Passa ai contenuti principali

MIGRANTI IN CINA E IN ISRAELE

lettura pubblicata nel numero di ottobre 2010 sulla Newsletter dell'Osservatorio sull'Immigrazione in Piemonte,


Nel nostro immaginario le “comunità segregate/separate” [gated communities] ci rimandavano ad una ingegneria urbanistica pensata per i ceti ricchi che si autoisolavano e si separavano dal resto della città per “difendersi” e per rafforzare la propria identità di ceto privilegiato. Una specie di medievali “borghi fortificati” ossessionati dalla “sicurezza” e nello stesso tempo segnali di una crisi profonda dell’idea di città come luogo indifferenziato di abitabilità e circolazione.

In Cina oltre alle gated communities per benestanti sono state costruite comunità recintate per poveri ovvero per migranti dalle campagne che affluiscono in città alla ricerca di una condizione migliore. Attorno a Pechino sono sorte 16 di queste sub città che si chiudono di notte e le cui entrate e uscite sono controllate da personale di guardia.

Foto e commento in CHINA DAILY












Le Monde 6 agosto 2010









Last Train Home è un documentario realizzato dal sino-canadese Lixin Fan in cui sono ricostruiti i risvolti personali e collettivi degli spostamenti di massa dei migranti. Il film ha vinto numerosi premi negli Stati Uniti e qui http://zeitgeistfilms.com/lasttrainhome/ se ne può vedere un significativo trailer. Sulla The New York Review of Books del 14 settembre Richard Bernstein commenta e inquadra ampiamente il film nel contesto cinese

Per chi fosse interessato ad un approfondimento sulla legislazione cinese sulle migrazioni veda Changing Chinese Migration Law: From Restriction to Relaxation di Guofu Liu, in Journal of International Migration and Integration, 2009, 10 [disponibile nel sito dell'Osservatorio]

Come ben sappiamo il fenomeno migratorio mette allo scoperto i nervi di una società. In Israele continua il confronto su una iniziativa governativa che prevede la vera e propria deportazione fuori del paese di 400 minori figli di stranieri. Aveva cominciato a luglio il The Jerusalem Post ospitando un preoccupato articolo di Roy Wagner intitolato Fear for small Children e significativamente sottotitolato: Che cosa avrebbe detto Herzl circa la spada di Damocle della deportazione! La sua risposta vi sorprenderebbe.

La normativa governativa prevede che i minori accettabili siano quelli residenti da almeno 5 anni in Israele, i genitori siano entrambi “legali”, che i minori frequentino la scuola e parlino ebraico. Il provvedimento si regge su una contraddizione insanabile: da una parte il timore di veder diluita l’identità ebraica della popolazione e dall’altra la necessità di garantirsi manodopera disponibile e a basso prezzo sul mercato internazionale delle braccia in sostituzione di quella palestinese ufficialmente rifiutata.

Vedi Jewish Exponent del 24 settembre 2009 per la foto e le preoccupazioni per l’identità www.jewishexponent.com/article/19673/

 

Il confronto è aperto.

Vedi l’interessante video/inchiesta di Time: Israel Prepares to Deport Children of Migrant Workers in www.time.com/time/video/player/0,32068,109555218001_2002105,00.html

Commenti

Post popolari in questo blog

Restiamo umani n. 11

  RESTIAMO UMANI   N. 11                                                 Gaza, prima     Se affermi che a Gaza si sta compiendo un genocidio, gli Altri ti dicono che sei un antisemita. Se affermi che a Gaza non si sta compiendo un genocidio, gli altri Altri ti dicono che sei un fottuto sionista complice. Genocidio vocabolo di distrazione di massa. Io dico che a Gaza è in atto un massacro, un annientamento, uno sterminio. Può bastare? Ridico che il 7 ottobre è stato un pogrom con i fiocchi, dove i fiocchi sono stati i nepalesi, thailandesi, filippini, palestinesi israeliani,   assassinati o presi in ostaggio. Il resto sono 379 militari israeliani uccisi, in questo caso si chiamerebbe Operazione Militare , se non ci fossero 797 civili uccisi   -tra cui bambini e donne stuprate- e 251 persone rapite, si chiama Pogrom e no...

SCONNESSI?

  Sconnessi? 03-10-2024  - di:  Claudio Canal Guardare avanti , si dice.  Guardare fisso , invece, la propria mano che sostiene un apparecchietto nero con schermo, detto  smartphone . Consultare, sbirciare, controllare, scrollare, ascoltare, pagare, scrivere, parlare, filmare… Al ristorante, per strada, in chiesa, nel passeggino, al cinema, in arrampicata, al supermercato, in auto, in classe, in ospedale, sul bus, sul water, a letto, in bici, al lavoro, ai mari e ai monti… in tasca, in mano. A testa bassa. Paesaggio umano smisuratamente  social . Ognuno di noi al guinzaglio del proprio  smartphone . Ad ogni latitudine, più o meno. Ad ogni età, neonato e pensionato, per ogni sesso. Super intersezionale. La psichiatria, che ha il naso fino, ha inventato il  problematic smartphone use   (PSU)   Ma quale  problematic ?  Obvious smartphone use . Non è un gingillo, è una Lampada di Aladino dai mille favori.  È  un  e s...

IL CONCERTO ANGELICO

IL CONCERTO ANGELICO LA MUSICA PARADISIACA NELLA PITTURA MONREGALESE DEL QUATTROCENTO All’epoca, quali risonanze procurava nell’animo dei fedeli il concerto angelico dipinto nella cappella di San Bernardo a Castelletto Stura [Cuneo] ?         Risposta inarrivabile, naturalmente. Fuori delle possibilità di una concreta indagine storica. La domanda, tuttavia, potrebbe forse proficuamente orientare il nostro sguardo, se mantenuta come orizzonte interpretativo.         I fedeli hanno di fronte un Paradiso festoso concentrato sulla operante Trinità e su una Vergine incoronata Regina del cielo . Già questa centralità di Maria è debito alla fantasia spirituale e teologica, dal momento che i riferimenti neotestamentari sono scarsi e quelli per l’ Assunzione e l’ Incoronazione nulli. Il silenzio dei testi ha ispirato fin dai primi secoli le più diverse ipotesi speculative. Un complesso lavoro di allegorizzazione di figu...