Passa ai contenuti principali
Nikos Skalkottas
 un musicista da svelare
Yannis Xenakis sosteneva che "la musica consiste nell'esprimere l'intelligenza con mezzi sonori", una sentenza discutibile ma affascinante. L'incontro con la musica di Nikos Skalkottas [1904-1949] mi ha confermato questa possibilità. E' stato un incontro quasi casuale, trasformato poi in una attenzione sempre più ravvicinata.

Presso il Centro Interculturale di Torino e promossa dall'Associazione Italia-Grecia ho tenuto una conversazione-concerto su Skalkottas. Come introduzione e per cogliere la sua influenza sulla successiva musica greca ho eseguito di Yannis A. Papaioannou [1910-1989] alcune delle invenzioni dalle 12 Invenzioni e Toccate per pianoforte del 1958, quindi di Skalkottas le "15 piccole variazioni" per pianoforte, del 1927 e, con Massimo Barrera al violoncello, "Tender Melody" per piano e violoncello del 1949.

A diciassette anni Nikos Skalkottas, che era nato ad Halkis nel 1904 e si era diplomato in violino ad Atene, ottiene una borsa di studio per la Hochschule für Musik di Berlino.


Nel '25, attratto dalla composizione e forse influenzato dal compagno di corso Dimitri Mitropoulos, lascia il violino per la composizione. E' allievo di Philipp Jarnach [1892-1882], discepolo di Ferruccio Busoni. Per un po' segue, con Claudio Arrau, i corsi di Kurt Weil, per approdare nel 1927 - vi resterà fino al '32- sotto l'ala formatrice di Arnold Schoenberg, che nel 1948 in Stile e Idea scriverà:

"La severità della mia disciplina è una delle ragioni per cui solo pochi delle centinaia di allievi che ho avuto, sono diventati compositori: Webern, Berg, Eisler, Rankl, Zillig, Gerhart, Skalkottas, Hannenheim, Strang, Weiss. Almeno per quanto ne so"



Per mantenersi Skalkottas suona il piano nei caffè e nelle sale cinematografiche, fino a quando, nel 1928 riceve un appoggio finanziario da un magnate greco, Manolis Benakis, che gli chiede di procurargli manoscritti musicali, di cui è collezionista.

Ha una relazione, e una figlia, dalla violinista lituana Matla Temko, da cui si separa nel 1931.


Nel marzo del '33 torna ad Atene soprattutto per ragioni finanziarie. Il rapporto con Benakis si è deteriorato perché Skalkottas non è all'altezza della precisione e del fiuto affaristico che il magnate pretende da lui. Pensa di tornare presto e lascia i suoi manoscritti come pegno per l'affitto della casa e per altri debiti.

Ad Atene è un pesce fuor d'acqua. Qui domina la Scuola Nazionale che ha come maggior esponente Manolis Kalomiris [1883-1962] che va alla ricerca dell'Anima greca contro le influenze straniere. Per sbarcare il lunario si adatta a fare il violino di fila nell'orchestra sinfonica di Atene.
Periodo di grande isolamento. Durante la guerra viene arrestato dai nazisti e rinchiuso alcuni mesi per sospetta partecipazione alla resistenza. Nel 1946 sposa la pianista Maria Pangoli. Nel 1949, il giorno prima della nascita del secondo figlio, muore per un'ernia trascurata.
Skalkottas presso Salisburgo nel 1929
Skalkottas è molto distante dal romanticismo folkloristico della scuola nazionale greca, tuttavia lavora spesso sulle forme popolari. L'esempio più noto è proprio quello delle 36 Danze Greche, composte tra il 1931 e il 1949, dove però undici temi sono di mano sua. Resterà sempre fedele alla Neue Sachlichkeit, all'idea di "musica assoluta", antiromantica, antisoggettiva, basata sui valori della forma, del ritmo, del contrappunto.

Nei 32 Pezzi per pianoforte (come le 32 Sonate di Beethoven?), del 1940, troviamo molte categorie di scrittura, con elementi pitagorici e profetici. Il pianista è condotto all'estremo delle sue possibilità motrici e mentali. Personalmente conosco solo un altro musicista del Novecento che abbia così strenuamente radicalizzato il rapporto con il pianoforte, ed è Sorabji con il suo "Opus Clavicembalisticum" al limite dell'insuonabilità. Forse solo certe performances di Cecil Taylor si avvicinano a questo delirio pianistico.

