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HILDEGARD VON BINGEN
una donna sapiente
Un bel libro. Racconta in prima persona una figura complessa come Hildegard von Bingen. Presentazione alla FNAC di Torino. Pubblico: tre persone.

Nel 1982, animato da uno spiccato interesse per Hildegard, ero stato al monastero benedettino di Dendermonde in Belgio per consultare il codice [Der Villarenser Kodex] contenente diverse opere della mistica, in particolare i suoi testi con musica. Andavo a cercare una rarità: musiche scritte da una donna nel XII secolo, custodite in un monastero maschile. Nessun problema ad entrare, bastava che lasciassi fuori la persona che era con me. Lei non poteva accedere. Era una donna.



miniatura (da Sanctae Hildegardis Revelationes -
Liber Divinorum Operum,
codice miniato, Ms. 1942,
Biblioteca Statale di Lucca, risale alla prima
metà del XII sec.)


Nell'anno 1141 dall'Incarnazione di Cristo, quando avevo quarantadue anni e sette mesi, si manifestò una luce ignea abbagliante, che venendo dal cielo che si era aperto, infìammò completamente il mio cervello e come una fiamma che non brucia ma riscalda, dette fuoco completamente al mio cuore e al mio petto... E immediatamente diventai sapiente nell'interpretazione dei libri sacri, cioè il Salterio, il Vangelo e gli altri volumi dell'antico e del nuovo Testamento. - Ma io, benché vedessi e udissi queste cose, tuttavia per l'incertezza, le opinioni sbagliate, i diversi discorsi degli uomini, non comunque per ostinazione, ma per umiltà, mi rifiutavo di scrivere, finché non caddi a letto malata, abbattuta dal castigo divino.

Si sentiva una paupercula foeminea forma - poverissimo essere femminile. Sembrerebbe più che altro una espressione retorica per una donna dalla grandissima tempra morale e fisica. Vissuta ottantuno anni, dal 1098 al 1179, tra Disibodenberg e Rupertsberg, essendo nata a Bermersheim, venti chilometri da Magonza, importante sede vescovile. Un stanza tutte per sé Hildegard la trova fin dall'età di 8 anni nella cella del monastero.
La sua opera nel Medioevo è unica. Solo l'arabo Avicenna gli è comparabile. Entrambi esplorano la cosmologia, l'etica, la medicina, la poesia mistica, la musica, la filosofia, la teologia.
Peter Dronke, che ha scritto studi fondamentali su di lei, ha detto: "vicino a noi solo Goethe le è paragonabile per impulsi poeti e scientifici"

La musica di Hildegard va ascoltata a fondo e allora se ne intuiscono le simmetrie spezzate, le cellule in forma di frattali, i registri estremi. I testi sono sintatticamente "torturati" e "sibillini", il suo è un latino che si muove ellitticamente.

 Il SYMPHONIA ARMONIE CELESTIUM REVELATIONUM
Sinfonia delle armonie di Rivelazioni Celesti, contiene una settantina di canti con musica.
L'edizione moderna più attendibile è quella di Pudentiana Barth OSB, M. Immaculata Ritscher OSB e Joseph Schmidt-Görg, Otto Müller Verlag, Salzburg, 1969, mentre l'edizione critica del testo è quella curata da Barbara Newman per la Cornell University Press, 1988.
Ho dedicato alla musica di Hildegard un lungo ciclo di concerti "ragionati", prima con la voce solista di Maria Grazia Sibona e la partecipazione di Sara Tagliacozzo, poi con la voce di Kerstin Harms , dal titolo:
UNA DONNA SAPIENTE
La sua visione non è transe, allucinazione, sogno; è il mezzo femminile per mimetizzarsi come soggetto pensante e aggiungere un supporto inattaccabile alle sue idee e ai suoi progetti. Non la fusione con Dio, non la noche obscura, ma la spiegazione e la comprensione, che le permettono di indagare anche aspetti controversi, come la sessualità umana, in particolare quella femminile:
"Sed cum mulier in coniuncrione viri est, tunc calor cerebri eius, qui delectationem in se habet, gustum eiusdem delectationis in eadem coniunctione prenunciat, et seminis effusionem. Et postquam semen in locum suum ceciderit, predictus fortissimus calor cerebri illud sibi attrahit et tenet, et mox eciam renes eiusdem mulieris contrahuntur, et omnia membra que in menstruo tempore ad apertionem parata sunt modo ita clauduntur, quemadmodum fortis vir rem aliquam in manu sua claudit."
Quando una donna fa l'amore con un uomo, allora una sensazione di calore nel suo cervello, che reca piacere sessuale, comunica il gusto di tale piacere durante l'atto, e preannuncia l'emissione del seme dell'uomo. E dopo che il seme si è posato dove deve, quel fortissimo calore del cervello attira il seme a sé e lo trattiene, e presto gli organi sessuali della donna si contraggono, e tutte le parti pronte ad aprirsi durante il periodo mestruale ora si chiudono, proprio come un uomo forte può tenere qualcosa stretta in pugno.

Il piacere della donna è come la luce del sole che dolce, continua e soave si diffonde sulla terra che riscalda e rende fertile; se bruciasse più forte con la sua vampa costante brucerebbe i frutti invece di farli maturare. Allo stesso modo il piacere amoroso della donna possiede una forza gentile, dolce e costante, che le permette di concepire e crescere il figlio nel suo ventre.





cosmo (da Scivias, Rupertsberger Kodex)












Con un titolo un po' sgargiante,
pubblicavo su Il Manifesto nel 1992 un paginone su di lei.

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