L’avvenire
dello Stato Islamico
ho pubblicato questo trafiletto giovedì 2 aprile 2015, prima dell'attacco all'università del Kenia, su
Parliamone.
Come fosse un’azienda che vuole conquistare il mercato globale. Anche se in
questo esatto momento la “casa madre” in Siria e Iraq appare un po’ impantanata
in una guerra di posizione, il brand dello Stato Islamico incassa però un
notevole successo in altre aree. E cominciano ad essere non pochi quelli che
operano in franchising, in accordo o meno con l’amministratore delegato Abu Bakr al-Baghdadi. La “filiale” più nota
è quella nigeriana di Boko Haram che, pur avendo sufficiente isteria autonoma,
apprezza il valore aggiunto che gli deriva
dall’accorparsi con la sede centrale. In Somalia il gruppo Al-Shabaab sta discutendo se
lasciare la vecchia ditta, Al Qaeda,
e affiliarsi alla nuova. Nel Caucaso la scelta a favore dell’ISIS pare ormai decisa.
Non distante da casa mia [Cirié, Lanzo] sono stati arrestati due ragazzi che,
pare, facessero, più che i reclutatori veri e propri, i piazzisti dell’autoproclamato
Califfato sognando magari di diventare i responsabili di una succursale
subalpina. Altri, altre, aspirano a entrare nei ranghi. Il web marketing
aggressivo dell’ISIS o Stato Islamico (IS) o Califfato o Daesh è molto evoluto.
Non lascia indifferenti. La griffe fa gola, oltre a tagliarla.
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A photo of what pro-Islamic State social media claim is Salakhaddin al-Shishani (left) , the leader of the Caucasus Emirate in Syria |
L’orrore
crea adepti, Caino riscuote simpatia, come sappiamo dalla storia europea del
Novecento. E’ non è la prima volta nella storia dell’umanità che qualcuno tenta
di assurgere ad autorità politico-religiosa attraverso la barbarie più feroce. Dice
la teologia salafita ispiratrice dell’IS che tutti gli essere umani nascono in
qualche modo musulmani e solo la nociva influenza di altre fedi li porta alla perdizione. Noi ti proteggiamo, ti diamo un orizzonte e siamo spietati con i nostri comuni nemici,
sembra essere il logo di successo. La campagna promozionale funziona, dà sfogo
ad un risentimento e lo trasforma in vendetta sanguinaria, cioè in un
investimento sul futuro. Il tempo torna ad essere orientato, va da qualche
(terribile) parte, non è più svuotato ed insaccato in un eterno presente.
L’egemonia
dello Stato Islamico però va conquistata, a suon di accordi e sgozzamenti. E’ in atto una, come chiamarla?,
guerra civile con gli altri gruppi jihadisti. I vari settori
che si rifanno ad Al Qaeda non sono
Stato, sono più frazionati, ma più adattabili alle diverse situazioni. Alla
lunga potrebbe essere un vantaggio.
Dell’incandescente
Caucaso si è già detto. E non è un problema che riguardi solo il Putin. Di
Libia, Tunisia, del Maghreb siamo più che informati, così come dell’Afghanistan
e del Pakistan. Ma l’export dell’ISIS è arrivato in Cina con militanti-combattenti
uiguri tornati dopo essersi fatti le ossa in Siria. Gruppi radicali si agitano
nell’occidente della Cina tra la popolazione musulmana con cui il governo
cinese non è mai andato tanto per il sottile. Adesso ha l’occasione per impostare
una sua inedita strategia militare che
ci riserverà qualche sorpresa. In Malesia alcuni lupi solitari sono stati arrestati. Nelle Filippine gruppi jihadisti e/o separatisti si sono
dichiarati disponibili ad un’alleanza con l’ISIS. Nel più grande paese
musulmano del mondo, l’Indonesia, la cui vita pubblica è regolata da una
dottrina pluralista, Pancasila, alcune
frange estremiste si sono però collegate all’ISIS. I paesi del Golfo, la
Thailandia, la Turchia…
Lo
Stato Islamico si va così
configurando come un cartello, una specie di super Califfato, una holding
politico-religiosa sotto cui si agitano
formazioni e storie molto diverse, ma unificate da un potente sogno nero, quello
di raccogliere il furore del mondo e trasformarlo in shari’a, in legge
ordinatrice, di celebrare l’ossessione fallica degradando le donne a comfort
women, di stipare le diversità umane nella cieca coppia fedele/infedele, di
concedersi qualsiasi traffico in quanto tumorati di un dio rabbioso e
giustiziere.
C’è
qualcuno che pensa di togliere futuro allo Stato Islamico con bombardamenti a
tappeto e sciami di droni inferociti.
note aggiunte:
su Cina e ISIS:
sull'ISIS in Asia:
da prendere con le molle in quanto emanazione di un centro molto orientato a destra, ma, nello stesso tempo, molto analitico, Current Trendes in Islamist Theology:
http://www.hudson.org/policycenters/6-current-trends-in-islamist-ideology
Caucaso e ISIS:
http://centralasiaprogram.org/blog/2015/02/24/caucasus-emirate-islamic-ideology/
Una risata vi seppellirà è una delle strade da percorrere:
vedi TV Kurda, ottobre 2014:
http://www.hudson.org/policycenters/6-current-trends-in-islamist-ideology
Caucaso e ISIS:
http://centralasiaprogram.org/blog/2015/02/24/caucasus-emirate-islamic-ideology/
Una risata vi seppellirà è una delle strade da percorrere:
vedi TV Kurda, ottobre 2014:
https://www.youtube.com/watch?v=sxFyPZdPAO0
vedi quest'altro esilarante video palestinese:
https://www.youtube.com/watch?v=K5nigZzgf4Y
vedi quest'altro esilarante video palestinese:
https://www.youtube.com/watch?v=K5nigZzgf4Y
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