Ho tra le mani una ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA 1909-1949 a cura di Giacinto Spagnoletti, edizioni Guanda, 1950.
L'elenco degli autori presentati parte da Aldo Palazzeschi, tocca tutti i noti e meno noti - perfino una meno nota come Antonia Pozzi- per arrivare agli ultimi due:
Pier Paolo Pasolini di cui Spagnoletti dice E' soltanto, però, nel successivo lavoro di Pasolini, non ancora consegnato alle stampe, che si può riscontrare la raggiunta maturità della sua voce. Il prima erano le poesie in fiulano.
Alda Merini, che conclude l'antologia. Dice Spagnoletti: E' assolutamente inedita. La difficoltà di presentare un poeta al suo primo apparire, è certamente non piccola, quando all'ambito della pura cortesia o della benevolenza letteraria si voglia sostituire qualcosa di più preciso e rigorosamente critico. Bisogna affidarsi, ecco, all'arte dei rabdomanti...Ella non è nata su nessun terreno di cultura, non ha mai frequentato ambienti letterari, ha letto finora pochi e non sempre buoni libri, e ignora del tutto, per esempio, la Divina Commedia. Conduce una vita di fanciulla povera, fiduciosa solo nelle grandi verità che la sua anima ha scoperto...Davvero non c'è nulla nella sua esistenza che la poesia. Essa ha messo radici precocissime in lei..
Non si sbaglia il Critico Laureato. Alda Merini allora aveva 19 anni.
Delle 5 poesie pubblicate trascrivo:
La città nuova
Ecco un bianco scenario
per tratteggiarvi l'accompagnamento
degli oggetti di sfondo che pur vivono.
Per adesso è deserto.
Il mondo può rifarsi senza me,
non ne sarò l'artefice impaziente.
Berrò alle coppe della nostalgia,
avrò preteso d'ozio nelle lacrime...
E intanto gli altri mi denigreranno
perché non mi ribello alla natura:
la mia lentezza li esaspera...
La mia lentezza? No, la mia fiducia.
Ma non tutte le morti sono uguali. Anche per i poeti ci sono gerarchie. Lo scorso agosto è morta a Livorno Rossana Ombres. La sua bara è rimasta all'obitorio per due giorni senza nome. Stessa età di Alda Merini. Romanziera di spicco. E' stata la prima scrittrice ad ottenere il premio Viareggio per la poesia, nel 1974, con Bestiario d'amore, Rizzoli.
Notturno
Oggi ora in questo momento il mondo mi vola addosso.
Non ho fatto, nei giorni passati,
che guardare paesaggi
lagune isole moriture colline tronfie ancora per poco
lunghe soporose arcate accudite da gechi e lumache:
morti arcaici animali premurosi di morte cose. Questo,
tutto questo
si vede quando già
il proprio sangue naviga lontano, doppia
nella tempesta il capo Horn
quando il rossore della carne
avvilisce nella grotta del vampiro, e il seme
della continuazione
appartiene a provette grafiche
sospese in un laboratorio sotterraneo.
Le carte sparse in questo tavolo, come somigliano
alle suppellettili della morte:
questo foglio è una tibia sguarnita
e questo quaderno una lampada dove l’olio finì in fretta
in una chiarata convulsa e sbilenca;
le altre robe scritte sono abiti che il defunto
non può più indossare
e vanno per il robivecchi.
L’abito che vedete qui, usatelo per vestire il cadavere
aggiustategli sopra una ciocca di fiori che tolga
lo stantio di questi vecchi materiali da costruzione.
Vi sorrido e vi saluto col fazzoletto
affacciata da una casa lontana.
Oggi ora in questo momento il mondo mi vola addosso.
Non ho fatto, nei giorni passati,
che guardare paesaggi
lagune isole moriture colline tronfie ancora per poco
lunghe soporose arcate accudite da gechi e lumache:
morti arcaici animali premurosi di morte cose. Questo,
tutto questo
si vede quando già
il proprio sangue naviga lontano, doppia
nella tempesta il capo Horn
quando il rossore della carne
avvilisce nella grotta del vampiro, e il seme
della continuazione
appartiene a provette grafiche
sospese in un laboratorio sotterraneo.
Le carte sparse in questo tavolo, come somigliano
alle suppellettili della morte:
questo foglio è una tibia sguarnita
e questo quaderno una lampada dove l’olio finì in fretta
in una chiarata convulsa e sbilenca;
le altre robe scritte sono abiti che il defunto
non può più indossare
e vanno per il robivecchi.
L’abito che vedete qui, usatelo per vestire il cadavere
aggiustategli sopra una ciocca di fiori che tolga
lo stantio di questi vecchi materiali da costruzione.
Vi sorrido e vi saluto col fazzoletto
affacciata da una casa lontana.
Di Alda Merini ho messo in musica parti del suo Magnificat, per voce, pianoforte e contrabbasso, presentato in diverse performances con Simona Colonna, Eugenia Gaglianone, voci, Margherita Monnet, violoncello, Mario Tavella, contrabbasso.
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