Un catalogo molto ampio, 170 opere, in cui un caleidoscopio di armonie sono tenute insieme da un legame segreto. Qualche suo lavoro comincia ad essere inserito nei concerti italiani e non è più impossibile trovare CD con musiche sue nei negozi specializzati.
dai 32 pezzi per pianoforte: Catastrofe nella foresta





Siti di interesse:

http://www.skalkottas.de/, sito dell'Associazione amici di Skalkottas, con bibliografie, materiale documentario, discografia, iniziative
http://www.skfe.com/, materiali critici



Per i rapporti con Kurt Weil:  Kim H. Kowalke, Kurt Weil in Europe, Ann Arbor, 1979, pag. 44
L'ultima permanenza a Berlino e lettere a Benakis:
John Thornley, "I beg you to tear up my letters..." Nikos Skalkottas last Years in Berlin (1928-33), in Byzantine and Modern Greek Studies, 26, 2002
Sull'invenzione di una Grecia contadina, arcaica ecc. vedi il bel saggio di Luciano Li Causi,
La critica dello storico e gli occhi degli antropologi. Immagini della Grecia contemporanea, in Lares, 1, 2003

Commenti

Post popolari in questo blog

Restiamo umani n. 11

  RESTIAMO UMANI   N. 11                                                 Gaza, prima     Se affermi che a Gaza si sta compiendo un genocidio, gli Altri ti dicono che sei un antisemita. Se affermi che a Gaza non si sta compiendo un genocidio, gli altri Altri ti dicono che sei un fottuto sionista complice. Genocidio vocabolo di distrazione di massa. Io dico che a Gaza è in atto un massacro, un annientamento, uno sterminio. Può bastare? Ridico che il 7 ottobre è stato un pogrom con i fiocchi, dove i fiocchi sono stati i nepalesi, thailandesi, filippini, palestinesi israeliani,   assassinati o presi in ostaggio. Il resto sono 379 militari israeliani uccisi, in questo caso si chiamerebbe Operazione Militare , se non ci fossero 797 civili uccisi   -tra cui bambini e donne stuprate- e 251 persone rapite, si chiama Pogrom e no...

SCONNESSI?

  Sconnessi? 03-10-2024  - di:  Claudio Canal Guardare avanti , si dice.  Guardare fisso , invece, la propria mano che sostiene un apparecchietto nero con schermo, detto  smartphone . Consultare, sbirciare, controllare, scrollare, ascoltare, pagare, scrivere, parlare, filmare… Al ristorante, per strada, in chiesa, nel passeggino, al cinema, in arrampicata, al supermercato, in auto, in classe, in ospedale, sul bus, sul water, a letto, in bici, al lavoro, ai mari e ai monti… in tasca, in mano. A testa bassa. Paesaggio umano smisuratamente  social . Ognuno di noi al guinzaglio del proprio  smartphone . Ad ogni latitudine, più o meno. Ad ogni età, neonato e pensionato, per ogni sesso. Super intersezionale. La psichiatria, che ha il naso fino, ha inventato il  problematic smartphone use   (PSU)   Ma quale  problematic ?  Obvious smartphone use . Non è un gingillo, è una Lampada di Aladino dai mille favori.  È  un  e s...

RESTIAMO UMANI N. 10

  credits THE SOUND OF GAZA Non è una nuova band, è, letteralmente, il Suono di Gaza. I raid israeliani in forma di bombardamento elencati con i gentili nomi dati da Israele formano un Haiku grazioso: Arcobaleno    e     Giorni di penitenza 2004 Piogge estive     e    Nuvole d’autunno 2006 Inverno caldo 2008 Piombo fuso 2009 Colonna di nuvole 2012 Margine di protezione 2014 Guardiani delle Mura 2021 Nella fase precedente il 7 ottobre il sound of Gaza era questo :  un ossessivo ronzìo ad alto volume generato dai droni di “sorveglianza” israeliani. Iniziata la rappresaglia Spade di ferro dopo quella data, il concerto si è trasformato nelle deflagrazioni a tappeto dei bombardamenti, dei droni armati, dei caccia e nei boati del crollo dei palazzi.  Si è completato con questi altri suoni: lascia che ti dica, amico mio, che non conosco più il sapore del sonno. I corpi dei bambini, le urla dei feriti e le loro...