’assoluto disprezzo delle necessità vitali dei palestinesi: nella striscia di Gaza al confine con l’Egitto,  il valico di Rafah, che è l’unica via di uscita/entrata di persone e merci con il resto del mondo, è regolato dall’esercito egiziano che lo apre qualche giorno all’anno, ripeto: giorno all’anno, contribuendo insieme ad Israele a rendere la vita a Gaza un inferno.
Il Sudan ha un governo sterminatore della propria popolazione e sta facendo grandi passi di avvicinamento ad Israele, dopo aver spedito a casa i rappresentanti iraniani [ v. Haaretz, 7 settembre 2016].

Secondo errore: i nomi sono importanti, evocano un ordine simbolico, e quindi politico, di grande potenza. Se è Israele a cancellare i nomi arabo-palestinesi, nessuno grida al lupo, nessuno invoca mostri ideologici, vuoi mettere, l’unica democrazia nel M.O., il baluardo, il sionismo, la Bibbia, l'Occidente,l'Altissimo… ecc.?
[nella mappa ufficiale, Ministero del Turismo di Israele, la Cisgiordania/West Bank è indicata come Giudea e SamariaMinistry of Tourism, Israel ]. 
Se sono i palestinesi e i loro alleati a non nominare correttamente, ecco il mostro indomabile dell’antisemitismo [Hitler, Auschwitz…] a minacciarci di nuovo, la Shoah culturale, il terrorismo... Ma questo i palestinesi lo sanno. Lo sperimentano ogni giorno sulla propria pelle e non dovrebbero cascare nella trappola per loro appositamente orchestrata.
Invece. 
Nella Risoluzione la spianata delle Moschee è chiamata Al-Aqṣa Mosque/Al-Ḥaram Al-Sharif e non anche con il nome in ebraico Har ha-Bayit – Monte del Tempio e il cosiddetto Muro del Pianto è indicato con il nome internazionale Western Wall, con il nome arabo  Al-Buraq  e non con il nome ebraico Kotel. Da questo nasce il fuoco di sbarramento israeliano e assimilati, in realtà indispettiti dal fatto di essere chiamati per 15 volte, the occupying Power,  cioè la pura e innegabile verità. Diventa meno occupying Power se assegni anche il giusto nome ebraico ai luoghi di culto? Sembra pensarla così l’Autorità Palestinese.  Pensiero piccolo piccolo che si ritorce contro e soprattutto consente all’Occupying Power/Occupying Power/Occupaying Power/Occupying Power [Israele] di recitare la parte del martire, del Davide mingherlino, e ai giornalisti, ai politici di mezzo mondo di piangergli compassionevolmente sulle spalle. 


Noterelle per curiosi:

C’è anche un altro importante “luogo santo”, per i cristiani, ed è il Santo Sepolcro che è gestito in forma conflittuale, con frequenti scazzottature, bastonate e reciproci insulti, dalla Chiesa Ortodossa Greca, Chiesa Apostolica Romana [tramite i francescani], Chiesa Apostolica Armena, Chiesa Ortodossa Siriaca, Chiesa Ortodossa Copta e Chiesa Etiope [relegata quest’ultima sul tetto]. E’ dal XII secolo che le chiavi dell’unico portone di accesso sono tenute dalle famiglie palestinesi Nuseibeh e Judeh, le quali, essendo musulmane, sono neutrali di fronte alle sante imprecazioni che si scambiano i devoti cristiani. Famosa è la scala, dimenticata da forse un secolo, che nessuno sposta perché per farlo bisogna essere tutti d’accordo.
 
Ma il Santo Sepolcro, non lontano dalla Spianata delle Moschee, ha un suo doppio, fuori le mura. Nell’Ottocento alcuni protestanti riconobbero in un’altura a forma di teschio [Golgota, Calvario = a forma di cranio] una tomba scavata nella roccia. Da allora i pellegrini protestanti, esclusi gli anglicani, si recano in questa Tomba del Giardino riconosciuta come il vero sepolcro di Gesù.

Cristiani di tutto il mondo, unitevi!



Tomba del Giardino

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