19 novembre 2020 claudio canal Soggettività sporgenti in un paese fluttuante C’era una volta una Lady della Birmania, da noi amata e osannata al pari di Giovanna d’Arco. Adesso c’è ancora e non c’è più. C’è ancora per una estesa maggioranza di birmani. Non c’è più per il Resto del Mondo , o quasi. Il Gambia, per dire, ha accusato la Birmania/Myanmar di genocidio davanti al Tribunale Internazionale dell’Aja che il 23 gennaio scorso ha stabilito che il governo dovrà prendere provvedimenti per proteggere i rohingya. Stare meno sul generico vorrebbe dire approfondire almeno due temi: 1. Il possente nazionalismo birmano buddhista, identità predatrice ostile alle minoranze, che il colonialismo inglese, inventando uno Stato di Birmania, ha rattrappito in una frattura profonda tra una Birmania vera e propria [Burma proper] e Aree Escluse/di Frontiera . 2. La brutalità del sovrastante apparato militare birmano, Tatmadaw , che dall’indipendenza del 1948 ad oggi ha ...