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BIANCA, LA ROSSA

Storia di una donna avvocato, ma anche storia del secolo scorso.
Un racconto fluido dove le parole non rimandano ad altre parole bensì alle cose, ai fatti.
"Fu sempre in quegli anni che scoprii il piacere, mai venuto meno, del ballo. Imparai proprio a scuola, con mia sorella: si ballava tra ragazze, al suono di una pianola che la direttrice aveva affittato per le ore di ricreazione" Il ballo, Primo Levi ["Ciao, Bianca, ti vogliamo bene" mentre il treno lo deporta ad Auschwitz], la resistenza, gli scioperi delle donne, l'invasione sovietica dell'Ungheria, il dolore dei bambini negli istituti di "assistenza", la banda Cavallero, le schedature Fiat dei propri dipendenti [impiegata Fiat Mirafiori, simpatizza per il PCI, risulta che all’atto del matrimonio era in stato di avanzata gravidanza. Seria, onesta, di comune intelligenza e di buoni sentimenti. Però arrogante e piena di alterigia. I famigliari sono tutti di idee estremiste, più o meno moderate, di sentimenti poco religiosi, tanto è vero che la sera del 31 maggio 1950, durante il passaggio della Madonna Pellegrina (che avviene ogni secolo) si rifiutarono di partecipare con gli altri inquilini all’illuminazione dello stabile. Consta inoltre che al nonno materno venne fatta sepoltura civile con conseguente cremazione], i giornalisti perseguitati in Spagna o in Paraguay, le Brigate rosse, l'amianto...

In occasione di PRALIBRO - una intelligente e sobria rassegna culturale estiva a Prali, Torino, www.gruppoabele.org/Index.aspx?idmenu=3545 - il 7 agosto ne ho fatto una "presentazione scenica" con musica, video, testi, presente Bianca Guidetti Serra




















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