due miniature jugoslave Metelkova quartiere di Lubiana Qualcuno restituirà i bambini morti alle loro madri, le donne morte agli uomini, gli uomini morti alle donne? Col cazzo. Non siamo in Ucraina, ma in un’altra guerra europea, in un romanzo che per quattro quinti racconta la storia di un bambino che diventa grande. Amicizie di cui si amano più i difetti che le virtù. Stupori imprevedibili e grandi, grandi trepidazioni. L’autore scrive con un’andatura vivissima e rievocativa. La sua è una nostalgia non nostalgica. Il paradiso perduto non lo trascina all’indietro, ma gli fornisce alimento per discernere il presente dove l’intelligenza non vale niente, se non applicata al potere. Chi sta leggendo il libro sa che cosa lo attende alla fine e questa tensione non si allenta mai, come un bacio imminente. Il lettor-lettrice lo sa, anche se per ora ha solo letto il titolo. In copertina infatti spicca un ritratto del Santo Protettore, di nome Josip Broz, noto come Tito. [ I...