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IL SOLONE DEL LIBRO DI TORINO

Letture di strada

Il Salone del Libro va lontano, va a Milano. E’ una manna dal cielo, altro che una perdita. Fine del Saloon del Libro diventato la Grande Bruttezza.
Dopo la retorica, il clientelismo a man bassa, i costi insensati, il numero dei visitatori allegramente gonfiati, le sfilate di assessori e star di varia provenienza, l’impiego massiccio di lavoro precario e sottopagato, gli arresti e gli avvisi di garanzia, il Salone era già culturalmente morto e stramorto.

In un paese dove i dati della decrescita infelice della lettura  ISTAT scendono a precipizio, e, se non ci fossero le lettrici [48,6%] il baratro sarebbe a palmo di naso [lettori: 35,0%], forse varrebbe la pena di pensare la lettura come contagio, come infezione da trasmettere.

Preso dall’entusiasmo, io, il Santone del Libro, ho ripescato un mio personale manifesto contro i Festival Culturali italiani [tra cui il Salone del Libro] che ho messo in circolazione due anni fa e che ha avuto riscontro nientemeno che tra una dozzina di amici: Manifesto.
L’ho integrato, aggiornato e lo ripropongo qui.

Su come appropriarsi dell’intelligenza collettiva disponibile, madre di tutti i festival di cultura è stato il Premio Grinzane di Torino, allegramente finito nel dimenticatoio invece che sui manuali intitolati Come non fare cultura, qualsiasi cosa voglia dire questa parola tuttofare.  GRINZANE.
L’idea matrice era e sono le famose ricadute della cultura, in immagine, in prestigio, in bella gente in passerella, in comparsate TV, in cene eleganti tra addetti, in soldi diretti e indotti. Di ricaduta in ricaduta, eccoci qua. I milanesi faranno una vera Fiera del Libro: paillettes e dané. E Torino?

La mia modesta proposta:
tu Salone prendi gli scrittori e le scrittrici, quelli che sanno tenere la penna in mano e sono contenti di alloggiare in alberghi tre stelle,
i poeti e le poete in rima e in stima,
traduttori e traduttrici esperti di lingua italiana,
editori incantati dai libri che pubblicano,
pensatori e pensatrici che sappiano cos’è il dolore del pensiero,
testimoni del mondo e non di se stessi,
narratori che non abbiano frequentato la scuola H,
grafici e writers abili disegnatori dell'anima,
blogger vivificatori e non molestatori di rete,
giornalisti che si ricordino ancora com’è fatto un libro,
librai e bibliotecarie dal delicato profumo di carta, ecc.
Prendili e mandali a intrattenersi discutendo con bambini e bambine delle quarte elementari,  poi con le  terze classi degli Istituti Professionali e con i loro insegnanti, e così via, classe dopo classe, scuola dopo scuola,  finché siano riusciti a contaminare istituti comprensivi, sede centrale e succursali, distretti,  case circondariali, plessi,  CPIA ex CTP, IFTS e ITS, CFP, statali e paritarie, in tutta la città e dintorni, con annessi genitori, zie, bidelli, tecnici, fornitori e addetti alle pulizie. Falli dialogare, meditare, bisticciare, godere, non per le effimere due ore degli “eventi”, ma per tre o quattro giorni di seguito con l’impegno di rivedersi l’anno successivo, soddisfatti o rimborsati.
Dopo questo primo tour accompagnali nei bar, preferibilmente quelli malfamati, nelle pizzerie di quartiere, nelle palestre, nei mercati e supermercati, dai kebabbari, nelle profumerie, estetiste, parrucchieri e farmacie, parrocchie,  moschee e culti pentecostali. Aiutali, tu Salone, a portare i borsoni pieni di libri e di tablet con ebooks. I sopravvissuti portali nei giardinetti, ai pronto soccorso, alle poste e in qualche capannone ancora attivo a dire la loro sull’ultimo libro letto o scritto. Qualche musicante di contorno non guasterebbe. Documenta video/audio ogni fase, ogni incontro e diffondilo come un virus intestinale.
Tutto questo, caro Salone, costa un decimo, che dico? un centesimo di quello che si tira fuori per la nota kermesse al Lingotto, tradizionale e riformata.
Fai una indagine campione sulla lettura in città e dopo tre anni di questo salone diffuso e peregrino fanne un’altra, fai la riverenza e se i dati sono ancora negativi si corre  ad alta velocità a Milano.



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