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FESTIVALONI




FESTIVALONI


Settembre, andiamo. È tempo di pontificare. Parlo di me, che in questo mese mi sento di nuovo in vena di dire la mia sull’orgia di festival culturali che incombe sull’Italia. 

Ogni tot anni faccio il mio bravo intervento. Nell’ultimo [2015] avevo compilato uno stralunato elenco dei festival(s) fioriti nel Belpaese [da aggiornare] e mi ero chiesto se c’era un rapporto tra lo strepitoso successo di massa e l’impietoso calo generalizzato della lettura dei libri. 
Poi facevo la mia modesta proposta, che ribadisco qui, tale e quale.


























Questa volta mi chiedo anche quale sia il velenoso rapporto tra la bellezza, il dialogo, la verità, la convivenza, la spiritualità ecc. decantati nelle piazze e nei teatri e il precipitare nel fanatismo, intolleranza, razzismo, vandalismo ecc. che abbiamo sotto gli occhi. 
Due Italie? Una sola dalle molte facce? Una che si alimenta dell’altra? Società dello spettacolo?

C’è qualcuno più serio di me che si stia ponendo questa domanda? Che si chieda perché questa costosa pedagogia di massa, organizzata da assessorati, fondazioni, centri culturali, non dia i frutti sperati?

La mia festivalfobia non è radicale. Penso, ad esempio, che l’Alzheimer Fest di Levico Terme [Trento] sia una meraviglia assoluta. Pazienti, badanti, medici, specialisti, giocolieri, musicisti, pittori, poeti, ecc. stanno assieme, si guardano, si toccano, parlano. Cambiano il loro stare al mondo.



Ci saranno sicuramente festival altrettanto sbalorditivi che non conosco.

Che i festival, con tutto quel movimento, facciano bene al PIL non c’è dubbio.
Al PIL del CentroNord, perché al Sud scarseggiano.

Fanno anche molto bene alle ferrovie e alle autostrade, perché a guardar bene si scopre che c’è un plotone di fedelissimi e zelanti conferenzieri, che saltabeccano con una certa frenesia da un festival all’altro.
Non so se qualcuno ha studiato questo fenomeno di Alta Mobilità Culturale.

Prendo, ad esempio, un noto psicanalista milanese
Risulterebbe che è stato presente quest’anno a:
Festival della Filosofia,  Teatro Antico,  Dialoghi sull’uomo,  Psicologia [direttore],  Mente,  Parole Ubikate in Mare,  Kum/Pratiche di Cura [direttore],  le X Giornate,  Bellezza,  Street Food,  Collisioni,  Chiasso Letteraria,  Oltreconfine,  Notturni Europei,  Spiritualità [a giorni], Cavaticcio,  Lettura,  Filosofarti,  Saloni del Libro,  Comunicazione…

Poi ha dovuto scrivere nell'ultimo anno quei quattro o cinque libri, presentarli, scrivere articoli per giornali e riviste, partecipare a convegni, anche all’estero, seminari, mostre, teleconferenze, interviste radiotelevisive, incontri vari, lezioni universitarie, consulenze editoriali e disciplinari, pratica analitica, ricevere premi e onorificenza, twitter, FB…

Come si vede essere intellettuale di grido oggi è peggio che lavorare in miniera.


























Se poi sei un monaco [laico] sulla cresta dell’onda ti è toccato quest'anno fiondarti nei seguenti festival:
Mente,  Collisioni,  Volontariato,  Filosofi lungo l’Oglio,  Ascolto, Psicologia,  Letteratura,  Biblico,  Limes,  Religioni e Società,  Saloni del libro,  Spiritualità [a giorni],  Filosofia,  Actors&Poetry… 

e, come sopra, scrivere libri [più di mezza dozzina all'anno, almeno], presentarli, giornali, riviste, radiotelevisione ecc. oltre a tenere omelie, ritiri spirituali, cura d’anime, convegni diocesani, settimane liturgiche, ecumeniche, eucaristiche e così via.

Un monachesimo tritato dalla velocità e dalla destrezza.

























Se poi sei un filosofo veneziano con la barba…
Se poi, se poi…




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