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Visualizzazione dei post da giugno, 2010
"Lettura" dalla Newsletter  N. 29, giugno 2010, dell' Osservatorio sull'immigrazione in Piemonte , www .piemonteimmigrazione.it/site/ Pare che sia questo Trittico: La Natività, L’adorazione dei Magi, La presentazione al Tempio - ora al Prado di Madrid- del grande tedesco/fiammingo Hans Memling [1435 –1494], a contenere la prima rappresentazione di uno dei re come nero africano.   La fatica con cui la cristianità ha riconosciuto di non essere solo “bianca” sono note e possiamo dire che non si è ancora del tutto dissolta, anzi, ci sono forti segnali di un arretramento che ci impaurisce. Il ritornello recentemente cantato in tutte le salse da politici e papi circa le presunte identità-radici giudaico-cristiane dell’Europa, ne è una delle manifestazioni più evidenti e, in qualche caso, grottesche. Intanto, a rigor di storia e non di fantasia, se c’è un’area geografica che potrebbe rivendicare, tra le molte altre, radici giudaico-cristiane, questa è il Medio Oriente

HERERO

Andries Bezuidenhout è un musicista afrikaans del SudAfrica. E' anche poeta e un importante sociologo che scrive libri con questi titoli: New Patterns of Exclusion in the Mining Industry, Contesting the New Politics of Space: Labour and Capital in the White Goods Industry in Southern Africa, Postcolonial Workplace Regimes in the Engineering Industry of South Africa [per cui vai qui ]. Nel suo ultimo album Bleek Berus c'è una canzone che dura 12 minuti dal titolo Vernichtungsbefehl che in tedesco significa ordine di distruzione [la si puo' scaricare qui per $ 0,88] . Ricorda il genocidio degli Herero che, se proprio si deve stabilire un primato, è il primo del Novecento, secolo che di genocidi si intende. Infatti è avvenuto nel 1904, precedendo di dieci anni quello più noto degli Armeni . Non è un caso della storia che il primo esperimento di sterminio avvenga in contesto coloniale e in Africa, in particolare. Un pensiero forte costruiva il mondo in "africani&
MASCHIA GUERRA patria, ordine patriarcale e canzoni Uno scritto e una performance che mettono in gioco fantasie e realtà, immaginario e cronaca. La Grande Guerra come sogno e felicità maschile, come incubo e orrore maschile. Ci sono strati della storia del XX secolo che faticano a trovare i loro cunicoli di uscita. Soprattutto quando i materiali appartengano a frange non ancora del tutto assimilate dalla ricerca storiografica. Prendiamo come spunto una figura decisiva nella storia della canzone italiana, Giovanni Ermete Gaeta, noto con il curioso pseudonimo di E. A. Mario (Napoli, 1884-1961), famoso per molte canzoni, sia napoletane sia "in lingua", come " Le rose rosse " (1919), " Santa Lucia luntana " (1919) e " Tammurriata nera " (1944). Entrato nel pantheon della nazione per aver scritto nel 1918 " La leggenda del Piave ", cioè per aver "sonorizzato" l'unica vera esperienza formativa del secolo, la grande guer
Vítězslava Kaprálová Prima di vaneggiare nella birreria U Medvidků a Praga, mi capitava spesso di fare un bagno caldo nel negozio di spartiti musicali di seconda mano che stava nei paraggi. E' finito anch'esso nella spazzatura della storia. C'erano musiche improbabili che al solo sguardo aprivano panorami di famiglie raccolte attorno al pianoforte, di solitudini dedicate a cavar note da un violino refrattario, di navate buie con la sola luce del suono dell'organo. Uno spartito di seconda mano è sempre qualcosa di più della musica scritta che rappresenta, si porta dentro gli occhi, le mani, le orecchie, la mente, di chi l'ha tentato e certe annotazioni a matita lo confermano. Per non farla troppo lunga, ad un certo punto estraggo dal fascio di vecchie note le Variations sur le carillon de l'Eglise St.Etienne du Mont pour piano , il cui autore è un'autrice: Vita o Vitulka o Vítězslava Kaprálová . Tastarle al piano è un piacere. Stupore scoprire che f