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 GUERRA 5 bis

La chiudo qui con le mie superflue esternazioni. Mi vergogno un po’ a giocare tra tastiera e schermo mentre il massacro e il dolore si dilatano.

Qualcuno mi ha chiesto un chiarimento. Eccolo.

Ho suggerito nel post precedente la lettura di un articolo di V. Putin dello scorso 12 luglio, comparso sul sito ufficiale del Presidente della Federazione Russa, in originale e nella versione inglese. Questa -l’unica che sono in grado di leggere- consta di 6900 parole. Il titolo è On the Historical Unity of Russians and Ukrainians e ci vuole non poco tempo a smaltirlo, cosa che credo pochissime persone abbiano fatto, soprattutto tra i clic mi piace al mio post.

Putin dedica molte pagine a ricostruire le origini medievali [Rus’di Kiev…] e i contrasti all’inizio nell’età moderna dell'unico popolo. Nel Novecento condanna più volte il ruolo perverso dei Bolscevichi [In 1922, when the USSR was created, with the Ukrainian Soviet Socialist Republic becoming one of its founders, a rather fierce debate among the Bolshevik leaders resulted in the implementation of Lenin's plan to form a union state as a federation of equal republics. The right for the republics to freely secede from the Union was included in the text of the Declaration on the Creation of the Union of Soviet Socialist Republics and, subsequently, in the 1924 USSR Constitution. By doing so, the authors planted in the foundation of our statehood the most dangerous time bomb, which exploded the moment the safety mechanism provided by the leading role of the CPSU was gone, the party itself collapsing from within.] CPSU=Partito Comunista dell’Unione Sovietica -       usa poi due volte la parola NATO nella stessa frase e conclude:

For we are one people.   Today, these words may be perceived by some people with hostility. They can be interpreted in many possible ways. Yet, many people will hear me. And I will say one thing – Russia has never been and will never be ”anti-Ukraine“. And what Ukraine will be – it is up to its citizens to decide. 

Traduco quest’ultima frase per evitare fraintendimenti: ciò che sarà l’Ukraina, tocca ai suoi abitanti deciderlo.

 

Putin canta l’antica nenia russa sulla indistruttibile unità dei due popoli-we are one peopleForse farina del suo sacco, forse diretta ispirazione di Aleksandr Dugin.

Sei mesi dopo l’agnello ha modo di rimangiarsi senza pudori l’ultima promettente dichiarazione.

Paradossalmente, nell’articolo compaiono le stesse ragioni che potrebbero, in un diverso rapporto di forze, motivare l’Ucraina ad unificare a sé il popolo russo.

E’ la vecchia favola del mito fondatore che unifica una nazione grazie al fatto che qualcuno ne è l’autentico ed esclusivo interprete. Se ne è fatto e se ne fa largo consumo. Anche lo stato di Israele, per esempio, usa da più di cinquant’anni la stessa tecnica retorica contro la popolazione palestinese: il Regno di David, l’imperatore Tito e la distruzione del tempio nel 70 d.C., i pogrom, il Mufti palestinese filonazista, la Shoah ecc. attesterebbero la giustezza delle pretese territoriali.

In assenza di un mito fondatore, va anche bene un mito s-fondatore. Per gli USA le armi di distruzione di massa [Iraq] o l’incidente del Tonchino [Vietnam].

Non ci abbiamo fatto caso, ma lo scorso anno è stato tutto un luna park di giochi di guerra/war games con l’esibizione di luccicante mercanzia bellica, soldatini scattanti e inamidati generali. Tutti a far la ruota e mostrare chi ha le piume più colorate e più robuste. Esercitazioni con nomi altisonanti: Defender Europe, Winters Shields, Steadfast Defender da parte della NATO, Zapad/Occidente da parte della Russia.

A febbraio c’è stata addirittura Aman-2021 esercitazione navale congiunta tra Russia e NATO [USA, Gran Bretagna, Turchia], e con Pakistan, Rep. Popolare Cinese ecc. nel mar Arabico. 

Mia scialba osservazione: se sanno collaborare per una complessa esercitazione navale, potrebbero anche farlo per una complessa operazione di pace.

 

Biden l’irresponsabile continua a soffiare sul fuoco per raggranellare, anche lui come un Salvini qualsiasi, qualche voto nelle elezioni di midterm. Qualcuno gli ricordi cosa è successo al suo esercito pochi mesi fa in Afghanistan. Qualchedun altro dotato di molta pazienza gli ricordi Saigon.

 

Fonti che non so verificare parlano di 7000 soldati russi morti, tra cui tre o quattro generali. Fossero anche meno della metà, per una operazione militare speciale sono tantissimi. Il Comitato russo delle madri dei soldati avrà di nuovo di che impegnarsi, dopo l’Afghanistan, dopo la Cecenia. Purtroppo senza l’apporto di Anna Politkovskaja, assassinata non si sa ancora da chi [si sa, si sa].

Quanti siano gli ucraini morti non ho idea. Quando dico ucraini [e ucraine e bambini e bambine] intendo anche i morti del Donetsk che, nel mercato della propaganda bellica, sono meno attraenti. Vengono bene però se camuffati per ciò che non sono [regina del trucco La Stampa di Torino].

 

Se fossi meno fifone e avessi qualche decennio in meno vorrei far parte di una brigata internazionale che mi unifichi, come dice l’efferato Putin, al popolo ucraino portando acqua, disinfettando ferite, facendo ridere i bambini, scavando tra le macerie, suonando O sole mio  

 

Superior stabat lupus, longeque inferior agnus





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