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TTIP 
Transatlantic Trade and Investment Partnership
Partenariato transatlantico su commercio e  investimenti

E' un metodo un po' strampalato, ma funziona. Forse ripetibile per altri temi e altre urgenze.
Qui mi limito a segnalare materiali di documentazione e di approfondimento che, nella interessante discussione attorno ad un bicchiere di bianco, sono stati solo vagamente additati .
Mi impegno anche ad aggiornarli.

Una panoramica sulle conseguenze che potrebbe avere il TTIP [o TAFTA, alla francese] nella vita di tutti i giorni si trova in questo testo: Una mirabile partnership transatlantica, traduzione di un lavoro di Kim Bizzarri e Pia Eberhardt per il Seattle to Brussels Network (S2B):  http://www.ennenneonline.it/wp-content/uploads/2014/02/TTIP-La-mirabile-Partnership-EU-USA-traduz-EnnEnnE-pdf.pdf 
Qui, in inglese, una serie di approfonditi interventi di autori diversi  sui singoli aspetti:  
http://www.collaboratory.de/images/archive/8/8d/20140118121833!TheTransatlanticColossus.pdf     

Un agile contributo di John Hilary della Fondazione Rosa Luxemburg a Bruxelles, tradotto in italiano
http://rosalux-europa.info/userfiles/file/TTIP_IT1.pdf








Un aggiornamento critico, 
in inglese, di Ulrike Herrmann:
http://www.rosalux-nyc.org/wp-content/files_mf/freetrade_uherrmann.pdf

Il profilo FB della campagna Stop TTIP-Italia e Stop TTIP TAFTA Europe.
Il blog della campagna spagnola:  http://noalttip.blogspot.it,
quello della campagna francese: http://www.collectifstoptafta.org/

PRIMO AGGIORNAMENTO
da Il Manifesto del 3 luglio 2014, articolo di Marco Bersani:

TISA: IL CONTRARIO DI PUBBLICO E’ SEGRETO

Come se non bastasse il Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti (TTIP), ovvero il negoziato, condotto in assoluta segretezza, fra Usa e Ue per costituire la più grande area di libero scambio del pianeta, realizzando l’utopia delle multinazionali, un nuovo attacco ai beni comuni, ai diritti e alla democrazia è in corso con il TISA (Trade In Service Agreement), un nuovo trattato, della cui esistenza si è venuti a conoscenza solo grazie ai “fuorilegge” di Wikileaks ...
                                            Si tratta – per quel che sinora è filtrato dalle segrete stanze - di un negoziato, che riprende in molte parti il fallito Accordo generale sul commercio e i servizi (Agcs), discusso per oltre 10 anni e con durissime contestazioni di piazza all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
                                            Fallito quello che doveva essere un accordo globale, le grandi elite politico-finanziarie hanno da tempo optato per accordi tra singoli paesi o per aree, dove far rientrare dalla finestra, grazie all’assoluta opacità con cui vengono condotti gli stessi, ciò che le mobilitazioni sociali dei movimenti altermondialisti avevano cacciato dalla porta.
                                            A sedere al tavolo delle trattative per il nuovo trattato sono i paesi che hanno i mercati del settore servizi più grandi del mondo: Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 paesi dell'Unione Europea, più Svizzera, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Israele, Turchia, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Pakistan, Panama, Perù, Paraguay, Cile, Colombia, Messico e Costa Rica. Con interessi enormi in ballo: il settore servizi è il più grande per posti di lavoro nel mondo e produce il 70 per cento del prodotto interno lordo globale; solo negli Stati Uniti rappresenta il 75 per cento dell'economia e genera l'80 per cento dei posti di lavoro del settore privato.
                                             L’aspetto più incredibile di quanto rivelato dai documenti in possesso di Wikileaks è il fatto di come, non solo il negoziato si svolga in totale spregio di alcun diritto all’informazione da parte dei cittadini, bensì sia previsto, fra le disposizioni contenute, l’impegno da parte degli Stati partecipanti a non rivelare alcunché fino a cinque anni dopo la sua approvazione! 

