quella che segue è la consueta LETTURA che pubblico sulla Newsletter dell'OSSERVATORIO SULL'IMMIGRAZIONE IN PIEMONTE, dicembre 2010, n. 31. Si può accedere a tutta la Newsletter in :
ROM DI ROMANIA
La cacciata dei rom romeni dalla Francia e dall’Italia non è stato solo un gesto di xenofobia e di razzismo, popolazioni plaudenti, ma anche una esemplificazione concreta del meccanismo generale delle relazioni sociali: sottostare all’arbitrio di qualcuno che sta più in alto nella gerarchia sociale.
Passata l’ondata mediatica naturalmente continua la discriminazione quotidiana.
Per questo mi sembra utile suggerire una sintetica, ma densissima lettura:
Le frontiere dell’identità – I rom rumeni in Italia di Sergio Bontempelli, capitolo del volume collettivo curato da Ilaria Possenti dal titolo: Intercultura, nuovi razzismi e migrazioni. Contributi per la formazione interculturale, Edizioni Plus - Pisa University Press, Pisa, 2009.
Il libro può essere scaricato gratuitamente, previa registrazione, da: http://pace.unipi.it/pubblicazioni/collana/schede/21_.html.
Perché dico che è un testo salutare oltre che sostanzioso? Perché mette fuori gioco quegli automatismi che ci prendono quando pensiamo ai rom o zingari che dir si voglia [e già qui si pone il problema: non tutti gli zingari sono rom e zingari è diventato per molti di loro una auto denominazione che sovverte il senso spregiativo che continua ad avere se la uso io, che sono gagé. Postilla alla postilla: in piemontese/torinese gagiò – originariamente “chi non è zingaro”- significa stupido ovvero badola. Le parole sì sono nomadi e viaggiano di qua e di là].
Sintetizzo brutalmente il ricco lavoro di Sergio Bontempelli citando una sua frase: E proprio il pregiudizio di una omogeneità etnica di tutti i rom di qualunque origine ha agevolato i processi di esclusione e marginalizzazione sociale dei nuovi immigrati.
Questo, che gli antropologi definiscono essenzialismo, è il processo di violenta concentrazione [per i rom non solo concettuale] di popolazioni, gruppi sociali, diversi fra di loro, sotto una unica etichetta. Così da “facilitare” il lavoro di discriminazione.
Esempio numero 1:
La Stampa del 26 ottobre 2010 in un articolo un po’ apprensivo di Niccolò Zancan racconta con partecipazione di un conflitto tra due gruppi di rom al campo di Strada dell’Aeroporto. 260 serbi Daxikhané, 150 bosniaci Khorakhane', i primi cristiani ortodossi, i secondi musulmani. Una tensione che si riversa sui bambini, sul pulmino per andare a scuola, e si materializza nella cancellata che divide in due il campo. Un razzismo “dal basso” che la dice lunga sulla sua potenza disumanizzante, che non fa sconti a nessuno. Naturalmente la guerra nella ex Jugoslavia, le condizioni di invivibilità dei campi, l’accerchiamento urbano discriminatorio, sono alcune delle ragioni che lo fomentano. Non le uniche.
Esempio numero 2:
Musica tzigana, gitana, zingaresca, gipsy, ecc. Quanto romanticismo si è spellato le dita a scrivere e suonare una musica così catalogata. E continua oggi con imperterrito esotismo. Con scarsa consapevolezza del fatto che gli zingari, appartenenti a questo o quel gruppo e popolazione, sono sempre stati dei grandi mediatori di linguaggi musicali, accumulatori di sonorità, agenti di scambio e diffusori delle musiche con cui venivano a contatto.
Se vai: www.passiondiscs.co.uk/e_pages/romanian_e/ethcd008.htm puoi sentire due lingue musicali contrapposte di due gruppi zingari che tra di loro si oppongono anche nel nome e vivono in un paese di 3000 persone, Gratia, nella regione storica della Muntenia, lungo il Danubio, in Romania.
Un altro importante lavoro, in inglese, è quello prodotto da OSSERVAzione – Centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e sinti, di Firenze, intitolato THE ‘LATEST’ PUBLIC ENEMY: ROMANIAN ROMA IN ITALY. The case studies of Milan, Bologna, Rome and Naples, curato da Nando Sigona, 2008, e scaricabile da: www.osservazione.org/documenti/OSCE_publicenemy.pdf
si può scaricare un ampio studio curato da Gabor Fleck e Cosima Rughinis, intitolato Come Closer. Inclusion and Exclusion of Roma in Present-Day Romanian Society, pubblicato a Bucarest nel 2008 da Human Dynamiycs.
Non presente nella LETTURA, segnalo questo interessante rap zingaro collocabile in Macedonia.
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