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QUISQUIGLIE VIRALI N. 10


Dialogo balconico asintomatico e autoimmune

n. 2

Foto Armando Mancini

   


Tutun: allora, come te la passi?

Parinot: abbastanza in forma. In tivù mi hanno insegnato a fare le flessioni sul letto, alla quarta però crollo addormentato

T: io invece temevo di essermi contagiata perché ogni volta che entravo in bagno svenivo. Poi ho capito, dopo la diciottesima pulizia integrale con candeggina pura era una camera a gas

P: non si finisce mai di imparare.

T: ecco, impareremo qualcosa?

P: non credo proprio. La missione civilizzatrice del virus lascia a desiderare. Pensa alla “spagnola”, decine di milioni di morti e poi, zac, neppure un cenno sui libri di testo. Andrà così, una grande rimozione e via come prima. Forse anche peggio. La storia non ha morale.

T: sei un ottimista incallito

P: non così incorreggibile, ad esempio penso goduto alla beatissima cancellazione dei festivaloni di cultura, sfilata delle star del settore e pubblico in estasi o, a scelta,  inquadrato per la Grandissima Imperdibile Mostra Che Non Avete Mai Visto.

T: Ma era un lunapark non male, altro che disneyland. Uno spasso. Mi preoccupa invece il casino spaziale delle ordinanze governative, regionali, comunali, condominiali. Te l’ho già detto che l’8 settembre del ’43 non è mai finito.  Colonnello, arrivano i tedeschi – Sparategli! – mentre se la squaglia vestito da prete – No, non sparategli!- Da distante: Vedete un po’ voi- Scompare. Achtung! Achtung!

P: neorealismo puro. Abbiamo anche la borsa nera delle mascherine, delle tute, dei ventilatori polmonari, dei posti letto. Forse ci sono anche i ladri di biciclette.

T: ah, Rossellini, De Sica.

P: Nostalgie? Pensa come sarebbe bello un Mascherina d’oro da consegnare in pompa magna a tutti quelli che sui social hanno contribuito a chiarire le idee su virus e dintorni. Altro che un popolo di santi, poeti, navigatori…Un popolo di epidemiologi, virologi, tossicologi, farmacologi, statistici, economisti, specialisti di tutt'e  cosse. Una bella soddisfazione. La nostra vera eccellenza.

T: la mia vera nostalgia è che fino a una settimana fa potevo dire: apro la finestra, voglio sentire un po’ di silenzio.

P: ce lo possiamo scordare. Però abbiamo cantato belle canzoni dai balconi, anche senza i regolari mandolini. Eravamo felici. Ti pare? Finalmente tutti italiani veri al 100 per 100.

T: Sai come rimpiangeremo la clausura, l’aria pulita, la limpidezza del Po, le belle letture, le paperette al semaforo.

P: Chi non ha tenuto la mano del padre morente avrà altri rimpianti. Quelli che si sono odiati nell'alloggio bugigattolo, anche. Solo bestemmie chi si è mangiato i risparmi per mangiare…

T: fermati, per favore. Conosco il seguito dell’elenco.

P: Sei sicura? Alle prostitute hai pensato?

T: a dirla tutta, no.  Un virus bigottissimo. E tu ai negri nelle campagne?

P: adesso gli diamo una bella regolata, è ufficiale. Forza con frutta e verdura che non possiamo star senza. Poi la sera nelle baracche dài a cantare nuovi malinconici blues africani che a noi piacciono tanto.

T: Non c’è più bisogno delle catene ai piedi, non scappano. Anzi. Arrivano da soli, senza l’impiego di costosi velieri e negrieri affermati.  Il prossimo inverno li interniamo poi li rispediamo da dove sono venuti.

P: Così non dobbiamo neppure digitalizzarli

T: ???

P: Come, non lo sai? Dovremo tutti munirci di un affare nel telefonino che svela alla Centrale Suprema della Salute di Voialtri se chi incontriamo c’ha o no il virus.

T:  Fighissimo.

P: Infatti, io ho già inviato alle Autorità Competenti il mio progetto rivoluzionario, la start up del chip.

T: Addirittura!

P: Ci sono laboratori nel mondo che hanno prodotto un microcircuito da infilare sottopelle che rileva composizione del sangue, digestione, contatti, sbalzi d’umore, incazzature ecc. Facciamo sto sforzo. Infiliamocelo e così la Centrale Suprema si può guardare i dati con comodo e dirci cosa fare, andare a lavorare, stare a casa, consegnarci ai carabinieri, correre all'ospedale o all'obitorio.

T: Registrerà tutto, dove, chi, come, quando? Anche i borbottìi dello stomaco? anche le flatulenze?

P: Certo.

T:  Effettivamente l’analisi delle feci è uno dei più antichi metodi diagnostici.

P: Vedi?

T:  però adesso abbiamo la cacarella generalizzata.

P: Infatti. Diversamente da quello che va dicendo da un bel po’ il più mondiale dei filosofi italiani, Giorgio Senzagambe, non è la nuda vita -che non esiste- a roderci il fegato. E’ la nuda morte  e la regolamentare cacarella che ci procura al solo pensiero.

T: non ti facevo così avanti

P: mi hai sempre sottovalutato.

T: bisogna che ne riparliamo. Ho la pentola a pressione che fischia.

P: ciao.

 

 

 


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