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Visualizzazione dei post da giugno, 2020

TUTTA UN'ALTRA STORIA

se il video non si apre cliccare https://youtu.be/mY1S5BSFt8Q La  statua riverniciata di Indro Montanelli è diventata un'icona dell'arte contemporanea. Non valeva niente, adesso fa gola ai collezionisti. Ne sarebbe orgoglioso.  Nel grande torneo mediatico si è parlato poco di Elvira Banotti , l'unica che in televisione ebbe il coraggio di fare le domande giuste, e non eravamo negli Anni Trenta. Donna scomodissima, a destra e a sinistra. Geniale precorritrice di molti temi di "genere" e di battaglie sensatissime e non. Nata ad Asmara nel 1933 e morta nel 2014.   Nel derby sono stati giustamente illustrati i difetti di Montanelli, meno l'ultimo, quello di essere morto e quindi non poter eventualmente ribattere.  Perciò propongo, a chi se ne intende, a chi conosce il giornalismo italiano, a chi studia la storia di questi decenni, di applicarsi ai viventi. Per esempio: Bruno Vespa , di cui comincio io a pubblicare il noto "primo scoop" [per i millenials

TORINO SGHEMBA 3

TORINO   S G h e M b    A la città che non è niente di quello che si dice n. 3 Torino differenziata

CRONACHETTE DELL'ALTRO MONDO

CRONACHETTE DELL’ALTRO MONDO Colera Napoli 1973 L’imputato “Cara còzzeca, tu staie inguaiate”, decette’o magistrato, “’o fatt’è chisto, ccà nun te salva manco Giesù Cristo; o l’ergastolo, o fucilata. Qui ci sono le prove, figlia mia... tu hai portato il becillo del colera... La tua presenza è una presenza nera: ’a gente more all’erta mmiez’a via. Che’ dici a tua discolpa?”. “Ecco vedete... affunn’ ’o mare ‘a cozzeca s’errangia”, dicette l’imputata, “e lo sapete... là ssotto, preside, para l’inferno! Chello c’arriva ‘a cozzeca se mangia:                                                                                  si arriva mmerda, arriva dall'esterno!"                                                                                                                                                    Eduardo De Filippo       I virologi tornano alle puzzolenti provette nei loro angusti laboratori. Addio luci della ribalta. Consumo di antidepress

SGUARDI PENULTIMI

    claudio   canal SGUARDI PENULTIMI dialoghetti       Ho fatto scalo qui, da te. Presso il tuo sguardo amichevole e beffardo. Non c’è prosopopea che tenga. Non c’è scampo. E’ così implacabile e morbido che mi viene da raccontarti una ad una le mie magagne. Fino ai bordi della notte che è in me.   A cominciare da questo furto di identità che ho perpetrato, come sempre si dice, a fin di bene. Un po’ così mi guardava mia madre. A me, maschio recalcitrante. Diceva, in volgar lingua, mostrandomi la mano sagomata giusta, quat dii pi bas [ quattro dita più giù ]. Denudandomi quanto basta per il resto della vita.   Una selva di occhi che stanno sulla frontiera tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Ombre degli uni e degli altri. Ombre di ombre. Ontologicamente instabili, direbbero i filosofi d’università. Sguardi muti e significanti che abitano quei recinti che chiamiamo cimiteri dove si celebra la fine del mondo. Popolazi

Teatro Regio

Teatro Regio dopo l'incendio del 1936 Il "Regio" pesa terribilmente sul bilancio comunale come il figlio scapestrato su  d'una famiglia borghese.   Questa affermazione, scritta nel 1912 , continua:  Onde, per evitare il disastro  completo, finale, si mette ancora Wagner sul programma, che, a sentire alcuni   miei amici, "fa dormire". Ma andare a sentire Wagner è bon ton.  Sostituire Wagner con nomi oggi più appetibili e siamo ancora esattamente lì.  Curt Seidel  si chiamava l 'autore di queste righe , giovane tedesco critico d'arte, residente a Torino dal 1905 al 1912, in un libretto   scoppiettante intitolato Torino mia. Impressioni di uno straniero , Tipografia Mittone, con xilografie di Nicola Galante . Lo sguardo sulla città e i suoi abitanti è acuto e partecipe, ci sono le attraenze  e i limiti vividamente scolpiti. E vidi il tuo Valentino nell'austera mestizia d'un dorato crepuscolo d'estate. E collo scendere dell'ombr