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TURISMO DENTARIO

















C'è il turismo d'arte, il turismo responsabile, il turismo sessuale, il turismo di guerra, il turismo religioso e c'è pure il turismo dentale detto anche turismo odontoiatrico o dental travel [for the perfect smile].


A fare man bassa sono l'Ungheria e la Croazia. In rete prolificano i siti che promettono unlimited smile, in inglese fa più fine, ma i testi sono tutti in italiano. Molti hanno succursali in Italia: ti visitano, che so?, a Bologna e poi vai a Budapest per il resto.

Chi l'avrebbe detto che il mal di denti, una cosa che ti blocca sulla poltrona, avrebbe messo in moto un turismo ad hoc?

Dopo l'Ungheria e la Croazia, vengono la Serbia, la Polonia, la Romania. Anche il piccolo Montenegro fa la sua parte.

Scandalizzarsi, come fa l'Associazione Italiana Odontoiatri-AIO [ http://www.aioveneto.com/ ] e, inevitabile, l'Associazione Italiana Studenti Odontoiatria [ http://www.aiso.org/ ]?

E' il mercato, bellezza.

Due domande sui prezzi di qualsiasi intervento odontoiatrico ["con ricevuta o senza?"] e le risposte spiegano il fenomeno che, confermano le stesse associazioni di settore, pare sia in costante crescita.

Naturalmente non è detto che tutto funzioni alla perfezione. Non basta che ti organizzino il viaggio, ti trovino l'hotel convenzionato low cost, ti organizzino le visite alla città, bisogna anche che le otturazioni e gli impianti non si sgretolino in bocca al ritorno. Pure da noi, d'altra parte, scherzetti del genere non mancano.


Il turismo dentario non riguarda solo l'Italia [v. Le Monde, 19 agosto: "Le tourisme dentaire séduit les famille modestes"], tanto è vero che i siti in questione hanno anche la versione in francese, in inglese e in tedesco [Zahntourismus], ma c'è anche un megasito che ha la scopo di helping people find clinics http://www.revaealth.com/ fornendo tutte le indicazioni necessarie sia per le cure dentarie sia per altri interventi sanitari di fatto in tutto il mondo.

Abbiamo dunque un'Europa dentaria che si unifica sempre più.


Il mio suggerimento ai paesi in questioni è di fare qualche sforzo e proporre un turismo universitario. Visto lo stato dell'università e della ricerca in Italia, chissà che laurearsi a Budapest o a Zagabria fra un po' non sia, in tutti i sensi, conveniente?









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