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Togliendomi i mari, la corsa e il volo
E dando al piede l’appoggio di una terra coatta,
che cosa avete ottenuto?
Bel calcolo!
Non potevate amputarmi le labbra che si muovono.

Osip Mandelstam

Morì a fine dicembre del 1938 nel gulag di Vtoraja rečka, un campo di transito presso Vladivostòk,

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Lettera di Emilio Guarnaschelli al fratello Mario operaio Fiat a Torino,
9 settembre 1933

Quando si vedono cinque centimetri di Russia, malgrado le difficoltà e i sacrifici, si è incoraggiati alla lotta, perché si ha la certezza che, per quanto si faccia per distruggerci, il mondo ci appartiene e l’avvenire è nostro.

Ultima lettera

La questione è una sola: “In Russia si costruisce SI o NO il socialismo?” Io dico NO.
La fede dell’idea non crolla mai, però io devo dire L’ATROCE, LA DOLOROSA VERITA’!  Compagni!  Ci siamo sbagliati.    Coraggio.


Emilio Guarnaschelli, nasce a Torino nel 1911, di famiglia operaia e poi antifascista, costretto ad espatriare nel 1932. Trova lavoro a Bruxelles e ha contatti con il partito comunista. Si reca a Mosca per il 1° maggio 1933 con un visto turistico. Fa diversi lavori. Prende la cittadinanza sovietica. Arrestato il 1 gennaio 1935 per trockismo.
Condannato a 3 anni di confino ad Archangel'sk e poi a Pinega, al circolo polare, dove viene raggiunto dalla sua giovanissima fidanzata, Nella Masutti. Nuovamente condannato a 5 anni nel marzo 1936 inviato al Severo-Vostochnyj lager.
Aprile 1938 condannato alla pena di morte per sabotaggio
Fucilato il 28 aprile 1938. Ha 27 anni.
Riabilitato il 28 maggio 1957


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FRANCESCO PRATO
Nato a Valmacca in provincia di Alessandria nel 1899
Tramviere. Nel dicembre del 1922 in via Nizza si scontra con un gruppo di fascisti, due di loro vengono uccisi. Sarà l’inizio della strage guidata dallo squadrista Piero Brandimarte in cui verranno giustiziati almeno 11 operai, sindacalisti, socialisti e comunisti. Prato viene condannato in contumacia all'ergastolo, passa in Svizzera e poi nel 1923 in URSS.
Lavora nella città di Odessa come fabbro. Dal 1927 al 1930 studia alla Università Comunista per le minoranze occidentali. Dal 1930 al 1936 svolge propaganda fra i marinai del Mar Nero. Dal 1936 e fino all'arresto lavora nella fabbrica cuscinetti a sfera ”Kaganovic“ impiantata dalla RIV di Villar Perosa. Chiede di andare in Spagna, ma gli viene negato il permesso dal PC d'I.
Arrestato il 13 febbraio 1938 a Mosca, con l'accusa di spionaggio a favore dell'Italia.
Condannato a 8 anni di lager nella repubblica di Cumi nel 1938 da dove chiede la revisione del processo. Nel 1942 è condannato a 10 anni di lager.
Muore l'11 febbraio 1943 a Vorkuta. Ha 44 anni
Riabilitato il 14 luglio 1956

Quando, nella seconda metà del 1941, entrò nel nostro campo di rigore, Prato era già mal ridotto, più moralmente che fisicamente. Le 10 ore di lavoro al carico dei vagoni, la denutrizione e il freddo ne affrettarono la fine. La sua morte, in quella baracca infernale, fu lenta e penosa. Prima di morire, Prato si chiedeva spesso come mai un comunista coraggioso e battagliero quanto lui, antifascista condannato in Italia per aver ucciso 2 squadristi, un compagno così attaccato al partito e a Stalin, potesse ora essere trattato da controrivoluzionario.  Testimonianza di Dante Corneli 


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Baccalà Vincenzo
Nato a Lanciano (CH) nel 1893
Frequenta la facoltà di ingegneria dell'Università di Torino, ma interrompe gli studi per andare al fronte. Quindi lavora per breve tempo nell'edilizia, ma è licenziato per aver partecipato a uno sciopero. Membro del PSI, nel 1921 si iscrive al PCd'I. Amministratore dell'"Unità", è arrestato nel 1925 per complotto contro i poteri dello Stato. Rilasciato il 10 maggio 1926, ripara all'estero. Il 7 maggio 1927 il Tribunale Speciale lo condanna in contumacia a 12 anni di reclusione e a tre anni di vigilanza speciale per "propaganda sovversiva tendente all'insurrezione e all'incitamento all'odio di classe"
Nel 1931 emigra in Unione Sovietica.
Vive prima con la famiglia a Novorossijsk, poi si trasferisce a Odessa dove lavora all'Interclub dei marinai. Nel 1934 si sposta a Mosca, dove lavora sino al 1935 facendo rilievi fotografici. È quindi assunto come insegnante di italiano al conservatorio. Prende la cittadinanza sovietica. Tra il 1936 e il 1937 i dirigenti del PCI che lavorano alla Sezione Quadri del Komintern lo denunciano in maniera ricorrente come un pericoloso bordighista reo di discorsi antisovietici.
Arrestato a Mosca il 26 febbraio 1937 con l'accusa di attività controrivoluzionaria.
Condannato a morte il 16 novembre 1937 con l'accusa di trockismo.
Fucilato nella notte tra il 28 e il 29 novembre 1937 a Odessa. L'atto di morte inviato alla famiglia parla di "paralisi cardiaca". Ha 44 anni
Riabilitato il 10 luglio 1956

