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Newsletter 10/2010
a cura di claudio canal

                            un modesto notiziario per un paese incerto fin dal nome

il prossimo 7 novembre ci saranno le elezioni  in Birmania/Myanmar. 
Dopo vent'anni. Dopo quelle vinte nel 1990 dalla Lega Nazionale per la Democrazia-NLD  la cui leader era ed è Aung San Suu Kyi. Le elezioni del 1990 erano le prime, dopo trent'anni di dittatura del generale Ne Win. 
Le elezioni costituiscono  dunque un fatto eccezionale nella storia recente del Paese.

Sarebbe un bel confronto politico se:
- Aung San Suu Kyi fosse stata ammessa. Con la scusa che è in stato di detenzione e di essere stata sposata con uno straniero [l'inglese Michael Aris, morto nel 1999] le è stata vietata l'eleggibilità
- la Lega per la Democrazia - NLD non avesse, per la ragione esposta sopra, deciso di boicottare le elezioni, non partecipandovi
- un gruppetto dissenziente della NLD non avesse costituito il National Democratic Force che parteciperà invece alle elezioni, solo nel distretto di Yangon
- ci fosse un controllo internazionale del processo elettorale, che la giunta militare non ha invece accettato
- a far man bassa di voti non fosse l'Union Solidarity and Development Party -USDP, partito governativo, sponsorizzato politicamente, finanziariamente e mediaticamente dalla giunta, cui si aggiunge un relitto dell'epoca della dittatura di Ne Win, il  National Unity Party (NUP)

il palazzo del nuovo parlamento 
nella nuova capitale Naypyidaw
- per il Parlamento del Popolo-Pyithu Hluttaw con 440 seggi, 110 non fossero previsti, senza elezione, per i militari di nomina governativa, per il Parlamento delle Nazionalità-Amyotha Hluttaw con 224, 56 fossero anche qui militari nominati dal comando delle forze armate. Alla Camera Alta e alla Camera Bassa va aggiunto il Parlamento delle nazionalità, con  665 seggi, di cui 29 riservati alle minoranze. 
 Gli altri 35 partiti in lizza hanno solo presenze regionali o locali, principalmente nel distretto di Yangon. Il più forte partito "etnico", il Shan Nationalities Democratic Party (SNDP), mira al parlamento regionale dello Stato Shan, anche se ha tutta la sua leadership in galera.



Thein Tin Aung, segretario di un piccolo partito di opposizione,  United Democratic Party, descrive così le elezioni: "Usando un'analogia olimpica, i due partiti governativi -USDP e NUP- combattono per il primo e il secondo posto, l'oro e l'argento".

Qualche sorpresa potrebbe però esserci là dove, a livello locale, Yangoon soprattutto, in certi distretti il partito della giunta non vincesse o fosse alla pari con qualcuno dei partititi d'opposizione, ad esempio 88 Generation Student Youths, che ha avuto moltissimi dei suoi militanti arrestati.
Risulta sempre gravissimo il problema della gestione bellica che la giunta fa del problema delle nazionalità non strettamente birmane.  Su questo tema rimando al post intitolato SOGNI E INCUBI  /  NAZIONI, NAZIONALITA’, GUERRA IN BIRMANIA/MYANMAR.
Elezioni sostanzialmente fasulle, ma importanti dal punto di vista della giunta militare perché costituiscono una forma seppur debole di legittimazione.


Militanti della LND che indossano magliette con scritto che è un diritto del popolo non votare










Altri che invece invitano a votare:
Ho scattato le  immagini "libresche" di questo post lo scorso gennaio,  a Yangon e Mandalay. Sono un bel segno dell'amore per la cultura, nonostante le  patetiche proposte editoriali ufficiali.
                                                              

  



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