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Richard Weiner Jakub Deml


L’editoria italiana è un settore molto particolare dell’economia del paese. Processi di concentrazione a tutto spiano che semplificano brutalmente il panorama delle case editrici con alcune mega aziende “servite” da pochissime case di distribuzione che sfociano in grandi catene di librerie in foma di supermercato. Dall’altra, una proliferazione crescente di piccole e piccolissime editrici che si costruiscono il pubblico, che si dispongono principalmente attorno ad una scelta culturale e solo dopo affrontano il mercato. Alcune sono nanoeditrici che, come le nanotecnologie, seguono le logiche della fisica quantistica intrufolandosi arditamente nelle pieghe inaspettate dei saperi e dell’immaginario del pubblico lettore.

La Poldi Libri spiazza fin dal nome che, ad una prima vaga assonanza, potrebbe suggerire paesaggi olandesi. La stessa sede della casa editrice contribuisce ad acuire il senso di smarrimento: Porto Valtravaglia, che si porta addosso l’ossimoro. Un porto in una valle. Consultato l’atlante si svela l’inganno, trattasi di paese sul Lago Maggiore con valle annessa.
Bisogna essere ferrati pragomani per riconoscere nel marchio editoriale il poemetto La bella Poldi del grande scrittore ceco Bohumil Hrabal e nella bella non una affascinante ragazza, bensì una meno seducente acciaieria.. Infatti la Poldi Libri
[www.poldilibri.it] si dedica al vasto e profondo serbatoio della cultura ceca poco esplorato in Italia, come il libro che propone, double face fin dal titolo: Richard Weiner, Assemblea generale, Jakub Deml, La luce dimenticata.
Richard Weiner
Due scrittori che Sergio Corduas traduce per la prima volta in italiano. Due testi che se li leggi come fossero uno solo ti restituiscono una idea di letteratura come campo minato da attraversare con i sensi ben svegli, attenti a recepire il minimo scricchiolio . E se li leggi come sono, due testi di autori diversi, è lo stesso, non è la linea retta a guidarti, ma uno zig zag mentale ad alta frequenza.

Richard Weiner [1884-1937] è uno dei principali scrittori cechi del secolo scorso. Karel Ćapek nel necrologio l’aveva definito “uomo del dolore” per certe perduranti tensioni della sua vita. In Assemblea generale il carattere dodecafonico della sua scrittura è palese. Le vicende di una Lega Antialcolica di una qualunque cittadina boema sono narrate con ritorni periodici di frasi quando meno te l’aspetti secondo una frammentazione del discorso che non rappresenta la crisi del linguaggio tanto in voga allora, quanto piuttosto lo svaporamento di una realtà unica, accessibile e lineare. La piena ironia dello stile ha la funzione di una teologia negativa che racconta come la realtà, la banale realtà di tutti i giorni, sia irreperibile, nonostante le apparenze. Una letteratura che non fa presa sulla realtà perché è quest’ultima a non aderire a se stessa.
Jakub Deml
L’altro ospite di questo smilzo libro è un prete cattolico, un anarchico mistico che ha messo in agitazione la chiesa cattolica e quella comunista: Jakub Deml [1878-1961]. Come scrive Corduas nella preziosa postfazione “ è una scrittura carnale, questa del prete narcisista, ricca e prorompente” . Come, dico io, quella di un Céline boemo: “…perché io credo nella vita eterna e so che tutte le cosce risorgeranno dalla tomba e tra loro anche due cosce che desideravo baciare, e Dio me le assegnerà, perché è giusto e la mia eterna beatitudine consisterà nel fatto che mi sarà consentito per i secoli di baciare queste due cosce, proprio in alto, proprio alle radici, perché sono poeta e prete cattolico e uomo maledetto”. Anche per Deml la realtà è una trappola e la lingua per esprimerla non può immaginarsi discordante: “il mondo è nascosto dietro il mondo” dice un personaggio di La luce dimenticata.

Il Manifesto 21 giugno 2008

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