Difendi tu la mia memoria, io sono innocente
scrive alla moglie Pia Piccioni


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 RENATO CERQUETTI

Nato a San Severino Marche (Macerata), nel 1898
si iscrive alla Gioventù socialista, nel 1921 al PCI. Lascia l'Italia legalmente nel 1923 ed emigra in Germania. Da qui, l'anno successivo, si trasferisce in URSS.
Inizialmente si stabilisce a Mosca, dove lavora come disegnatore e topografo. Nel 1925 si iscrive al Partito Comunista Panrusso. Nel 1927 partecipa a una spedizione geologica aerea nell'Asia centrale e lavora come topografo per il partito nella zona di Alma-Ata. Nel 1929 è a Uzbekistan. Nel 1931 torna a Mosca e trova lavoro come interprete al Komintern. Nel frattempo comincia a frequentare l'istituto di geodesia. Nel 1936 prende la cittadinanza sovietica, ma nello stesso anno viene espulso dal partito e licenziato per il suo passato bordighista, quando per altro Bordiga era segretario del PCI. Nel 1937 trova un nuovo lavoro come ingegnere geodeta. Nel 1936 i dirigenti del PCi che lavorano alla Sezione Quadri del Komintern prendono più volte in esame il suo caso. Mentre in un primo tempo essi lo segnalano come un elemento fidato, cambiano poi opinione.
Arrestato a Mosca il 23 ottobre 1937 con l'accusa di spionaggio.
Condannato alla fucilazione il 9 febbraio 1938 con l'accusa di essere membro di un'organizzazione terroristica controrivoluzionaria,
Fucilato il 10 febbraio 1938 a Butovo. Ha 40 anni
Riabilitato il 14 luglio 1956

Dal verbale di istruttoria n. 961373
Nell’interrogatorio del 23 novembre 1937, Cerquetti ha negato di avere mai svolto attività controrivoluzionaria, mentre nell’interrogatorio del 28 novembre 1937 [5 giorni dopo], giudice istruttore Gubockin, ha confessato di essere agente dei servizi segreti italiani e di essere giunto in URSS per svolgere attività spionistica


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EDMONDO PELUSO
Nato a Napoli il 12 febbraio 1882
Attivo dall'inizio del secolo, comunista, pacifista, espatria per non prestare servizio militare. Dal 1898 membro del partito socialista italiano, poi di quello spagnolo, francese, svizzero. Lavora come giornalista in diversi paesi. Nel 1915 arrestato in Austria, nel 1918 espulso dalla Svizzera. Dopo essersi recato in Unione Sovietica, Austria e Ungheria, rientra clandestinamente in Italia nel novembre del 1919. Arrestato nel dicembre successivo per renitenza alla leva. Dal 1921 è membro del partito comunista d'Italia. Arrestato nel 1923 e presto scarcerato, subisce poi quasi un anno di carcere nel 1925/1926. Redattore dell' "Ordine Nuovo" e dell' "Unità", nel maggio 1927 condannato in contumacia a 12 anni dal Tribunale Speciale. Emigra clandestinamente in URSS nel 1927.
Vive a Mosca , si iscrive al Partito Comunista Panrusso, insegna all'Istituto del Marxismo Leninismo, poi all'Università per i lavoratori "Stalin". Delegato al 4° e 5° congresso del Comintern. Negli anni '28-'30 è spesso inviato all'estero con missioni di fiducia.
Arrestato una prima volta il 26 aprile 1938 a Mosca per spionaggio a favore dell'Inghilterra. Viene torturato nella prigione di Butyrki. Durante il confino viene di nuovo arrestato il 30 giugno 1941 nella regione di Krasnojarsk
Condannato a 5 anni di confino il 14 maggio 1940 nella regione di Krasnojarsk. Dopo il secondo arresto è condannato alla pena di morte il 31 gennaio 1942
Fucilato il 6 marzo 1942 a Krasnojarsk
Riabilitato il 7 luglio 1956

