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CASTRATI

 


Andrea Sacchi, 1641, ritratto di  Marc’Antonio Pasqualini (1614–91) incoronato da Apollo. Metropolitan Museum of Art, New York City.


Ho visto Via dei matti N.0 del 9 aprile su Rai3. Molto bravi i coniugi Bollani/Cenni. Ospite il contraltista Raffaele Pe, star internazionale del settore, il quale, alla domanda perché canti con voce da donna, risponde che si tratta di una ripresa della tradizione perché nel 1600/700 alle donne non era concesso esibirsi nei teatri, da qui l'uso dei castrati ecc.

Una fandonia storica spaventosa che continua ad essere spacciata adesso anche in prima serata TV per giustificare una pratica contemporanea che ha altre motivazioni. 

 1. Era effettivamente così nella Roma papale, non a Napoli, Venezia, Milano e resto dell'Europa.

 2. L'aria cantata a via dei Matti era tratta dal Rinaldo di Haendel. E' sufficiente leggere la voce wiki sull'opera: nelle due versioni 1711/1731: Goffredo, interpretato da una donna! poi da un tenore; Rinaldo da due castrati, ma Rinaldo è un maschio e i castrati cantano non per sostituire una donna a cui, si dice oggi, sarebbe stato vietato; Argante re di Germania, un basso e poi un contralto donna! 

Si potrebbe continuare, per es. voce wiki inglese per Alessandro sempre di Haendel, ecc. ecc. 

[v. ad esempio W. Dean, Handel’s Operas 1726-1741, The Boydell Pres, 2006, pag. 117 ecc.]

Conclusione:

a. le donne cantano nei teatri,

b. le donne interpretano alle volte personaggi maschili;

c. i castrati interpretano personaggi maschili, qualche volta femminili;

d. ciò che interessa al pubblico è la voce, non il genere. 

[v. Katherine Crawford, Eunuchs and Castrati. Disability and Normativity in Early Modern Europe, Routledge, 2019, pag. 139…]

















Leonardo Marini, ritratto  di Maometto Gran Mogul , interpretato al Teatro Regio di Torino  dal soprano castrato Giovanni Manzuoli, 1772. 

Biblioteca Reale di Torino.


3. La cosiddetta prassi esecutiva  storicamente / filologicamente informata non è in grado di dire niente su come effettivamente cantassero i castrati [le registrazioni su rullo del 1902 dell'ultimo castrato romano, Alessandro Moreschi, non servono, non solo per la primordiale qualità tecnica della registrazione, ma soprattutto perché Moreschi per tutta la vita aveva cantato musica sacra nelle cappelle papali e non si era esibito in teatro dove vigeva una vocalità del tutto diversa e, comunque, risalente ad un secolo prima di lui].

Se la "filologia" dovesse veramente comandare, la prima cosa da fare sarebbe di castrare oggi i cantanti, altrimenti che "filologia" è?

  4. Con la scusa del filologicamente informato si cerca di rivitalizzare un repertorio altrimenti solo di super nicchia, ricorrendo alla invenzione della tradizione e ai rimescolamenti freudiani che una voce maschile che simula quella femminile inevitabilmente produce [fino al bellissimo soft porn  del Giasone di Francesco Cavalli (1602/76): v. qui, copertina CD e, soprattutto qui

prassi esecutiva...]

 5. conclusione mia: 

a. non ho niente con i cambi di voce e di genere, cioè con un modo queer di affrontare il problema, ma deve valere per tutti/e. Com'è che nessuno si impegna a prendere filologicamente esempio da Antonio Vivaldi che all'Ospedale della Pietà, avendo tutte donne come interpreti, assegnava loro le parti di basso e di tenore e invece se oggi una donna canta simulando la voce di basso/tenore resta un fenomeno da baraccone?  

b. quasi tutti i castrati tra XVI e XIX secolo sono italiani [ e pochi spagnolo]. Qualche bella domanda storico/antropologica sul Belpaese si potrebbe pronunciare

 [v. Martha Feldman,  The Castrato. Reflections on Natures and Kinds, The Univ. of California Press, 2015]

 c. non è che sotto questo mondo di lustrini scorre, storicamente informata,  l'idea che noi maschi siamo così bravi che siamo addirittura capaci di cantare come e meglio delle donne? Lavorare sull'immaginario, si sa, è alta impresa politica.

 d. è un’infinità di tempo che cerco di discutere di questo e vengo regolarmente mandato a cagare. Vorrà dire qualcosa, mi chiedo, temendo la risposta?

 

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