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HONDURAS


Quando da ragazzini si giocava alle capitali era sempre una conquista rispondere alla domanda: Capitale dell'Honduras? Tegucigalpa!!

La scadente informazione mediatica italiana su questo paese, considerato, quando si è capito dove sta, niente altro che la solita repubblica delle banane, non ce l'ha fatta a spiegarci che è avvenuto un colpo di Stato voluto dall'oligarchia locale e condotto da un italiano di origini bergamasche, Roberto Micheletti.

Ma non emigravano solo galantuomini dal nostro paese?


Al momento in cui scrivo la situazione è di nuovo bloccata, perché, nonostante gli accordi sottoscritti con il legittimo presidente Manuel Zelaya, Micheletti ha attuato un secondo golpe.



Non so far altro che contrapporre alla faccia del golpista Micheletti quella di alcuni poeti dell'Honduras e qualche loro verso. Non saranno le profondità [honduras] della poesia
a scalfirlo, potranno forse intaccare la nostra apatia.

Roberto Sosa, Yoro, 1930:



TEGUCIGALPA


Vivo en un paisaje

donde el tiempo no existe
y el oro es manso.

Aquí siempre se es triste sin saberlo.
Nadie conoce el mar
ni la amistad del ángel.

Sí, yo vivo aquí, o más bien muero.
Aquí donde la sombra purísima del niño
cae en el polvo de la angosta calle.
El vuelo detenido y arriba un cielo que huye.

A veces la esperanza
(cada vez más distante)
abre sus largos ramos en el viento,
y cuando te pienso de colores, desteñida ciudad,
siento imposibles ritmos
que giran y giran
en el pequeño circulo de mi rosa segura.

Pero tú eres distinta:
el dolor hace signos desde todos los picos,

en cada puente pasa la gente hacia la nada
y el silbo del pino trae un eco de golpes.


Tegulcigalpa,
Tegucigalpa,

duro nombre que fluye
dulce sólo en los labios.

TEGUCIGALPA

Vivo in un paesaggio
dove il tempo non esiste
e l'oro è mite.

Nessuno conosce il mare
né l'amicizia dell'angelo

Sì, io vivo qui, o piuttosto muoio.
Qui dove l'ombra purissima del bimbo
cade nella polvere della strada stretta.
Il volo trattenuto e sopra un cielo in fuga

A volte la speranza
(sempre più lontana)
apre i suoi lunghi rami al vento,
e quando ti immagino a colori, stinta città,
sento impossibili ritmi
che girano e girano
nel piccolo circolo della mia rosa sicura.

Ma tu sei diversa:
il dolore fa segnali da tutte le montagne,
su ogni ponte passa la gente verso il nulla
e il sibilo del pino porta un'eco di colpi.

Tegucigalpa,
Tegucigalpa,
duro nome che sfugge
dolce solo sulle labbra.


Rebeca Becerra, 1970, Tegucicalpa

Siluetas

Todos caminan apresurados
sin tiempo para las aceras
y los parques

No olvidan
porque no han vivido
pasan...
como un simple viento de muerte.

Ombre

Tutti camminano frettolosi
senza tempo per i marciapiedi
e i parchi

Non dimenticano
perché non hanno vissuto
passano...
come un semplice vento di morte.




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