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GAZA


foto di GAZA che risale a:

marzo 2008 [Inverno Caldo]?

dicembre2008/gennaio 2009 [Piombo Fuso]?

luglio-agosto 2014 [Margine di protezione]?

maggio 2021…?


sono stato invitato per molti anni a tenere laboratori su Israele/Palestina nelle seconde e terze medie inferiori [scuola secondaria di primo grado], che erano le classi che mi interessavano di più

Stringatezza e precisione i criteri da adottare. Molte cartine geografiche.

Traccia

Durante la Guerra dei sei giorni nel 1967 tra Israele e gli Stati circostanti, l’esercito israeliano occupa per ragioni strategiche la Cisgiordania e Gaza [e il Golan siriano]. La guerra è stata vinta da Israele.

L’esercito israeliano è ancora lì [da 54 anni].

Da Gaza si è ritirato nel 2005 [38 anni di occupazione], ma l’ha circondata di filo spinato e decide cosa e chi può entrare e uscire, persone, merci, energia elettrica…Anche il mare è circondato dalle motovedette israeliane che non possono, per ora, fermare i pesci, ma le barche dei pescatori sì.

Gaza è una striscia di terra con 2 milioni di abitanti. Dal mare al confine si impiega a piedi un’ora, in lunghezza  40 minuti  di autostrada. Sperimentato direttamente.

L’occupazione militare è una forma di colonialismo ormai abbastanza in disuso in quasi tutto il mondo. Ha la sua ispirazione nel testo di fondazione del sionismo politico:  Lo Stato Ebraico di Theodor Herzl [1896], dove sta scritto: 

In favore dell’Europa costruiremmo là  [in Palestina] una parte del vallo [muro] per difenderci dall’Asia, costituendo così un avamposto della cultura contro la barbarie.

Colonialismo significa che in Cisgiordania ci sono centinaia di posti blocco fissi, anche a pochi chilometri di distanza, gestiti dall’esercito israeliano, che oggi vivono sulle terre requisite ai palestinesi  500.000 coloni israeliani sparsi in paesi e città a macchia d’olio, che la pratica della distruzione delle case e degli ulivi è una costante della presenza militare, che c’è un muro israeliano, mediamente alto 15 metri, che separa la Cisgiordania dallo Stato d’Israele, le detenzioni amministrative [senza processo] come pratica normale,  ecc.  

Dicesi: la cultura contro la barbarie

La situazione di Gerusalemme è particolarmente complessa e richiederebbe un laboratorio storico apposito. Basti ricordare che anche Theodor Herzl, che non era proprio una mammoletta, scriveva fiducioso: Costituiremmo la guardia d’onore intorno ai luoghi santi [di Gerusalemme]  e ci renderemmo garanti, a prezzo della nostra stessa vita, dell’adempimento di questo dovere. E’ andata esattamente al contrario, come sappiamo.

 

Da discutere con le/gli insegnanti:

perché lo Stato d’Israele continua imperterrito con il colonialismo da occupazione? Perché il sionismo politico  che lo guida ha chiaro in mente, fin dagli anni Venti del Novecento, che l’unica soluzione accettabile è il transfer, il trasferimento, possibilmente volontario, dei palestinesi [sempre definiti arabi] nei paesi arabi circostanti. Alla fine, sfiniti da una resistenza che non porta risultati e che, anzi, peggiora la loro condizione, se ne andranno. Resterà un numero insignificante, facilmente addomesticabile. Ci vorranno altri cinquant’anni? Non importa. Il sionismo politico ha la forza militar-economica e l’appoggio internazionale per continuare a perseguirlo. 

Salvo un Armagheddon imprevisto.

Non c'è una guerra da chiudere con un trattato di pace. C'è un'occupazione militare [diretta e indiretta] da smontare. 

Ma Hamas, i missili su Israele?          Il colonialismo colonizza, soprattutto le menti. A forza di sentire sulle e nelle proprie teste che gli arabi [i palestinesi] capiscono solo il bastone, un certo numero di palestinesi si convince che gli ebrei [gli israeliani] capiscono solo il bastone: attentati, razzi. Dove conduca questo stolto rapporto di forza è presto detto: chi sta in mezzo ai due bastoni fa una brutta fine.    

Una conoscenza anche minima del colonialismo in genere ci insegna che la sua potenza degenerativa non lascia scampo. Quello israeliano/ebraico non solo non fa eccezione, ma si fonda su questa deformazione del colonizzato, avendola patita per secoli.

I sionismi sono diversi.  Il sionismo politico è oggi dominante, gli altri sono esigua minoranza. Ma sono l’unica flebile speranza per la salvezza di Israele. Ahad Ha’am, Martin Buber, Leo Magnes, Yeshayau Leibowitz, il post sionismo attuale, hanno un’altra idea di Israele. Se mai avrà la potenza costruttiva di affermarsi nelle teste israeliane e, per dialettica, in quelle palestinesi.

[Anche il comunismo  di Stalin è stato predominante, ma, nonostante tutto, non è riuscito a cancellarne un'idea molto diversa, anche se di minoranza]

 

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