                                    Una nuova ondata di liberalizzazioni e di privatizzazione di tutti i servizi pubblici si sta dunque preparando e, non a caso, la prima tappa di questa trattativa – avvenuta nell’aprile scorso e finita nelle provvidenziali mani di Wikileaks - ha riguardato la liberalizzazione dei servizi e prodotti finanziari, dei servizi bancari e dei prodotti assicurativi: non sia mai che la crisi, provocata esattamente dalle banche e dai fondi finanziari, rimetta in discussione la totale libertà di movimento e di investimento dei capitali finanziari in ogni angolo del pianeta.
                                     Per quel che si è riusciti a sapere, proprio in questi giorni si sta svolgendo un secondo incontro ed è assolutamente evidente come ad ogni tappa verrà posta l’attenzione su un settore di servizi, fino a comprenderli tutti: dall’acqua all’energia, dalla sanità alla scuola, dai trasporti alla previdenza.
                                      Un mondo da mettere in vendita, attraverso la trappola del debito pubblico e le politiche di austerità, attraverso il
TTIP e il TISA, per permettere al modello capitalistico di uscire dalla crisi sistemica, con un rilancio dei mercati finanziari, che, dopo aver investito l'economia, ora hanno puntato gli occhi sulla società e la vita, sui diritti, i beni comuni e la natura.
Per farlo, devono sottrarsi ad ogni elementare regola di democrazia e rifugiarsi nella segretezza: ma come i vampiri della notte non reggono la luce del giorno, così i piani delle elite politico-finanziarie possono essere sconfitti da una capillare informazione e da una ampia e determinata mobilitazione sociale.
E' ora di muoversi.


Marco Bersani non è preciso. Non è che non si sapesse del TISA. 
La confederazione internazionale dei sindacati del pubblico impiego PSI-Public Services International aveva già fin dallo scorso settembre 2013 protestato pubblicamente contro TISA: v.thttp://www.world-psi.org/en/media-release-psi-denounces-trade-services-agreement e il polemico comunicato stampa: 
http://www.world-psi.org/sites/default/files/attachment/media/en_psi_tisa_statement_16sept2013_1.pdf


Qui il materiale prodotto da Wikileaks: 
https://wikileaks.org/tisa-financial/press.html

Un'altra riflessione sul TTIP da parte del movimento spagnolo Frente Civico, in italiano, https://docs.google.com/file/d/0B79uW7TuFnxwYzA0eHcwZXVTWlE/edit


da SBILANCIAMO L'EUROPA inserto de Il Manifesto curato da Sbilanciamoci.info- 11 luglio 2014- due interessanti articoli che hanno a che fare con le regolazioni finanziarie internazionali e con le pretese delle multinazionali.
Il primo, di Andrea Baranes intitolato Per le multinazionali, diritti senza alcun dovere si può leggere qui: http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/capitali/Per-le-multinazionali-diritti-senza-alcun-dovere-25430
Il secondo, di Vincenzo Comito, intitolato Il blitzkrieg finanziario Usa, a proposito del debito argentino e dei fondi avvoltoio,  si può leggere qui: http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/capitali/Il-blitzkrieg-finanziario-degli-Stati-Uniti-25429

Commenti

  1. Qui in Germania il TTIP è già ampiamente contestato in vari settori, si sta formando un fronte (dagli artisti agli ecologisti) per contrastarlo. Il problema è che questo trattato è solo uno dei tanti strumenti della guerra economica in atto da parte degli USA per imporre la loro egemonia imperialista sull'Europa e sul resto del mondo. Un altro tassello è il "fracking", contestato in Germania ma già in atto a livello sperimentale, e in piena espansione in Polonia e Romania, non a caso il figlio di Joe Biden è stato nominato direttore generale della società ucraina che sta avviando l'impiego su larga scala di questo metodo per estrarre gas dal sottosuolo per pochi anni inquinando le falde acquifere per secoli (ecco perché il golpe USA in Ucraina). L'UE sta a guardare e sostine per compiacente vassallaggio USA. Quando Putin massacrava i Ceceni giustamente si insorgeva in Europa. Ora che Porkoschenko massacra i suoi stessi concittadini è finanziato e sostenuto dall'UE. Dunque il problema del TTIP è grave, ma va visto e contrastato in una strategia di contenimento dell'espansionismo economico militare USA. Saluti da San Pietroburgo

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