index librorum NON prohibitorum n. 1
SALMAN ALI'
Un uomo viene a Roma da Kabul. Ogni tanto torna a far visita ai familiari rimasti in Afghanistan. L’uomo non è in fuga. Ha una bella storia da raccontare, che comincia così: Un giorno mio figlio mi ha domandato cosa facevo prima di aver incontrato Alighiero. Gli ho risposto: “sono nato con Alighiero”. Perché è vero. …Sui miei documenti sono nato il 1 gennaio, come mia moglie e tutti gli altri che non sanno bene quando sono nati. Anche l’anno di nascita non è certo, ma quasi sicuro.
Non è la
trama un po’ zuccherata di una nuova serie. E’ la vita di Salman Ali scritta in
un bellissimo italiano con accento straniero che, quasi sicuro, è come sentirla
direttamente dalla sua voce. Alighiero era uno che si fermava qualche mese
all’anno a Kabul perché aveva aperto l’One Hotel che chiamarlo Hotel è
un insulto. Era una magnifica pensione a cui approdavano stranieri attratti
dalla fama di Kabul, città calma, erba buona, volti sorridenti. Un turismo
senza pretese fatto di Fiat sgangherate con acqua sempre in ebollizione, R4
[Renault] spartane e camper Volkswagen non ancora vintage, ma già mitici. Fine
Sessanta inizio Settanta secolo scorso.
E’ infatti nel 1971 che a Salman Ali viene richiesto di dedicarsi alla
preparazione del thé e del nescafé all’One Hotel. Il proprietario
si chiama Alighiero Boetti, più tardi Alighiero & Boetti. E’ torinese e sta
per diventare uno degli artisti più rappresentativi dell’arte contemporanea
italiana e non solo.
Dietro ad ogni genio maschile c’è una donna, si sa. Dietro e a lato di Alighiero ci sono donne, ma c’è, indelebile, lui, Salman Ali. E’ una presenza femminile, che, secondo tradizione, accudisce i bambini, fa la spesa, lava i pavimenti. Ma è anche la persona che traduce l’immaginazione artistica di Alighiero in oggettualità tangibile. A Kabul come a Roma. Immerso nell’effervescenza artistica italiana la sua vita non ha quotazione sul mercato dell’arte, ma quanto a finezza e rifinitura è un capolavoro.
Spesso la gente non vuole credere quando guardano le foto storiche di Alighiero sul muro, che sono io Salman Ali! Poi capiscono e sono molto impressionati. Anche noi siamo molto impressionati a sfogliare questo libro ibrido pieno di fotografie e di riproduzioni d’arte in cui scalpitano ingegno ed artisti e, soprattutto, è percorso da un nitido e pacato attraversamento afghano di classi, nazioni, famiglie, ambienti, culture, nascite e morti. In cui impariamo che Afghanistan non è sinonimo di Talebanistan.
Salman Ali, Salman Alighiero Boetti, ed. italiana/inglese,
Forma Edizioni e
Tornabuoni Arte, €20,00
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