Dalla memoria redatta nella prigione Butirskaja il 17 febbraio 1940:
In Germania e in Austria ho conosciuto Otto Bauer e Karl Kautsky, sono stato amico di Klara Zetkin, di Karl Liebknecht, di Rosa Luxemburg…
Il 4 giugno alle 4 di mattino, quattro uomini muniti di diversi strumenti di tortura mi hanno sottoposto per 40 minuti a percosse selvagge, quindi mi hanno appeso con una cinghia di cuoio, la testa in giù e piedi in alto. E mi hanno portato a spasso attraverso un camerone, fino a quando non ho perduto conoscenza. Poi mi hanno massacrato la schiena fino a farmi svenire di nuovo…e dopo che il giudice Arsenovic mi disse Non ti vogliamo ammazzare, vogliamo solo farti firmare la deposizione che vogliamo, mi sono dovuto piegare…
Io non posso fare a meno di pensare amaramente all’ingratitudine della mia seconda madre, l’Urss, il primo Stato proletario, che mi tratta così crudelmente per averlo tanto amato e con tanto ardore difeso per trent’anni…


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Ernani Civalleri, di Torino, fucilato nel 38, riabilitato nel 56;  



Gino De Marchi, di Fossano, fucilato nel 38, riabilitato nel 56;








Gaetano Marcolin, di Venezia, fucilato il 10 luglio ‘38, riabilitato nel 56;

Giuseppe Sensi, bracciante bolognese, fucilato il 20 maggio del 1938, riabilitato nel 1956;



Arnaldo Silva, di Roma, fucilato il 3 giugno 1938, riabilitato nel 1956;


Giuseppe Venini, di Sondrio, fucilato il 19 ottobre 1938, riabilitato nel 1956; 



Mario Menotti, di Bologna, fucilato il 3 giugno 1938, riabilitato nel 1956;
Gino Martelli, di Firenze, fucilato il 10 aprile 1938. Riabilitato nel 1956;
Lino Manservigi, di Pontelagoscuro, fucilato il 14 marzo ’38. Riabilitato nel 1956.








Luigi Poggi, di Medicina. Fucilato il 10 dicembre 1937. Riabilitato nel 1956. 







Guasco Giuseppe, di Garessio, fucilato il 10 marzo 1938. Riabilitato nel 1959.
FRANCESCO ALLEGREZZA, di Corinaldo, fucilato il 14 marzo 1938. Riabilitato nel 1956.
Giovanni Gagliazzo, nato a Biella, fucilato l’11 aprile ’38. Riabilitato nel 1956.
Luigi Fattori, di Udine, fucilato il 17 febbraio 1938. Riabilitato nel 1956.
Roberto Anderson, di Roma, fucilato il 27 settembre ’38. Riabilitato nel 1955.







GIULIO LUCHETTA, nato a Cantiano (Pescara), nel 1900, fucilato il 19 ottobre del 1938. Riabilitato nel 1956.

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arrestato, fucilato, riabilitato;        arrestato fucilato e riabilitato,        arrestato fucilato e riabilitato,      arrestato  fucilato e riabilitato…
per 120 volte
arrestato  deportato morto di stenti in uno dei campi, per 128 volte
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21 novembre 2016
Polo del '900
Torino 
con Giovanni Carpinelli e Donatella Sasso 



sulla eliminazione degli emigrati politici italiani esiste ormai una bibliografia consistente: rimando al sito di Memorial Italia  per gli aggiornamenti.
Indico qui i testi riguardanti alcune persone ricordate nell'elenco qui sopra:
naturalmente il testo più interessante Una piccola pietra - Lettere di Emilio Guarnaschelli al fratello Mario. A cura di Nella Masutti, Marsilio, 1998.
Su questo blog qualche notizia di uno spettacolo teatrale su Emilio, che ho allestito alcuni anni fa, con Silvia A. Genta.
Su Vincenzo Baccalà: Pia Piccioni, Compagno silenzio. Una vedova italiana del gulag racconta, Leonardo, 1989;
su Gino de Marchi: Gabriele Nissim, Una bambina contro Stalin, Mondadori, 2010;
su Edmondo Peluso: Didi Gnocchi, Odissea Rossa, Einaudi, 2001;
su Roberto Anderson: Clotilde Leonetti Luparini, Roberto Anderson. Un idealista nel paese dei soviet, 2005, scaricabile qui
E' sopravvissuta, come Dante Corneli, Clementina Perone di cui :
Aurore Benna
Adriano Boano, Paola Tarino, Visto per censura. Clementina Perone e Aurora Benna. Il Novecento nella storia di due donne, Torino, 2004. Aurora Benna era la figlia di Clementina Perrone. Ho avuto il piacere nel 2005 di discutere del libro  con lei, poco prima della sua scomparsa .

In altra occasione sarebbe interessante toccare almeno questi due argomenti: fare il punto sulle rivolte avvenute nel gulag  e avviare una discussione sul revisionismo/negazionismo su Stalin e stalinismo. Il maggior esponente è l'americano Grover Furr il cui libro Khrushchev lied del 2011 è stato appena tradotto dalla casa editrice Città del sole come  Krusciov mentì. La prova che tutte le «rivelazioni» sui «crimini» di Stalin (e di Beria) nel famigerato «Rapporto segreto» di Nikita Krusciov al XX Congresso.

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