Quale sia il bis più lungo della storia ve lo dovrete scovare da soli nel libro, che è una preziosa eccezione nei testi di musicologia italiana. I quali, di norma, si rivolgono ad un pubblico già musicalmente addestrato, filologicamente e filosoficamente ineccepibile.
Tanto per dire, chi affronti Introduzione al Lied romantico di Mario Bortolotto, edizioni Adelphi [ancora meglio nella prima stesura, edizioni Ricordi, con copertina austroungarica di Guido Crepax], se non ha integrato di suo il nulla che la scuola italiana gli ha fornito in merito, desisterà presto.
Con il libro di Roberto Cognazzo invece il lettore viene incuriosito, attratto dal dettaglio soft e guidato nell'universo musicale di Mozart piuttosto che di Puccini. Sbirciatine che, senza darlo ad intendere, condensano approfondimenti e tessiture analitiche, come la migliore musicologia anglosassone insegna.
Cominciando, come è successo l'8 agosto a Prali [Torino- Pralibro 2009], dal Quartetto Cetra e dal suo In un vecchio palco della Scala per finire alle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach o allo Stizzoso, mio stizzoso dalla Serva Padrona di Giovanni Battista Pergolesi, che Cognazzo immediatamente traduceva al pianoforte come un inesauribile MP3 umano.
I miei spunti erano l'occasione di variazioni sul tema in forma di parole e musica dal vivo che Roberto Cognazzo gestiva in andante con moto trasportando il pubblico alla simpatia musicale con chicchesia. Un micro saggio di civiltà musicale non così consueto nel nostro paese.
Roberto Cognazzo
Il bis più lungo della storia e altre sbirciatine musicali
SEI, Torino
con una prefazione [inutile] di Piergiorgio Odifreddi
PRALIBRO: www.gruppoabele.org/Index.aspx?idmenu=3545
Commenti
Posta un commento