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NECROPOLITICA

Ha finito il suo Giro d'Italia la finta salma di don Bosco. Si tratta in effetti di una statua di legno cui è stato saldato un frammento osseo della mano, definito reliquia.
E' stato un tour che ha toccato chiese e santuari, ma in qualche caso è andato fuori strada. A Chieri [TO], ad esempio, ha fatto tappa anche in un liceo statale, suscitando giustificate polemiche da parte laica [un coraggioso insegnante si è schierato alla porta d'ingresso della scuola con le "ceneri" di Giordano Bruno].


Stupisce, ma neppure tanto, il silenzio tombale dei maestri [e delle maestre] di teologia e filosofia cristiana che solitamente imperversano qua e là. Considerano questa una devozione popolare da tollerare e da sopportare, ben lontana dalle rarefatte spiritualità di cui si fanno paladini.
Propongo due considerazioni:
la prima riguarda la necrofilia che viene incentivata da questa devozione, un culto della morte che manda a gambe all'aria la fede nella Resurrezione - fatto storico o semplice simbolo, a scelta - proclamata nel Nuovo Testamento: il sepolcro è vuoto, il Risorto è tra di voi, la vita va rigenerata, la morte deve essere combattuta. Qui invece la si porta a spasso e la si esibisce oscenamente  - in palese finzione -  al culto e alla venerazione.
 «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va e annunzia il regno di Dio» (Lc 9,60). 




La seconda osservazione riguarda la reliquia, il frammento osseo trafugato, suppongo, dal cadavere di don Bosco. Il mercato delle reliquie ha dato origine  cinque secoli fa alla più clamorosa divisione della cristianità. Come se la Riforma fosse un fatto esterno alla Chiesa di Roma il culto delle reliquie resta una componente sostanziale del cattolicesimo. Ma allora era il mercato delle reliquie, il tintinnare di fiorini e talleri nelle tasche di vescovi e frati, dicono le autorità ecclesiastiche. Oggi è un altro mercato, non meno feroce,  il mercato mediatico a farla da padrone. L'iPhone che riprende la falsa salma di don Bosco la dice lunga sulle mitologie contemporanee.


La necropolitica non è un'esclusiva del cattolicesimo.
 


Lenin

Evita Peron
 

Mao Zedong


Ferdinand Marcos

Kim Jong Il

So di usare in senso molto restrittivo il termine Necropolitica. Senza entrare nel merito, me la cavo segnalando la prossima uscita, pare, per Ombre Corte della traduzione italiana del rilevante saggio del filosofo camerunese Achille Mbembe, intitolato proprio Necropolitica. Chi volesse leggerlo, in versione spagnola

 

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