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AFGHANISTAN


Dedicato ai bambini e alle bambine, agli uomini e alle donne, ai militari, uccisi in Afghanistan, paese che sembra sempre più far rima con Vietnam.

Tre guerre afghane [1839-1842, 1878-1880, 1919] condotte dagli inglesi, una invasione e guerra condotta dai sovietici, durate dieci anni [1979-1989], non sono riuscite a controllare veramente l'Afghanistan.
Ci dovrebbe riuscire la NATO?

A] Immagini di un Afghanistan dimenticato:

                                                      

Oggi, 31 agosto 2013, "rubo" le immagini che seguono dal bel blog Lunanuvola's blog curato con intelligenza da Maria G. Di Rienzo:

anni 70


Facoltà Medicina, Kabul, 1962

 
anni 60
 
















B] parole di Said Bahaudin Majrouh [Sayyed Burhanuddin Majruh/Sayd Bahodine Majrouh/Majrūḥ Bahāʾ al-Dīn]
[1928, assassinato in esilio a Peshawar l'11 febbraio 1988]


Lontano, dicono,
lontano dalla città,
al di là delle distese,
là dove termina il mondo dei vivi,
dove il giorno spira per sempre nelle braccia tenere della notte,
tra le pietraie d'una valle profonda,
respira la Caverna.
...Precipita
nelle viscere della terra,
scende
giù, giù, fino alla soglia
dell'Inferno.
Ogni sera a mezzogiorno, dicono,
spiriti infernali risalgono l'abisso
e vengono a gemere attraverso la bocca della Caverna,
a riversarsi sulla pianura,
strappando lamenti a ogni cespuglio di rovi,
a ogni bosco di spine, a ogni sasso
del sentiero,
urlando terrore nelle strette gole,
impossessandosi delle montagne per farne
dei giganti in cammino,
e il letto del torrente in secca diventato
drago di fuoco
si slancia nello spazio
e talvolta s'aggira
vicino,
vicino alle porte della città...




E scoppiano a ridere rabbrividendo
di nascosto.
Si scuotono con la speranza,
vago viatico, in difetto del coraggio
che fortemente manca.
Hanno paura, gli abitanti della città,
e scongiurano la paura, l'esorcizzano
con il riso, ma i bambini
non ridono: ascoltano
con tutta l'attenzione
dei grandi occhi gravi,
non perché hanno paura,
ma perché afferrano
il linguaggio degli abitanti della notte
e ne decifrano il messaggio.

Eppure, questi stessi bambini, diventati adulti
a loro volta,
disimpareranno
la lingua della notte e rideranno
delle leggende
e si piegheranno
alle usanze della paura.





da Il Viandante della notte, volume I°, Luni editrice, Milano, 1995, pag. 21

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