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MISERERE DI ME

Una piccola chiesa di campagna si rivela ad un tatto sapiente ricca di pitture databili tra Trecento e Quattrocento. Dico "tatto" perché è proprio la lieve raschiatura manuale sulla pesante tinta alle pareti a suggerire meraviglie nascoste. Il tatto era naturalmente guidato da una lungimiranza altrettanto sapiente.

Quello che alcune generazioni di devoti avevano ignorato per chissà quanto tempo era la festa di colori e di narrazioni che la cappella serbava da secoli. Grazie all'intelligente fervore di alcuni cittadini, alla fine i diversi cicli affrescati di questa cappella nella campagna di Vigone [Torino] tornano quasi alla loro visibilità originaria. Il lavoro di restauro è documentato nel libro Vigone - Affreschi in Santa Maria de Hortis, Cuneo, 1003, da cui sono tratte le immagini di questa pagina, originariamente fotografate da Pier Giorgio Adamini.
In quell'occasione,  con Eugenia Gaglianone, soprano, e Mario Tavella, contrabbasso, presentavo una mia composizione su un testo di Alda Merini, non del tutto estraneo agli affreschi del ciclo: Miserere di me, per voce, contrabbasso e pianoforte.
Il testo è tratto da una composizione poetica di Alda Merini intitolata Magnificat Un incontro con Maria, Frassinelli, 2003:

Io sono la donna di Dio,
Colui che ha baciato le carni
della mia stoltezza
col fuoco del Suo Amore
e le ha rese incandescenti.
Io sono l'amante di Dio,
colei che Lo ama
e che in Lui trasmigra
come una foglia.
[…]
Miserere di me,
che sono caduta a terra
come una pietra di sogno.
Miserere di me, Signore,
che sono un grumo di lacrime.
Miserere di me,
che sono la tua pietà.
Mio figlio
Grande quanto il cielo.
Mio figlio,
che dorme sulle mie gambe.
Mio figlio,
che non è più vivo.
Miserere di me,
o universo,
egli era la punta di spillo
l'ago supremo della mia paura.
Miserere di me
che sono morta con lui.
Miserere della mia grandezza,
miserere della mia stanchezza,
miserere della misericordia di Dio.
 Mi sono poi avventurato con due gruppi di studenti di Istituti Superiori su alcuni dei motivi iconografici del ciclo di affreschi. In particolare su:
1. DORMITIO MARIAE, una vicenda teologicamente controversa, ma artisticamente prolifica; punto di partenza per la discussione: "La 'Dormitio Mariae' nelle testimonianze dei Padri e dell'arte" in M.Naldini [cur.], La fine dei tempi - Storia e Escatologia, Nardini, Fiesole, 1994, spunti da una relazione di Carlo Ossola, per i rapporti tra Dante ["Vergine Madre, figlia del tuo figlio…"] e la rappresentazione della dormitio nel mondo bizantino; ci ha guidato anche una felice intuizione di padre TEILHARD DE CHARDIN che in occasione della proclamazione nel 1950 del dogma dell'Assunzione da parte di Pio XII scriveva: "La conseguenza più curiosa del dogma dell'Assunzione è che, semplicemente affermandolo, i fondamentalisti [così T.d.C. definisce i teologi romani] esprimono l'opinione che il dogma evolva ancora (poiché di questo dogma non si parla in nessun punto delle Scritture): diventano quindi evoluzionisti loro malgrado!"


2. LA RAPPRESENTAZIONE DELL'EBREO, una storia di stigma e di deformazione, con base in: B. Blumenkranz, Il cappello a punta. L'ebreo medievale nello specchio dell'arte cristiana, Laterza, Bari-Roma, 2003

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