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C’è qualcuno che abbia recentemente letto o visto nei
media italiani qualche notizia sull’Eritrea? Eppure, è stata la nostra prima
colonia, e per settant’anni.
La scuola italiana della capitale, Asmara, è oggi la
più grande scuola italiana all’estero con oltre
mille studenti. Soprattutto sono eritrei, dopo i siriani, i più numerosi
ad attraversare e a morire nel
Mediterraneo. Non c’è guerra ora in Eritrea né una carestia. Perché scappano
rischiando le pallottole e le torture dei militari connazionali, il deserto, le
onde del mare, la pessima accoglienza europea? Ce lo spiega il recente rapporto
delle Nazioni Unite
Un regime, guidato da vent’anni da
Isaias Afwerki, che sa cosa vuol dire sorvegliare un popolo e reprimerne ogni
movimento, ogni parola non conforme. Ma noi non ci facciamo impressionare.
Non sapendo fare granché d’altro, propongo qualche
lettura che ci aiuti ad essere un po’
meno trafficanti di spiegazioni bell’e fatte.
"Qualunque
cosa succeda, io non morirò. Farò tutto quello che sarà necessario, perché io
non ho ancora vissuto, perché desidero disperatamente vivere. E la vita, lo so,
è bellissima." Scrive Sulaiman
Addonia in La conseguenza dell’amore [anche
Gli amanti del Mar Rosso], Sperling &
Kupfer, 2010. Di origini eritree, residente a Londra. Un romanzo di grande
tensione.
REESOM HAILE |
Una ricca tradizione poetica trasmessa per via orale viene ripresa da Reesom Haile e resa in
versi moderni utilizzando il tigrino, una delle lingue ufficiali del paese.
Purtroppo nulla è stato tradotto in italiano. Si può avere cognizione della sua
produzione attraverso le traduzioni in inglese [v. il sito a lui intitolato http://www.thing.net/~grist/ld/haile/reesom.htm ].
E’ invece disponibile in italiano Aulò. Canto di poesia dall’Eritrea,
Sinnos, 2009, con testo tigrino a fronte, di Ribka Sibahu,
eritreo-francese-italiana, residente e attiva a Roma. Vedi anche Il numero esatto delle stelle, Sinnos,
2012, raccolta di favole eritree. Ha prodotto un interessante video in cui
guarda a Roma con occhi postcoloniali
[https://www.youtube.com/watch?v=2Y4rYLlUEf0 ].
E se noi fossimo gli altri?
Un ulteriore contributo dalla diaspora eritrea sono
gli scritti di Abdu Barole Hamid, romanziere e poeta, da quarant’anni in Italia
[vedi il sito www.hamidbarole.it].
SABA KIDANE |
Nulla è arrivato in Italia, che io sappia, della giovane
performer Saba Kidane e del suo canto poetico: Guerra e donna canto/ Un paese/ ha bisogno di una donna/ per trovare la
pace.
Da non perdere la scrittrice eritreo-italiana Erminia Dell’Oro, con Asmara Addio, Baldini Castoldi, 1997 e L’abbandono.
Una storia eritrea, Einaudi, 2006, oltre ai suoi numerosi e azzeccati libri
per bambini.
E quanti altri e altre che sanno far rima con se stessi, che dal silenzio fanno riemergere la parola
giusta senza smarrirsi se per noi sono solo degli intrusi.
segnalo su FB l'AGENZIA HABESHIA presieduta dal prete cattolico Mussie Zerai, in appoggio ai profughi
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