7 gennaio 2018
MODERNISMO ISLAMICO
Claudio Canal
Una dozzina d’anni fa aveva pubblicato un libro sul filosofo
tedesco
Gottlob Frege, Everest del pensiero logico, con il sottotitolo Cos’è
pensare? Il primo dicembre scorso l’Università di Thiès in Senegal ha
accolto il nuovo rettore, già docente di filosofia all’Università Cheikh
Anta
Diop di Dakar: cioè Ramatoulaye Diagne
Mbengue, autrice del libro
citato. La prima donna in Senegal ad essere
rettore/rettrice/rettora. Un
po’ impacciato dalla linguistica de.genere,
scelgo rettora e constato che
nel paese africano su cinque
università pubbliche, una è guidata da una
donna, in Italia sei rettore su 82
università pubbliche.
Diagne Mbengue ha scritto lo scorso anno Le modernisme en Islam ,
una introduzione al pensiero di Sayyid Amir Alì. Il testo appartiene
alla
grandiosa fioritura filosofica che da decenni si esprime in molti paesi
africani trasformando il continente da oggetto a soggetto del pensiero.
Dentro
questa impresa una riflessione particolare porta a ripensare la
tradizione
islamica non solo africana, mettendo in luce la genealogia di
un islam
intrinsecamente plurale in forte contrasto con il necro-
islamismo di
cui parlano Wael
Saleh e Patrice Brodeur .
Questa operazione è condotta
dall’autrice attingendo al pensiero di
Sayyid Amir Ali [in inglese
traslitterato come Sayed Ameer Ali],
importante pensatore, giurista, uomo
politico indiano [1849-1928],
stabilitosi in Gran Bretagna e lì sepolto, autore
del volume The Spirit of
Islam. A History of the Evolution and Ideals
of Islam del 1891 [leggibile e
Come mai la maggioranza dei paesi islamici è caduta sotto il
giogo del
colonialismo? Non sono forse i musulmani ad essersi resi
colonizzabili
per aver tradito lo spirito dell’Islam? Si chiede Amir Ali e
Mbengue
amplifica queste domande. È estranea allo spirito
dell’Islam la nostalgia
del passato, il culto di una età dell’oro mai
esistita. Ai tempi del Profeta,
per esempio, era riconosciuto e accettato lo
schiavismo, ora è una
pratica rifiutata e condannata. Per questo fin dal titolo
si parla
di evoluzione dell’Islam, di una sua intrinseca
spinta autotrasformante e
trasformatrice. L’azione di Dio è condizionata da
quella dell’uomo che,
riflettendo sul proprio essere, cerca l’aiuto divino.
Recita una poesia di
Muhammad Iqbal:
Tu hai fatto la notte e io ho
fatto la lampada;
Tu hai fatto l’argilla e io ho fatto la coppa;
Tu hai fatto
i deserti, le valli, le montagne,
Io ho fatto le aiuole, i giardini, i roseti.
Sono io che ho tratto il vetro dalla pietra/ e l’antidoto al veleno.
Il Corano è razionalista, dice Amir Ali, esige che l’essere
umano faccia
appello alla ragione per le proprie azioni anche perché non c’è
ombra di
peccato originale da cui essere guariti e redenti. I bambini nascono
innocenti. La volontà è libera e il dispiegamento di senso del testo
religioso
non è dato una volta per tutte, catturato in esclusiva da questa
o quella
scuola dottrinale.
Amir Ali, un filosofo del soggetto e dell’azione, sottolinea
Mbengue,
attingendo probabilmente anche al lavoro del fratello, Souleymane
Bachir Diane, oggi docente
alla Columbia di New York, Comment
filosofia
islamica, in qualche modo parallelo ad un ipotetico Come
filosofare nel Cristianesimo e non La filosofia
cristiana. Accortezza dei
titoli. Si tratta di una indagine certosina
e sostanziosa per dimostrare
che Il Corano è un libro aperto,
che fin dalla sua costituzione è stato un
campo propizio all’interpretazione.
Che la postura razionalista non gli è
estranea, anzi. Che il kalâm,
la parola, va intesa, spiegata, tradotta,
interpretata. Che
il testo nasce da un con-testo.
Un’operazione che non si presenta come mera storiografia
teologica e
filosofica adibita al ricollocamento di un secolare movimento
intellettuale, ma si afferma come incisione e decisione sulla realtà,
filosofia
come pensiero dell’attualità, combattivo e antagonista.
Interno ad un confronto contemporaneo che non include solo la
forza
delle idee, ma anche altre forze meno ideali, che spesso scardinano
esistenze e speranze in nome di una dogmatica autocelebrativa.
Ricordare qui il
calvario di Nasr Hamiel Abu Zayd, la
sua ermeneutica
umanistica e il suo importante Islam e storia: Critica del discorso
religioso , 2002.
Sarà un vizio di
famiglia, ma anche
Souleymane Bachir Diagne ha
lavorato su un altro fuoriclasse
della
logica, di quella matematica in
particolare, George Boole,
dedicandogli
un volume Boole, 1815-
1864 - L’oiseau de nuit en plein jour,
Éditions Belin, Paris, 1989 e
traducendone in francese molti scritti.
Una
pratica di pensiero che dissolve il
noto pregiudizio, ben radicato anche
in
Africa, che un pensatore africano
possa solo ragionare d’Africa.
Questa fermentazione intellettuale è sicuramente conseguenza
di un talento
personale, ma non procede dal nulla. Scriveva il governatore del
Senegal, Baron
Roger, che nel paese c’erano più neri in grado di
scrivere e leggere in arabo nel 1828
di quanti contadini francesi fossero in
grado di leggere e scrivere in
Francia. Testimonianza citata da Ousmane Oumar Kane, senegalese ora
docente ad
Harvard University Press, Cambridge, Mass. 2016, solida e
corposa ricostruzione
della rete di centri di sapere, di erudizione e di una
grande comunità di studiosi tra
Africa subsahariana, orientale e Maghreb, in
cui l’arabo scritto rafforza le lingue
locali, in cui il Sahara è un porto di comunicazione
e non una barriera, in cui la
circolazione delle persone, delle idee e degli
scritti è intensa e costante e la
produzione di conoscenza ramificata e vasta.
In cui epistemologie diverse si
incontrano e si scontrano. Prima, durante e
dopo l’arrivo degli europei e da questi
leggibile solo con uno sforzo dedicato.
Il nostro sistema di rappresentazione fatica
infatti a includere una storia
intellettuale non veicolata dal pensiero europeo, la
biblioteca coloniale che
abbiamo in mente ci racconta sempre vicende in qualche
modo a noi connesse.
Non è un caso che Souleymane Bachir Diagne abbia curato con
Shamil Jeppie un
ampio studio intitolato The Meanings of Timbuktu,
CODESRIA/HSRC, 2008, leggibile
Tra i molti meriti del postcolonialismo non
c’è quello di averci aperto gli occhi
sul precolonialismo, su una
storia indipendente dallo scontro con l’impulso
coloniale europeo.
Ramatoulaye Diagne Mbengue
Le modernisme en Islam
L'Harmattan
pp. 144, euro 15
Commenti
Posta un commento