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MARIJA JUDINA

 

  28 luglio 2021

claudio canal

sacro e antitotalitario, il pianoforte della Judina

 

Vi ringrazio  per il vostro aiuto. Pregherò per voi giorno e notte, chiedendo al Signore di perdonare i grandi peccati che avete commesso nei confronti del popolo e del paese. Il Signore è misericordioso e vi perdonerà. Quanto al denaro, l’ho dato alla chiesa che frequento.

Il grande peccatore è il “Piccolo Padre” Iosif Vissarionovič Džugašvili detto Stalin. A mandare questo biglietto  Marija Judina, come racconta Šostakóvič. Era stato il Concerto per n. 23 in La Maggiore K 488 di Mozart a emozionare Stalin che l’aveva ascoltato alla radio, Judina al piano. Ebrea di origine poi convertita all’ortodossia. Adorata dal pubblico, si presentava ai concerti con una palandrana nera e scarpe da ginnastica. Su molti argomenti sono d’accordo con il Partito Comunista Russo – ma non posso esserne membro a causa delle mie convinzioni ideologiche e religiose aveva risposto a un questionario quando insegnava al conservatorio. Con l’amico e collaboratore Michael Bakhtin era andata in avanscoperta di Rabelais, di Dostojevski e sapeva dunque che i testi, musicali o letterari, sono un deposito di significati multipli e che il processo interpretativo consiste nel rispondere a domande inedite non nel fotocopiare. Quando il collega  Henryk Neuhaus le chiese ad un concerto perché avesse suonato così forte, Judina aveva risposto Ma siamo in guerra! Suonava alla radio di Leningrado durante l’assedio tedesco durato due anni e mezzo e quasi un milione di civili morti, moltissimi di fame. Alla stessa radio un’altra artista, Olga Berggol’c, leggeva ogni giorno poesie per sbigottire lo strazio di una cittadinanza esangue.  E da ogni finestra la morte guarda,  aveva scritto Anna Achmatova.

Judina e Šostakóvič, 1950

L’interpretazione di Judina della Hammerklavier Sonata di Beethoven o del Concerto secondo il gusto italiano  di Bach è immediatamente riconoscibile come solo succede a coloro che hanno aperto nuovi orizzonti, come Glenn Gould o Rosita Renard. La sua trepidante lettura musicale si accompagnava all’attenzione per la contemporaneità, sia russa sia occidentale. E’ in intensa corrispondenza con Adorno, Boulez, Stockhausen, Nono.   Il suo repertorio prevede Alban Berg, Igor Strawinskij, Olivier Messiaen, Anton Webern, Arnold Schönberg oltre agli esponenti dell’avanguardia russa. Formalisti spregevoli per la nomenklatura di partito. Se è il caso guarnisce i suoi concerti con poesie dell’amico Boris Pasternak, premio Nobel e “indegno” sovietico.

Maria Judina legge versi di Pasternak sulla sua tomba. 1960. Foto da russiainphoto.ru

Questa prospettiva rovesciata la ricava dall’amico e guida spirituale Pavel Florenskij, matematico, fisico, filosofo, teologo ortodosso, elettrotecnico e poeta,  che le scrive: E’ triste che Lei non riesca ancora a trovare se stessa e viva con un ritmo così malandato. In me…si fanno sempre più vistosi gli stili e gli atteggiamenti della mia infanzia, cioè lo stare con Mozart e in Mozart…cioè nell’infanzia paradisiaca [dove c’è] la difesa contro le tempeste. Lettera del 20 aprile 1936, dal gulag delle isole Solovki, un anno prima di essere fucilato come nemico del popolo e trotskista.

Pavel Florenskij con il figlio

Giuseppina Manin [Complice la notte, pagg. 227, Guanda ed., 2021, €18,00] ricostruisce con una narrativa sciolta e nitida la vita e il complesso ambiente musicale e religioso attraversato da Marija Judina [1899-1970]. Preceduta nel 1988 dal saggio di Giovanna Parravicini, Marija Judina più della musica [La Casa di Matriona].

Su YouTube è possibile trovare sue esecuzioni originali. 

L’editrice Contrechamps di Ginevra ha pubblicato nel 2020 un importante libro che contiene una cospicua corrispondenza di Judina:: "Maria Youdina, Pierre Souvtchinsky. Correspondance et documents (1959-1970)", traduzione e cura di Jean-Pierre Collot, con due CD contenenti rare incisioni.


in aggiunta:

la lettera citata si trova in Pavel A. Florenskij, Non dimenticatemi. Le lettere dal gulag del grande matematico, filosofo e sacerdote russo, Oscar Mondadori, 2009, pagg. 290/81
di lui e su di lui l'editoria italiana ha pubblicato molto

Ol'ga Berggol'c, Diario proibito, la verità nascosta dell'assedio di Leningrado, trad. Nadia Cicognini, Marsilio, 2013

Marina Drozdova, A lezione da Marija Judina, La Casa di Matriona, 2019  [che non conosco]

in rete

MUGI Musik und Gender im Internet, ampia voce in tedesco e inglese, di Marina Lobanova  

in Il Sussidiario.net 2010 intervista a Pietro Rattalino su Judina, e altri articoli dedicati

sintesi di una tesi di dottorato di Rosa Stella Cassotti presso l'Università di Bari sul Circolo di Bakhtin e Marija Judina [in inglese]

P. Bannister, Sermonizing rant or visionary spirituality_ Sofia Gubaidulina and Maria Yudina, 2010

su you tube o su altre piattaforme ci sono parecchie incisioni di Judina, alcune tecnicamente non perfette. Da Bach a Webern, a Šostakóvič. 

In inglese la traslitterazione è Yudina

Un documentario russo su di lei, molto ben fatto e molto russo, con sottotitoli in inglese

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