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PAESAGGI SONORI

1]     mercato di corso Palestro, Torino, 
lunedì 13 dicembre 2010, ore 12,30


Non esiste innocenza in questa lingua
ascolta come si spezzano i discorsi
come anche qui sia guerra
diversa guerra
ma guerra - in un tempo assetato.

Per questo scrivo con riluttanza
con pochi sterpi di frase
stretti a una lingua usuale
quella di cui dispongo per chiamare
laggiù perfino il buio
che scuote la campane.
Antonella Anedda
Notti di pace occidentale
Donzelli, Roma, 1999


2] Campanile del duomo di Pinerolo
con lavori in corso
martedì 13 dicembre 2010, ore 12,00

In una parte di un intervento di diversi anni fa,  Organizzazione del suono e pratiche di religione, pubblicato in Il Settecento religioso nel Pinerolese, avevo accennato all'uso "politico" delle campane nelle società premoderne:

Baudetta
"Le campane sono i profeti.
Le campane suonano come i profeti annunciavano la venuta di Cristo"
Onorio d'Autun, Gemma Animae, I,I, V, PL 172, 544B

Nella costituzione di un universo sonoro che rappresenti l'ordine gerarchico del mondo concorrono non solo le imprese devozionali e rituali, ma anche l'organizzazione dello spazio sonoro attraverso una attenta regia del suono delle campane. Il loro ruolo non è principalmente cultuale, ma attiene alla comunicazione politica. Definiscono una geometria della rappresentazione del potere, cioè dei ruoli e delle funzioni pubbliche. La macchina sonora riproduce e conferma quella sociale. La considerevole presenza di regolamentazione nell'Archivio Comunale di Pinerolo attesta l'interesse delle autorità a codificare, forse per l'ultima volta, una società che si avvia a non essere più integrale e in cui i poteri vanno proliferando e differenziandosi. La semplice lettura del Regolamento per dari i segni delle fonzioni ecclesiastiche nella Cattedrale colle campane che ivi si trovano, 11 dicembre 1750, chiarisce subito la sproporzione tra le finalità di culto - memorizzare una scansione liturgica della giornata - e quelle della rappresentazione politica:
"Nelle fonzioni che si fanno dal R.mo Capitolo volgarmente detto di Cattedralità si daranno i segni colle campane:
1. Per li giorni di Pontificali - nella vigilia,al Mezzogiorno, alli primi vespri, alla sera, e nel giorno della festa dell'Angelus, alla Messa Grande; ed a secondi Vespri si farà la baudetta solenne, con suonare a disteso la campana maggiore due volte, cioè al principio, ed alla fine di detta baudetta; durante in [sic] tutto il suono a disteso per un mezzo quarto d'ora: venendo Monsignor Vescovo dalla Cattedrale per celebrare pontificalmente si darà il segno del suo arrivo con baudetta; e tocchi della campana maggiore; quella del Sanctus con tre classi di tutte le campane a disteso, eccettuata la maggiore, la quale suonerà con tocchi soltanto.
2. per li giorni di Assistenza con Mitra, o con Cappa si farà li sovradivisati uffizi di baudetta, come sovra; e non si suonerà la campana maggiore che una volta a disteso dopo la baudetta per caduno uffizio. L'ingresso col coro suonerà come nei giorni pontificali"
Anche qui il potere si articola, ma va riconosciuto come unico. La sua ostensione sonora è codificata dalla varietà dei tocchi. Solo così si spiega l'ossessionante meticolosità e minuziosità con cui ad ogni grado, funzione, sesso, corrisponda una certa campana e un certo modo di suonarla (baudetta, ciasso, tocchi...):
"6...Nelle  Processioni Solenni la sera avanti dopo l'Ave Maria si darà un segno distinto doppo la baudetta con una seconda baudetta, la quale servi d'avviso al popolo che vi sarà quella processione; il giorno poi di detta processione si fa una distinta baudetta per dare avviso a chi deve assistere a detta processione, durante la quale si suona la campana maggiore a disteso...
Nel transito d'uno dei Sig.ri Amministratori di Città, od altra persona nobile, che il Vescovo o il Capitolo o l'ill.ma Città vorranno distinguere il segno dopo li tre soliti tocchi si darà colla campana maggiore a disteso durante un mezzo quarto d'ora, ed insieme li tocchi che distinguono il sesso.
...
Il segno del transito di un sacerdote si darà con tre ciassi di tutte le campane, alla riserva della maggiore che sarà con tocchi solamente,
quello d'un Diacono si darà con due ciassi di tutte le campane come sovra
quello d'un Suddiacono con un ciasso come sovra
e quello di un Minorista o Chierico tre ciassi colla sola campana maggiore a disteso.
Per il transito di un fratello o sorella che da mesi sei sarà ascritto nella Compagnia del Corpus Domini eretta nella Cattedrale, dopo li soliti tocchi della campana maggiore, si suonerà a disteso la seconda campana, indi si daranno li dodeci o quindici tocchi colla campana maggiore.
Se sarà una persona laureata li tocchi di transito si daranno anche con la campana maggiore"
A riprova della costruzione simbolica prodotta dal suono organizzato delle campane si può accennare alla loro centralità, ancora per buona parte dell'Ottocento, nella mentalità popolare. Nelle rivolte ottocentesche, campane e campanile vengono individuati nella loro valenza simbolica, occupati e fatti suonare "a martello" per segnare una, seppure temporanea inversione del potere. Tanto che, nei momenti di crisi acuta, i prefetti faranno togliere i battagli alle campane stesse per impedirne un uso eversivo e di comunicazione politica nuova.
 [v. Stefano Cammelli, Al suono delle campane - Indagine su una rivolta contadina: i moti del macinato (1869), Milano, 1984 e la riedizione di  Les cloches de la terre Paysage sonore et culture sensible dans les campagnes au XIXe siècle, di Alain Corbin, Flammarion, 2000]

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